Capitolo 5

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Con tutto quello che successe la sera prima, il viaggio in macchina fu per loro una lenta agonia. Levi rimaneva in silenzio e non provava nemmeno a instaurare un discorso con quel moccioso, tant'era perso nei suoi pensieri. Guardava fuori dal finestrino sospirando di tanto in tanto, mentre alberi e macchine passavano nella corsia opposta.

Non riusciva a credere che avesse voglia di andare a scuola o comunque, voglia di alzarsi dal letto.

Tutto a causa della sveglia che Eren aveva impostato sul cellulare, forse dimenticata attiva la sera precedente, chissà? Tuttavia si era alzato immediatamente e il moro l'aveva seguito, anche se sarebbe tornato volentieri a dormire.

Quando gli chiese se stesse bene, aveva semplicemente annuito e questo fu l'unico momento in cui si rivolsero la parola.

Levi aveva l'impressione di aver fatto un passo indietro con lui. Si comportava esattamente come al suo arrivo. Quel silenzio accusatore, lo faceva sentire come un idiota che aveva sbagliato ma non sapeva cosa.

Durante il sonno si erano separati da quell'abbraccio e voltati schiena contro schiena.

Lontani, di nuovo.

Forse avrebbe dovuto insistere di più quella mattina. Essere più premuroso o qualcosa del genere. Ma non era nel suo carattere esserlo. Sapeva quanto poteva risultare noioso avere gente intorno che ti trattava come un bambino spaventato e, anche se Eren era effettivamente un bambino ai suoi occhi, non voleva riservargli un simile trattamento.

Hanji se n'era andata molto prima. Per quanto fosse preoccupata, non poteva saltare le sue lezioni. Levi, anche se scorbutico, sapeva gestire queste situazioni. Poteva capirle. Si fidava cecamente di lui e dei suoi metodi, anche se un po' brutali. Se n'era andata tranquilla, più o meno.

Non avrebbe mai immaginato che alla fine sarebbe stato lo stesso Eren ad allontanarsi. Tornare sui suoi passi e lasciarsi quell'imbarazzante momento alle spalle.

Non si ricordava molto dell'accaduto, era successo tutto troppo in fretta e i suoi ricordi si sono confusi tra loro.

Una cosa riusciva a vedere vividamente nella sua testa. Quell'abbraccio che lui e il moro s'erano dati prima di dormire, il suo petto contro la sua fronte e i battiti del suo cuore lenti e regolari.

S'era addormentato così, sereno e felice. Per un attimo, gli sembrò di sognare altro. Niente incubi. Solo un cielo terso e occhi grigi che lo fissavano dolcemente.

Fu solo un'impressione di pochi secondi però. Il nero ricopriva la sua mente facendo sparire ogni cosa, bella o brutta che sia. E si ritrovava lì, solo e spaventato, nel silenzio dei suoi sogni, per un tempo che pareva infinito.

Quando la sveglia suonò fu come un sollievo per lui. Anche non essere ancora abbracciato a Levi era un sollievo. Non sarebbe riuscito a sostenere l'imbarazzo se fosse successo. Già l'aveva costretto a dormire con lui ed è una cosa insolita per due maschi che si conoscono da nemmeno tre giorni.

Levi non gli aveva dato l'impressione di un tipo con molta pazienza. Però era gentile, probabilmente aveva lottato con se stesso per non rispondergli male e non lasciarlo lì da solo su quel letto freddo.

In realtà, il moro l'aveva fatto volentieri. Calmare qualcuno invece di essere calmato.

Era la prima volta, nemmeno con Hanji era mai successo.

Sospirò, quando si fermò davanti all'edificio scolastico. Un cancello nero completamente aperto da cui entravano e uscivano ragazzi di continuo.

Un giardinetto costeggiava la piccola stradina che andava verso l'edificio, pieno di studenti che fumavano sulle panchine gialle.

Gli alberi piantati ai lati della strada coprivano il cielo, e sembrava di essere in mezzo ad un bosco quando in realtà si era in centro città.

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora