Capitolo 28

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Ma sicuramente la reazione che Eren aveva avuto con Armin era nulla in confronto a quella che Levi doveva sopportare ogni giorno.

Il ragazzo che era stato la cosa migliore della sua vita, il ragazzo che era riuscito a cambiarlo così tanto, ora non voleva ne vederlo ne sentirlo.

La sua sola presenza lo faceva tremare di paura per fantasmi a lui sconosciuti ed invisibili, e la sola consapevolezza che potesse suscitargli tale terrore era sfiancante per il moro.

Levi non riusciva ad accettarlo e, sebbene comprendesse il bisogno di solitudine di Eren, continuava a stargli vicino. Anche se per pochi minuti, anche se spesso udiva dei singhiozzi a causa della sua presenza, l'uomo non era in grado di stargli lontano.

Sapeva di essere di troppo, sapeva che era spesso la causa di pianti e sussulti, tuttavia il suo egoismo aveva la meglio e lo teneva incollato ai piedi del letto oppure sul pavimento accanto al comodino.

Sì, era egoismo perché non riusciva a spiegarsi il suo comportamento. Se si fosse allontanato da lui si sarebbe sentito vuoto, spento; e poco gli importava se il ragazzo tremava. Levi voleva restargli accanto... doveva restargli accanto.

Hanji ci aveva provato a farlo ragionare: se Eren provava così tanto terrore in sua presenza, era meglio passare un po' meno tempo con lui o non provare a parlarci. Ma Levi, a quelle parole, si sentiva una rabbia incontrollabile salirgli alla gola, aggropparsi lì e sprofondare nel cuore. Capiva le sue parole, aveva ragione come sempre ma altri pensieri affollavano la sua mente, pensieri infondati e altamente infantili che a vedere la situazione non erano nemmeno degni di essere formulati. Era lei che passava più tempo con lui, era Hanji che poteva vantarsi di potergli stare accanto. Poteva abbracciarlo, consolarlo e, anche se non parlava più, poteva prendersi cura di lui.

Lei poteva, Levi no.

Gelosia. Per questo si odiava profondamente per ogni istante che passava a consumarsi in quest'idea. Eren stava male ed era un bene che almeno Hanji potesse aiutarlo. La bruna sapeva più o meno come comportarsi. Ma anche se la ragione era vivida e immutabile, Levi continuava a deprimersi, isolarsi e trattar male la donna che da sempre l'aveva aiutato più di chiunque altro.

Perché? Se lo chiedeva spesso ma era una sensazione più forte di lui. Levi amava Hanji, non come amante ovviamente ma come amica, come donna e come la madre che non aveva mai avuto. Ovviamente avrebbe preferito morire piuttosto che dirglielo. Comunque, gli voleva bene e ad ogni litigata o parolaccia che usciva dalla sua bocca, il rimorso gli faceva venire sensi di colpa talmente forti che mai avrebbe creduto di poter provare.

Ma se Hanji soffriva per quelle sceneggiate, allora lo nascondeva molto bene. Meno male, perché doveva concentrarsi su Eren, non aveva il tempo di occuparsi dei suoi tormenti infantili.

Quella mattina fu come risvegliarsi con mattoni addosso al posto delle coperte. Levi non riusciva ne ad aprire gli occhi ne ad alzarsi. Era come se il torpore di Morfeo riuscisse ad estraniarlo dalla sua realtà tormentata ed in parte era così, ma il moro non poteva crogiolarsi in quel mondo finto sapendo che il ragazzo che adorava soffriva ad ogni minuto che passava steso su quel divano.

Si alzò a fatica scrocchiando la schiena appena messo in una posizione eretta. L'altra sera manco aveva avuto la forza per aprire il divanoletto.

Il sole illuminava il salotto con raggi caldi d'estate e Levi dovette socchiudere gli occhi una volta abbandonata l'ombra dello schienale da cui si era riparato per tutta la mattina. Nello stesso istante in cui poggiò i piedi a terra, udì uno scattare di porta che lo fece voltare. Hanji passò velocemente davanti al salotto per poi sparire in cucina. Era vestita per uscire e Levi valutò l'idea di domandargli dove andasse, domanda che ebbe subito una risposta - Devo andare a scuola - disse sbrigativa mentre cercava qualcosa nella borsa - Il preside vuole parlarmi della situazione di Eren a quattrocchi -

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora