Capitolo 21

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Armin sollevò un sopracciglio cercando di assimilare tutte le informazioni trapelate dal suo migliore amico. Quando Eren gli aveva detto di dovergli raccontare un po' di cose, mai avrebbe pensato all'intera storia della sua vita e sicuramente non si aspettava una vita così piena di eventi.

Si sdraiò sul letto mentre il suo amico si guardava nervosamente le mani seduto su una sedia vicino alla scrivania.

In realtà, poco sapeva del perché gli avesse voluto raccontare ciò che aveva nascosto con tanta fatica. Del biondino si fidava, gli voleva bene e sentiva l'obbligo di raccontarglielo. Voleva che lo sapesse e l'accettasse anche per quello che gli era successo - Quindi ora tuo padre è tornato... - disse Armin, voltandosi verso di lui ma senza spostarsi dalla sua comoda posizione - E tu vuoi dargli una possibilità? - Eren annuì senza proferir parola. Ci fu un silenzio che parve interminabile in cui lui sospirò soltanto. Non era esattamente la reazione che si aspettava.

Armin si alzò poi, sedendosi sul bordo del letto con un sorriso - Secondo me fai bene - disse mentre dondolava le gambe verso il pavimento

- T-tu dici? -

- Non nego che abbia fatto i suoi errori, ma è comunque tuo padre e solo il fatto che abbia accettato l'idea che tu voglia restare qui, significa che ti vuole bene sul serio e si è realmente pentito. È meglio non tagliare i rapporti, anche se può sembrare difficile...- il ragazzo annuì e si andò a sedere accanto a lui. L'amico gli diede una pacca sulla coscia prima di appoggiarsi al suo braccio - Sei fortunato sai - borbottò contro la sua spalla, talmente piano che quasi Eren non riuscì a sentirlo.

- Eh? -

- Anche se hai avuto tante delusioni nella tua vita, ora hai trovato delle persone che ti vogliono bene e su cui puoi fare affidamento. Sei fortunato, sotto questo aspetto -

- Bè, anche tu hai delle persone che ti amano o sbaglio? - Armin non rispose. Guardò il pavimento come unica risposta e questo non sfuggì ad Eren. Quel modo distante di reagire era estraneo alla sua personalità, quando il biondino invece aveva sempre una risposta pronta ad ogni domanda - Armin... -

- Scusami Eren - scosse la testa con un sorriso amaro a incorniciargli quel volto bambino - Hai ragione, non sbagli - qualcuno bussò alla porta in quel momento e da essa fece capolino Annie con un sorriso. I due si voltarono di scatto, non si aspettavano la sua entrata

- È arrivata Hanji - disse solo, per poi notare la faccia di suo fratello un po' incupita - Tutto a posto? - Armin annuì soltanto, mentre il suo amico si alzava per seguire la ragazza. Si scambiarono ancora uno sguardo prima di salutarsi.

Uscì dalla stanza con ancora la sensazione di perplessità che gli aveva lasciato la reazione del biondino. Perché era sempre così restio a parlare di sé? Lui che sembrava sempre allegro, lui che si preoccupava sempre per gli altri. Era timido ma ciò non voleva dire che doveva estraniarsi in tal modo, non si parlava solo delle sue tristezze o paure.

Eren si rese conto di non sapere assolutamente nulla dell'amico: il suo piatto preferito, cosa faceva nel tempo libero anche il genere letterario che gli piaceva di più gli era estraneo. E questo lo trovò strano, ammetteva di non avergli mai direttamente chiesto nulla ma possibile che in uno dei loro numerosi discorsi non fosse saltata fuori una qualsiasi passione che poteva avere? Una qualsiasi preferenza? Qualcosa che non gli andasse a genio?

Sospirò a questo pensiero e Annie gli aprì la porta del loro appartamento con un sorriso - Torna a trovarci, fa sempre piacere averti intorno - disse poi. Eren arrossì mentre rispondeva con un semplice cenno del capo. La ragazza si sistemò un ciuffo dietro l'orecchio facendosi incredibilmente seria - Tu e Armin avete litigato... o ti ha detto qualcosa di strano? - lui corrugò la fronte e scosse la testa

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora