Capitolo 9

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Come al solito, gli scaffali erano troppo alti. Il magazzino rasentava i quattro metri e i casellari erano proporzionati a quella lurida stanza.

Solitamente, Levi si adoperava più nel trasporto degli scatoloni. Non era suo compito metterli al loro posto ma un suo collega si era ammalato e doveva sostituirlo nelle mansioni che solitamente svolgeva lui.

Sospirò, mentre allungava entrambe le braccia per arrivare all'ultimo ripiano e sistemare quella scatola di spaghetti confezionati.

La scala era troppo corta, anche quello stangone di Ed (un altro suo collega) non ci sarebbe arrivato!

- Levi, hai finito? - una voce femminile lo fece quasi cadere e dovette aggrapparsi con entrambe le mani ad una delle mensole. Subito si preoccupò della scatola rimasta in bilico, per fortuna, al ripiano sottostante.

Sperò vivamente che non si fosse rotto niente.

- Sei impazzita? - gridò alla ragazza rimasta sulla soglia con il fiato sospeso. Strinse la scopa che aveva con se, abbassando lo sguardo dispiaciuta.

- Sc-scusami... - balbettò - volevo chiederti se potevi aiutarmi con un carico - il moro sbuffò. Forse era stato un po' troppo rude...

- Arrivo... metto solo a posto questa - lei annuì avvicinandosi alla scala su cui si erigeva Levi. Lo fissò per un po', poi inclinò la testa con un sguardo che rasentava la tenerezza.

- Vuoi una mano? - chiese. Lui sollevò un sopracciglio senza degnarla di uno sguardo. Come sperava di aiutarlo se era più bassa di lui?

- Ce la posso fare... grazie lo stesso, Petra - la ragazza arrossì, sistemandosi un ciuffo color arancio dietro l'orecchio.

Finalmente, Levi riuscì a sistemare il contenitore in mezzo a quella piccola apertura che aveva lasciato precedentemente il collega (più che altro, la lanciò esasperato sullo scaffale).

Scese soddisfatto e seguì Petra fin sul retro. Per arrivarci dovettero attraversare uno stretto corridoio e percorrere il giardinetto arido messo a disposizione per quando non c'era abbastanza spazio nel frigo nei mesi invernarli. Le bottiglie si possono mettere tranquillamente all'aperto durante quel periodo.

Un camion li aspettava fuori dal cancello in ferro e un uomo si sporgeva dal finestrino evidentemente frustrato. Batteva il dito sulla portiera. Probabilmente era in ritardo con qualche consegna.

Esso, aprì lo sportello posteriore mostrando varie casse di bottiglie sia di vetro che di plastica. Petra ne indicò cinque diverse, quelle che appartenevano al negozio.

Insieme, scaricarono velocemente la merce, Levi andò a firmare la ricevuta e quell'uomo nevrotico, per sua gioia, potè ripartire.

Petra prese con grande fatica due cassette di vino impilate l'una sull'altra. Il rimanente lo affibbiò al moro che senza batter ciglio se le caricò due sulle spalle e una sotto braccio.

La ragazza era ormai abituata alla sua forza ma tutte le volte riusciva a stupirsi. Inoltre, la divisa a maniche corte, lasciava intravedere i muscoli contratti delle braccia e, la fronte imperlata di un leggero velo di sudore, incollava i capelli alla faccia incorniciando i suoi occhi grigi. Era un gran belvedere in realtà...

- Vai in palestra? - chiese non riuscendo più a contenere la curiosità e l'imbarazzo. Levi la guardò di sottecchi.

- No... -

- Sei molto forte... devi pur fare qualcosa -

-.... è una storia lunga - il modo in cui svia i discorsi, è impressionante. Petra annuì soltanto non sapendo cos'altro dire.

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora