Capitolo 20

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- Cosa significa che sono stato brutale? - chiese Eren mentre si piegava in due dal ridere. Levi lo squadrò per un istante, prima di tornare a guardare la strada con un cipiglio appena accennato.

- Lo sai benissimo cosa voglio dire! - sbraitò - E piantala di ridere, brutto stronzone! -

- Cosa sono 'sti insulti a gratis? Guarda che non sono io quello che ha sedotto sta volta....- il moro sbuffò mentre entrava nella via di casa. Odiava quando aveva ragione ma l'inveire in continuazione, era l'unico modo per tenere alta la sua autostima, per quanta ancora ne potesse avere.

Stava per ribattere, quando il telefono gli squillò. Si sporse un po' per vedere chi lo stesse chiamando notando il nome della bruna sullo screen - È Hanji? - domandò il ragazzo. L'altro annuì senza prendere il cellulare - Non rispondi? -

- Siamo arrivati, cosa rispondo a fare? - Aprì il cancello d'ingresso che si spostò con un cigolio fastidioso e parcheggió la macchina al centro del cortile. Non aveva voglia di metterla nel garage, chissà perché poi; era sempre il primo a rompere quando si trattava di metterla nel box. Oh bè, l'avrebbe sistemata poi.
Intimò al ragazzo di scendere mentre quest'ultimo rideva ancora per la discussione di prima.

Gli stampò un bacio sulla fronte, cercando di districare quell'espressione corrucciata - Non te la cavi con dei bacetti, Jeagar - borbottò il moro spingendolo un po' di lato.

- Mh? Mi farò perdonare in altro modo... -

- Sarà meglio... - si diressero verso l'ingresso. In quel momento il suo cellulare squillò ancora. Vedendo che era ancora Hanji entrò prepotentemente in casa senza aspettare il ragazzo che intanto si era messo di nuovo a ridere - Hai finito di chiamarmi, Quattrocchi?! Siamo gi-..... - si bloccò, quando vide l'uomo seduto al tavolo. La bruna che lo fissava come se avesse appena sbollito una dose eccessiva di rabbia e quel vecchio. Quel vecchio...... Dio, quanto assomigliava nello sguardo a Eren. Il modo in cui lo guardava, con un misto di sorpresa, diffidenza e curiosità. .. lo rendeva così simile a colui che aveva imparato ad amare. E pian piano iniziava a capire e rimpiangeva di non aver risposto al telefono subito.

Non fece tempo a voltarsi che il ragazzo varcò la soglia e gli si spense il sorriso quando vide l'espressione contratta del moro. Si avvicinò a lui fino a raggiungere la cucina e lo stesso spettacolo gli si presentò davanti. Eren sgranò gli occhi, sperando che colui che aveva dinanzi agli occhi non fosse realmente chi credeva.

Che era tutto un incubo, che si sarebbe svegliato a momenti. Cercò la mano del moro che trovò subito e i suoi occhi non volevano spostarsi dall'uomo.

Si era alzato quest'ultimo raggiungendo il ragazzo che intanto aveva fatto qualche passo indietro. Una mano callosa gli andò ad accarezzare il volto e l'altra gli si posò sulla spalla, era più alto di lui e lo sommergeva con quel verde e quella dolcezza finta. Probabilmente non si rendeva nemmeno conto di ciò che stava facendo. Sorrise poi, scoprendo la dentatura perfetta e bianca.

Ed Eren cercava di allontanarsi da quella presa, da quella carezza così... paterna - Eren... - disse poi, con la sua voce roca - Figlio mio, sono così felice di rivederti - e il ragazzo sobbalzò allontanandosi di colpo portandosi dietro anche Levi che non si sbilanciò minimamente. Strinse più forte la sua mano, mentre il suo respiro diventava irregolare, le lacrime coprivano il suo verde smeraldo e tremava impercettibilmente

- No... - sussurrò, quando prese piena consapevolezza della situazione - No... No! NO! - gridava mentre si rannicchiava su se stesso come a proteggersi da tutto ciò che lo circondava. Il moro si accovacciò su di lui prendendolo per le spalle sussurrando il suo nome, riportandolo alla realtà poco a poco - Non è qui - gli sussurrò poi in modo che solo il suo amante potesse sentirlo

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora