Capitolo 1

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Entrò in casa sospirando pesantemente. Si tolse gli anfibi, sistemandoli accuratamente vicino alla porta, e raggiunse il salotto. Si stupì nel trovare nessuno.
Perché cavolo l'aveva fatto tornare se poi non si degnava di essere in casa?!

- LEVI!!! - il suo nome venne pronunciato in un tono così squillante che dovette coprirsi le orecchie. Si voltò, vedendo la bruna nell'ingresso. I suoi capelli erano un groviglio incomprensibile messo alla buona in una coda. I ciuffi ribelli erano pinzati con i suoi occhiali portati accuratamente sopra la fronte. Sorrideva in un modo inquietante e sembrava avere corso una maratona di chilometri. In mano aveva alcune scartoffie alla rinfusa. Queste ultime vennero buttate sul tavolo in modo da lasciare la possibilità alla donna di stringere le mani di lui - Levi! Finalmente tutti i miei studi da psicologa hanno un significato! - disse con un sorriso. Levi scivolò dalla sua presa in modo infastidito, mettendosi le mani in tasca per evitare nuovamente un contatto.

- E dovevi chiamarmi solo per dirmi questo? - sospirò seccato. Hanji incrociò le dita guardando il soffitto con risolini poco rassicuranti.

- L'altro giorno parlavo con Zackley di un progetto che stiamo portando avanti da un paio di mesi per il trasferimento di uno studente tedesco nella nostra scuola! - si interruppe con un respiro affannato mentre guardava il suo interlocutore aspettando un commento.
Levi parve capire che voleva un cenno della sua attenzione, sbuffò un semplice: - Quindi? -

- Indovina chi se lo deve prendere in casa per tutto il suo soggiorno in Italia? - Dapprima non comprese subito cosa volesse intendere però, quando capì di dover tenere in casa un moccioso arrivato da chissà dove, gli venne un brivido lungo la schiena dal ribrezzo.
La prese dal colletto della camicia avvicinandola pericolosamente al suo volto ( e alla sua altezza...) - Spero tu stia scherzando, Hanji... - sibilò il suo nome in tono minaccioso, tanto che la bruna dovette deviare lo sguardo non riuscendo a sorreggere la sua reazione.

- B-be, questo ragazzo non è propriamente Tedesco... è andato dall'America alla Germania ma... dato che si scalda facilmente e non si è scomodato ad imparare la lingua, è stato espulso da tre scuole diverse. Volevano provare un metodo diverso così... -

- Tu hai pensato bene di mandarlo in un posto del genere - finì lui al posto suo - In casa nostra? Hai avuto proprio un'ottima idea! E poi, non ti ho mai chiesto la storia della sua vita! -

- Levi... mi strozzi - Il ragazzo mollò la presa andando in cucina. Non voleva sentire una parola in più da quella quattrocchi psicopatica. Prese una lattina di birra dal frigo per poi dirigersi in camera velocemente - E dai, non vuoi saperne di più? - chiese Hanji seguendolo

- No, non voglio sapere un cazzo - rispose e si chiuse la porta alle spalle lasciandola davanti sulla soglia. Lei sospirò mettendo le mani sui fianchi. Sorrise. Ormai si era completamente abituata al comportamento di Levi, questa reazione esagerata non era nuova per lei

- Sappi che andremo a prenderlo domani mattina presto! Quindi mettiti la sveglia verso le 4! - urlò da dietro la porta. Levi si distese sul letto levandosi le calze e sistemandole accuratamente nel cassetto del comodino. Mise un braccio dietro la testa e bevve una generosa sorsata di birra. Non si sarebbe svegliato alle 4 del mattino per un moccioso di merda venuto da chissà dove a passare le sue giornate in casa sua. Si fotta Hanji, che ci vada da sola a prenderlo - Sappi che se non ti svegli, ti sveglierò io! -

- Non rompere! - gli urlò chiaramente irritato. Si girò sul fianco, posando la lattina sul comodino. Era ancora pomeriggio, troppo presto per andare a dormire. Sentì i passi della donna sfumare verso il corridoio. Se ne era andata, finalmente. Sospirò, non aveva scelta, doveva accompagnarla. Un ragazzino tedesco in casa. Chissà se parlava un minimo di Inglese. Non che fosse un esperto ma almeno sarebbero riusciti a comunicare. In realtà, un minimo di curiosità la provava pure lui, anche se non l'avrebbe mai ammesso ad Hanji. Le sue reazioni esagerate erano estenuanti. Tutti per lei erano una cavia e Levi non faceva eccezione. Ogni suo atteggiamento veniva documentato e analizzato. Nulla di strano dato che non era un tipo particolarmente emotivo; ogni suo comportamento, che non sia insultare o litigare con la gente, era una piacevole novità. Hanji faceva solo il suo lavoro di psicologa "Una rompicoglioni" si ritrovò a pensare, mentre si alzava per prendere l'I-pod nel cassetto interno dell'armadio. Ogni cosa nella stanza di Levi aveva un posto e quello doveva rimanere. Odiava chiunque violasse questa preziosa regola che garantiva una pacifica convivenza assieme a lui. Il letto perfettamente rifatto e i mobili sempre spolverati a dovere, come il resto della casa infondo. Definirlo maniaco della pulizia era un eufemismo.

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora