Capitolo 15

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- T-tornare in Germania!? - balbettò Hanji sconvolta. Eren annuì, gli occhi rossi e gonfi dal pianto.

La bruna sospirò sdraiandosi letteralmente sulla sedia imbottita del suo ufficio. Quando aveva visto arrivare il ragazzo durante le ore di lezione in lacrime, mai avrebbe pensato a una tale richiesta. Drastica e esagerata, secondo lei...

Erano passati giorni da all'ora e già bastava per notare la determinazione del giovane a riappacificarsi con quello scemo.

Doveva essere arrivato al limite della sopportazione.

Un poco lo capiva... - Sei sicuro? - ripeté, sperando in un cambio d'idea. Lui si asciugò gli occhi con la manica della camicia, per poi rivolgere il suo sguardo di nuovo alla donna.

- Ci ho provato Hanji... ma non riesco ad andare avanti così. - singhiozzò - So che.... che facendo così rovinerò la tua carriera.... però io... io... - venne bloccato dall'abbraccio della bruna, alzatasi dalla sedia appena iniziò quella frase.

- Non dirlo nemmeno per scherzo! La mia carriera non centra niente. Io voglio solo aiutarti Eren, e se allontanarti da lui può farti sentire meglio Bè, io non te lo impedirò. Non azzardarti mai più a pensare che per me sei solo un lavoro, chiaro? -

Scosse la testa ricambiando l'abbraccio, aggrappandosi alla sua maglia come se fosse ossigeno prezioso. Altri singhiozzi presero posto nella sua gola e si ritrovò a piangere come ormai faceva da troppo tempo.

Notò le braccia della bruna stringerlo ancora più a se. Tratteneva il pianto, determinando il suo abbastanza per entrambi.

Ci sarà tempo più tardi per il dolore... - A-allora - sussurrò Hanji - Per il biglietto basterà meno di un giorno... ma riguardo le scartoffie, ci vorrà sicuramente più tempo. - si staccò lentamente dal ragazzo sorridendogli amica e comprensiva - Una settimana. Puoi resistere? - annuì in risposta senza proferire parola - Bene, ora torna in classe. Parleremo a casa -

Eren uscì, scambiando ancora un saluto alla bruna, e si ritrovò Armin davanti alla porta ad aspettarlo.

Il biondino sorrise dandogli una pacca sulla spalla - Vuoi andartene davvero? - chiese in un sussurro; timido, come sempre.

- Sì… - rispose senza incrociare il suo sguardo, voleva nascondere i suoi occhi nuovamente rossi.

- E tra quanto? -

- Una settimana, credo - non ottenne risposta e continuarono a camminare nel corridoio, in silenzio.

Fu un singhiozzo da parte dell'amico a spezzare quella monotonia di passi. Eren si bloccò afferrando le sue spalle preoccupato. Cosa aveva da piangere? Che si sentisse male...

- Armin? -

- N-non voglio che tu v-vada via... - pianse fregandosi la faccia ed il ragazzo rimase stupito da questa uscita.

Nessuno gli aveva mai chiesto di rimanere durante i suoi frequenti scambi. Non trovò parole con cui ribattere e rimase semplicemente immobile, zitto; mentre il biondino continuava ad esternare tutta la tristezza repressa fino a quel momento - Capisco qu-quanto sia difficile però…in te ho trovato un vero amico, di quelli che non c-credevo ne esistessero. M-mi dispiace di essere così egoista, Eren... - il ragazzo sorrise accarezzando i suoi capelli dorati.

- Anche per me è lo stesso Armin. Sei il migliore amico che potessi avere e non devi scusarti! Non è un addio. Esistono i cellulari e le mail, sai? Ci terremo in contatto - Armin annuì mentre si lasciava scappare una risata d'imbarazzo. Si asciugò gli occhi con il suo cardigan azzurro preferito e tornò a guardare a terra

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