Capitolo 36

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"Sì mamma, sto bene."

"Non sai quanto mi fa piacere vedervi, era da tanto che non passavate."

"Mamma, è passata solamente una settimana." Sbuffai, cercando di dimenarmi da tutti i suoi strapazzi.
A poco avrei avuto una paralisi facciale.

"Dici che è poco? Oh, tesoro mio, fra qualche giorno partirai e poi potrò vederti solamente nelle feste."
In effetti aveva ragione. Mi faceva tenerezza. Mamma c'è sempre stata per me, così come papà. Si sono sempre presi cura di me in un modo che nessun altro genitore avrebbe fatto.

"Non preoccuparti Sally, terrò d'occhio io Delia." Intervenne Niall.

"Meno male che hai questo bel giovanotto accanto, figlia mia." Disse papà battendo la mano sulla spalla di Niall.
Sorrisi, immaginando me e Niall nella vita universitaria. Chissà quante ne passeremo, quante volte si arrabbierà, quanto sarà stronzo in certi momenti.

"Beh, sì papà, sono fortunata." Ammisi.

"Sono io quello fortunato, tesoro."
'Oh Niall, ti sei trattenuto dalla parola piccola per via dei miei?'

Sorrisi, accoccolandomi al suo petto.
Dopo qualche secondo presi la borsa, estraendo un pacco regalo.

"E comunque, buon compleanno mamma." Dissi porgendoglielo.

"Oh Delia, non dovevi."

"Ma certo che dovevo. Tanti auguri mamma."
Aveva le lacrime agli occhi e mentre sorrideva, aprì le braccia per stringermi forte. Posò le mani sulla mia schiena ed io sentii il calore materno proprio come quando avevo sei anni.

"Dai mamma, altrimenti piango anch'io. Piuttosto pensa ad aprire il regalo."
Lei si asciugò gli occhi, concentrandosi poi sull'ammasso di carta colorata. Spacchettò il regalo, rivelando una cornice che raffigurava due nostre foto: una di quand'ero più piccolina, l'altra fatta al mio diciottesimo.

"Oh tesoro, è bellissima!"

"Forse non sarà granché, ma mi andava di farlo, è bello vedere come si cambia nel corso degli anni, ed è bello vedere che tu sei sempre stata accanto a me, prima e anche dopo."

"Amore è bellissima, altroché. Ti voglio così tanto bene!"
Aprì di nuovo le braccia, e in men che non si dica mi avvolse, stringendomi così forte da farmi quasi mancare l'aria.

"Mamma, così mi soffochi." Affermai tra le risate.

"Scusami." Rise lei. "Grazie amore mio."

"E di che, mamma?" Le rivolsi un sorrisetto.

"Beh, posso farti gli auguri, Sally?" Intervenne Niall.

"Oh, ma certo."
Si staccò da me, dirigendosi a braccia aperte verso Niall. Si abbracciarono e lui le augurò un buon compleanno.

"Ehi, non sciupate mia moglie." Disse ironico mio padre.

"Stavamo proprio per andarcene papà, tranquillo." Risi, abbracciandolo.

"Perché non restate un altro po'?"

"Vogliamo lasciarvi tutta la serata per voi, starete tranquilli e sereni."

"Ma tesoro, già vai via?" Intervenne mamma.

"Mamma, sta tranquilla. Che ne dici se la prossima settimana veniamo a pranzare qui?"

"Ogni giorno."

"Ogni giorno? Non sarà troppo pesante per te?"

"Delia, fra quindici giorni partirai, quindi per me potreste restare anche la notte qui!"

"E va bene mamma, verremo a pranzare qui ogni giorno."

"Più cena."

"Più cena?!"
Lei inarcò un sopracciglio, come per dirmi di acconsentire. E così fu.

"Va bene, verremo tutti i giorni, pranzo e cena, ma non chiedermi di restare anche per la notte!"

"No tesoro, mi va bene così." Rise, abbracciandomi.

"Perfetto. Ci vediamo allora, passate una buona serata."

"Anche tu, cara." Rispose papà.
Dopo che io e Niall li salutammo, ci dirigemmo all'auto.

"Che dolce tua madre." Mi disse.

"Sì, mi fanno tanta tenerezza. Tengono tanto a me, e mi si spezza il cuore lasciarli qui."

"È normale Delia. È normale che ci sia un po' di tristezza iniziale così come è normale che a te dispiaccia. Ma posso dirti per esperienza che è solamente questione di abitudine. Tanto tornerai durante le feste, o comunque i giorni liberi, non preoccuparti."

"Sì, in effetti hai ragione. Beh, che facciamo?"

"Tu cosa vuoi fare?"

"Andiamo al parco giochi?" Chiesi, lo sguardo quasi uguale a quello di una bambina.

"Ma certo piccola." Rise, acconsentendo.

***
Quel parco era proprio come l'avevo visto l'ultima volta, solo che stavolta l'ambiente era molto più fresco. Percorrevamo insieme il viale, mano nella mano, solamente i nostri occhi a parlare. D'un tratto vidi due altalene, quelle altalene. Oh dio, ricordavano così tanto. Arrossii al pensiero.

"Guarda cosa c'è. Ti ricordano nulla?" Chiese di proposito Niall.

"Oh, zitto." Mi portai le mani in viso per l'imbarazzo.

"Che ne dici di sederti?"

"Da sola?"

"No, prima io, poi tu ti metterai sulle mie ginocchia."

"E se si rompe?"

"Non pesiamo trecento chili, Delia. Su, vieni."
Batté due volte la mano sulle sue ginocchia, chiedendo di sedermi. Mi avvicinai, ma restai di fronte a lui, in piedi.

"Beh? Non ti siedi?"

"Ssh."
Gli accarezzai una guancia con l'indice, avvicinandomi sempre più. Non mi sedetti di spalle, ma mi misi a cavalcioni. Il silenzio regnava tra noi. Gli misi entrambe le mani sul viso, giocherellando con la punta del naso. I suoi occhi; quei grandi e immensi occhi blu.

"Come fai Delia? Come fai a farmi innamorare ogni giorno sempre più? E senza far niente. Amo quando ti svegli la mattina, quando sei concentrata a preparare la colazione, il pranzo o la cena. Amo quando indossi una mia camicia e hai i capelli raccolti in una cosa spettinata. Amo quando ti dai completamente a me, quando ruoti i fianchi in cerca di me, chiedendomi di più. Amo quando mi dici di amarmi, quando mi tieni per mano e quando mi baci. Amo i tuoi schiaffetti sulle mani e le pacche sulla spalla. Io ti amo, Delia."

"Oh mio dio, Niall." Avevo gli occhi lucidi, e avrei voluto urlare per la felicità, proprio come un'adolescente.
Mi gettai sulle sue labbra, baciandolo come forse non avevo mai fatto. Aprivo la bocca per facilitargli l'ingresso della lingua, mentre l'altalena si muoveva avanti e indietro. Sembrava di volare, anche perché tenevo gli occhi chiusi. Non c'era sensazione migliore. Io e lui, solamente noi due.

"Che ne dici di andare a Parigi per le vacanze d'autunno?" Mi propose.

"Così presto?"

"L'università sarà chiusa."

"Beh, okay." Sorrisi.

"Ehi, Delia."

"Sì?"

"Grazie per esserti scontrata con la mia testa, quel giorno di luglio."

"Niall!" Iniziai a ridere.

"Ehi, non ti avrei mai conosciuta se non fosse stato per quello."

"Sta' zitto, scemo. Ti amo."

"Andiamo a casa."

With me!
Ehi ehi ehi fannn. Sì beh, dopo mesi e mesi sono tornata. Spero di non andarmene più, in tal caso vi informerò. Comunque...come procede la storia? Vi piace?
A proposito, ho pubblicato il primo capitolo di quella nuova, "The essential is invisible to the eyes." Se vi va, leggetela.
A presto xx.

An angel with blue ocean eyes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora