Tutto era ormai pronto: la villa in cui le dieci ragazze avrebbero vissuto da quel momento in avanti e la tabella di marcia delle loro giornate, la quale prevedeva delle lezioni di gruppo per prepararle al matrimonio e alla vita nell'alta società. C'era solo un problema per le sette coppie di genitori che si trovavano già all'esterno della nuova abitazione, dato dal fatto che nessuna delle loro figlie fosse ancora arrivata e si guardavano tra di loro con imbarazzo, mormorando parole di scuse ogni due secondi. Erano tutti lì da ore e avevano passato gran parte del tempo a firmare fogli e ad assicurarsi che fosse tutto perfetto, perciò il ritardo delle loro figlie stava dando loro motivo di fastidio.
Passò più di mezz'ora prima dell'arrivo di una macchina che sembrava pronta allo sfascio per quant'era malandata e piena di graffi e ammaccature. Dal lato del guidatore scese una ragazza con dei lunghi capelli neri, la quale sorrise subito a tutti i presenti "chiedo scusa per il ritardo, la macchina non voleva saperne di partire stamattina, dovrei proprio comprarne un'altra il prima possibile. Sono Park Jihyo, molto piacere di conoscervi" fece un piccolo inchino, era abituata a conoscere gente importante.
"È davvero ben educata, non come le nostre figlie" mormorò un uomo a suo moglie, beccandosi una gomitata nel fianco e un'occhiata truce "sai che ho ragione, sono ingestibili"
La ragazza si posizionò accanto ai genitori, rimanendo in silenzio mentre scriveva qualcosa al cellulare; si sentiva in imbarazzo a stare sola con tutti quegli adulti, nonostante lo fosse anche lei. Tutti i genitori, esclusi i suoi, stavano iniziando ad innervosirsi e alcuni di loro non si curavano nemmeno di tenere il tono di voce basso o di nascondere il loro disappunto. Passarono altri dieci minuti e arrivarono due ragazze che erano l'opposto l'una dell'altra: una era bassina e aveva le braccia piene di tatuaggi; l'altra era molto alta e aveva lo sguardo tra il timido e il distaccato.
"Buongiorno gente, scusate l'attesa infinita, ma non mi andava di alzarmi dal letto. Sono Chaeyoung, molto piacere di conoscervi" sorrise e diede il cinque a tutti, anche ai suoi genitori, prima di sedersi a terra a disegnare cose incomprensibili.
L'altra ragazza non era molto espansiva "sono Tzuyu, piacere" fece una smorfia e si sedette accanto a Chaeyoung, limitandosi a guardarsi le scarpe. Jihyo si chiese se fossero loro le figlie maleducate di cui aveva sentito parlare pochi minuti prima, ma le bastò osservarle per capire che quelle due erano amiche e non sorelle.
Un'altra ragazza arrivò trascinandosi dietro un enorme trolley e sorrise a tutti i presenti "ciao a tutti, mi chiamo Nayeon e spero che andremo d'accordo" strinse la mano a tutti, presentandosi educatamente anche alle ragazze che erano già arrivate "come mai siamo solo in quattro?"
"Perché, a quanto pare, ci sono ragazze più ritardatarie di te" disse la mamma della ragazza, tirandole affettuosamente una ciocca di capelli "ma ti perdono, solo perché è una giornata speciale"
La donna smise di parlare quando un taxi si fermò a pochi metri da loro e ne scese una ragazza con gli occhiali da sole e la pelle abbronzata "spero per tutti voi che questa giornata non vada a finire dritta nel cesso, ho lasciato le Hawaii per tornare in questo schifo di posto" era alta e aveva i lunghi capelli castani legati in uno chignon disordinato.
"Yoo Jeongyeon, modera i termini!" l'uomo che parlò aveva il viso arrossato dall'imbarazzo, odiava il linguaggio che utilizzava sua figlia "non sei col tuo gruppo di amiche"
"Scusa vecchio, ma non c'è davvero paragone tra i due luoghi" Jeongyeon guardò le ragazze "quattro sfigate, che meraviglia" disse con tono ironico.
Nayeon la guardò con sguardo truce "prima di giudicare gli altri dovresti guardarti allo specchio, deficiente"
"Non ho mai usato questo insulto, nemmeno alle elementari" Jeongyeon alzò le sopracciglia.
Jihyo e Nayeon erano le uniche offese e infastidite dall'insulto, mentre Chaeyoung e Tzuyu erano troppo prese a fissare due ragazze quasi identiche, le quali si stavano dirigendo verso di loro. Sembravano entrambe molto timide, ma si differenziavano grazie al colore dei loro capelli: una era mora, l'altra bionda. La prima aveva i lunghi capelli sciolti, l'altra li aveva legati in una coda alta ed era impegnata a giocare col cellulare, rischiando di inciampare un paio di volte e di far prendere un colpo alla loro mamma.
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My Red Thread of Destiny
FanfictionIn una società nella quale l'immagine e i soldi sono tutto, sette famiglie decidono di programmare dei matrimoni combinati tra le loro figlie. Dieci ragazze col destino già scritto si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto, costrette a passare...