Discorsi Da Non Rimandare

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Tzuyu non riusciva ancora a credere di aver ricevuto una telefonata dalla signora Minatozaki in persona, la quale l'aveva invitata per il pomeriggio. Tutto in quell'ambiente la fece sentire piccola: i cancelli alti circa tre metri, il giardino ampio e l'enorme villa situata nel mezzo. La casa che condivideva con le altre non era nulla al confronto.

Venne accolta all'ingresso da una signora gentile, la quale la accompagnò subito dalla padrona di casa. Non poteva fare a meno di guardarsi intorno estasiata, ammirando ogni singolo dettaglio di quell'abitazione super costosa.

"Tzuyu, benvenuta" la signora Minatozaki la accolse dandole un forte abbraccio "mi dispiace di averti invitata con così poco preavviso, ma sono davvero contenta di vederti qui. Vuoi fare merenda?"

"Nessun problema, non avevo nessun impegno" sorrise cordiale e guardò il tavolino di vetro davanti al divano, carico di cose da mangiare "c'è di tutto su quel tavolino"

La donna sorrise e le fece cenno di sedersi "mangia tutto quello che vuoi, non fare complimenti"

Si misero a chiacchierare del più e del meno, trascorrendo qualche minuto anche col signor Minatozaki prima che quest'ultimo dovesse andare in ufficio per una riunione. Parlare con loro era semplice persino per Tzuyu e si sentì sollevata di non essersi trovata davanti il solito tipo di adulti a cui era abituata.

"Sharon non sa che sei qui e non ho intenzione di dirglielo" disse la donna di punto in bianco "non sarebbe stato giusto nei confronti di nessuna di voi due; puoi trascorrere del tempo con lei, se ti va. Ha delle ricadute a volte, però sta migliorando e adesso riesce a gestire l'astinenza"

"Sono davvero contenta di saperlo, ero molto preoccupata" mise giù il tovagliolo con cui si era pulita le mani "ma non credo che le farebbe bene vedermi dopo tutto quello che è successo"

Un sorriso si fece strada sul volto della signora Minatozaki "posso assicurarti che quello che hai appena detto non è vero, mia figlia tiene molto a te e, non dirle che te l'ho detto, sei sempre nei suoi pensieri" le fece l'occhiolino, perdendo il suo sguardo giocoso non appena sentì il rumore di qualcosa che andava in pezzi e un tonfo "ti prego, non il vaso che ho comprato all'asta a Londra" corse subito a controllare.

Tzuyu seguì la donna e la scena che le si presentò davanti era a metà tra il comico e il tragico: Sharon era seduta a terra, circondata dai cocci di un vaso, e sua madre stava controllando che non si fosse fatta male.

"Accidenti tesoro, quante volte devo dirti di fare attenzione quando scendi le scale? Non potrai più giocare con le braccia ingessate, sai? Guarda, ti sanguina la fronte" la donna chiamò subito uno dei domestici per farsi portare il necessario per prendersi cura della sua bambina.

Sharon, tuttavia, non stava prestando la minima attenzione a sua madre, troppo impegnata a guardare la ragazza a pochi passi da loro. Fece un sorriso appena accennato e i suoi occhi trasmettevano tanto di quell'affetto da far venire i brividi a Tzuyu.

"Tu e Sana avete una malsana ossessione per i miei poveri vasi, ho perso il conto di quanti ne avete rotti" borbottò la donna mentre le stava disinfettando la ferita sulla fronte "la cosa che mi fa arrabbiare è che scegliete sempre quelli più rari e costosi, piccole pesti"

"Quello che ho appena rotto era orrendo, ti ho fatto un favore facendo spazio per un vaso migliore" le sorrise angelica, proprio com'era solita fare Sana "e non è colpa nostra se ti piace collezionare oggetti fragili"

La donna si assicurò di metterle il cerotto con più forza del dovuto, sorridendo soddisfatta quando Sharon emise un gemito di dolore "te lo sei meritato, tesoro mio" le baciò la testa e si alzò da terra, pronta a chiamare qualcuno per pulire quel disastro.

My Red Thread of DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora