•31 - La tortura mentale della Torre Est.

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«Sei un figlio di puttana!» Grido, con le lacrime agli occhi mentre cerco di sottrarmi alla presa delle guardie. «Non puoi stare lontano da questo palazzo, è casa tua.»
«Casa mia è dove c'è anche lui!»
«Quindi sottoterra?» Domanda, ridendo.

Sgrano gli occhi e stringo i denti.
«Taehyung non è morto!» Scuoto la testa, con i pugni stretti. «E ti ucciderà.»
Sospira e cammina verso di me. «Sei ancora un ragazzino, Jungkook. Non hai capito come funziona il mondo» dice, accarezzando la mia guancia.

«Oh ma sta tranquillo, recuperemo il corpo. Così potrai dargli il bacino della buonanotte.»
«Va all'inferno! Il diavolo è meno diabolico di te, bastardo!»

«Rinchiudetelo nella Torre Est.»
Blocco i miei movimenti, mentre lo guardo sconvolto. «Ti supplico...no...non nella Torre Est. Per favore.»
«Adesso mi supplichi?» Ridacchia, portando la braccia al petto. «Portatelo via.»

«Lasciatemi!»
Saliamo le scale fino alla porta della torre, dove mi spingono dentro. «Non potete!»
Chiudono la porta e io sbatto le mani contro di essa, gridando a squarciagola di liberarmi ma pare che nessuno lo faccia.

Singhiozzo, inginocchiandomi. Appoggio la schiena contro alla porta e respiro pesantemente. La Torre Est, è la peggiore delle torture. Una tortura mentale, capace di provocare il suicidio di chiunque venga rinchiuso qua dentro.
Un tempo, si credeva che fosse opera della stregoneria, ma in realtà è tutta una questione mentale.

Le lacrime scendono incessanti lungo le mie guance. «Ti prego, Dio» sussurro.
«Ti s-supplico, fai che sia v-vivo.»
Congiungo le mani, mentre una morsa si fa più stretta nel mio stomaco. Se Taehyung dovesse essere morto, io mi ucciderei. In questa merda non ci sto senza di lui, non vivo da solo. Non ce la faccio.

«Per favore...f-fa che non sia morto.»
Stringo la collana con la mano.

TAEHYUNG

«Jungkook» apro di scatto gli occhi. Stringo i denti, toccandomi l'addome fasciato.
«Finalmente vi siete svegliato, signore.»
Guardo di lato, notando un bambino seduto per terra che mi guarda con un sorriso contento.

«Sei tu che mi hai salvato?» Domando. «L'ha fatto la vecchia Darin. Io vi ho portato da lei.»
Questa casa, sembra totalmente abbandonata e smessa. «Le guardie vi stanno cercando, ma non temete qui siete al sicuro, signore.»

Ridacchio. «Dì un po' ragazzino, come ti chiami?» Chiedo, con un sorriso.
«Jaesoon, signore.»
«Senti, Jaesoon, non c'è bisogno che usi tutto questo rispetto. Io sono Taehyung, d'accordo?»

«Taehyung?» Domanda, confuso. «Sì.»
«Credevo che vi chiamaste "Jungkook". Non avete detto altro per tutto il tempo.»
Deglutisco, guardando in basso. «Ero solo quando mi hai trovato?» Chiedo.
«Sì.»

Le guardie, l'hanno portato a corte. Stringo un pugno, pesando a ciò che Joohyuk possa fargli adesso che sono lontano da lui.
Faccio per prendere la collana, ma è sparita.
«La mia collana» dico, guardando Jaesoon.
«Non avevate nessuna collana.»

La porta della casa si apre, così alzo lo sguardo. Una vecchia donna, tiene un cestino e una sciarpa sulla testa. «Si è svegliato.»
«Si chiama Taehyung.»
«Come stai, ragazzo?» Mi chiede, sedendosi su una sedia. «Devo andare a palazzo.»

«Prima devi aspettare che la ferita guarisca. Sei scampato alla morte per un soffio.»
Mi porge una tazza che, in modo riluttante, prendo. «Voi non capite, io devo andarci.»
«Ascolta, l'amore ti ha portato a questo, se ci corri incontro adesso, finirai per essere ucciso proprio dall'amore. Aspetta, tanto lui non scappa.»

THE PRINCE|| TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora