{74} Problemi

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Il tempo curava le ferite, quante volte Demet aveva ascoltato quelle parole... tante, forse troppe.

Peccato per tutti che lei fosse cambiata.

I giorni erano passati e suo padre faceva finta di non aver mai avuto quella conversazione con lei.

Lo aveva di certo turbato, ma era la verità. Il legame fra lei e Can non era solo il rapporto fra due semplici fidanzati.

Era qualcosa di particolarmente bello, lui le era stato accanto sempre, in qualsiasi momento, anche quando litigavano, anche quando si mandavano all'inferno, lui era sempre dietro all'angolo fermo ad aspettarla, se avesse avuto bisogno lui c'era.

Non voleva e non poteva rinunciare a questo perché suo padre aveva un'opinione diversa di lui.

L'avrebbe accettato con il tempo, ma lei non voleva più avere problemi di questo genere.

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-Te lo assicuro- Non la vedeva, ma poteva immaginarla saltellare per l'hotel.

-Ma Deren non mi ha detto nulla- Continuò.

-Ti pare che possa dirti una cosa del genere? Dovrebbe essere una sorpresa- Abbassò la voce.

-Guliz non mi pare una cosa possibile- Disse scrivendo al pc.

-Ti ho detto che il signor Can questa sera ti chiederà di sposarlo!- Disse prima di riattaccare.

L'ultima cosa che sentì fu la voce di Can che la richiamava e lei urlare 'mi dica signor Can'.

Era pazza, senza dubbio.

Quello che le aveva raccontato le sembrava strano, come poteva chiederle di sposarlo così, da un giorno all'altro?

In Turchia erano pieni di tradizioni secolari, come sarebbe stata possibile una cosa del genere? Non che lui fosse tradizionalista, anzi, per niente.

Demet non fece che pensarci, per tutto il giorno.. che Guliz avesse ragione? Beh, sarebbe di certo una bellissima cosa, ma non sapeva dire se era pronta o meno ad una vita matrimoniale.

Sarebbe stato davvero bello però.

-Tesoro, tra meno di un'ora il direttore della gioielleria sarà qui. Raduna i ragazzi per la presentazione e controlla i budget ancora una volta. Mi raccomando, è un amico, è importante che sia soddisfatto del lavoro- Rimase fermo sulla porta.

-Non preoccuparti, ne abbiamo già parlato e sembrava andare tutto bene, non dovrebbe essere molto complicato- Sorrise continuando a controllare la presentazione e ad aggiustare qualche particolare.

-Va bene, esco.. ci vediamo dopo- Sorrise.

-Va bene, non dimenticare di controllare le riprese sul lungomare- Lo guardò, sia mai che qualcosa venga fatta senza la sua approvazione.

-Sto andando lì- Sorrise salutandomi con la mano. Sorrise anche la ragazza, era un maniaco del controllo quell'uomo.

Ci volle poco prima che qualcun altro bussasse alla porta del piccolo ufficio.

-Avanti- Disse.

-Mi dispiace per quello che è successo con il tuo ragazzo- Non le lasciò nemmeno il tempo di replicare, chiuse la porta ed andò via.

La ragazza sbuffò, sapeva che lo aveva fatto per il suo bene, perché si preoccupava. Ma non aveva alcun diritto di comportarsi con lui in quel modo.

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-Piantala Ethan..- Lasciò dei documenti sulla sua scrivania prima di andare.

-Ferma dove sei signorina- Urlò prima che la porta si aprisse.

-Cosa c'è ancora?- Sbuffò.

-Quel ragazzo ti ha puntato- Ammiccò.

Ancora? Non era bastato il minuto e mezzo che lei aveva dedicato a quella conversazione?

-Chi ti ha puntato?- Sentirono.

-Il figlio di un noto gioielliere, penso abbia anche diverse proprietà ora non ricordo. Si vede lontano un miglio che ci stava provando con Demet- Si girò alla fine del discorso e trovò Can, a braccia conserte che lo ascoltava molto attentamente.

Strabuzzò gli occhi dallo stupore, non aveva riconosciuto la voce.

Demet invece guardava qualsiasi cosa tranne il suo fidanzato.

-Ora devo andare- Disse di fretta il ragazzo.

-Tu non vai proprio da nessuna parte. Chi sarebbe questo?- Chiese ancora Can.

-Amore, stava solo scherzando- La ragazza posò una mano sul braccio di lui.

-Si infatti... scherzavo- Corse via senza lasciare il tempo di replicare.

Can non era molto convinto, infatti continuava a fare domande in merito alla sua ragazza, che prontamente cercava di evitare la questione, cambiando argomento.

Fortunatamente riuscì a dissuaderlo da quella conversazione, a lei non interessava affatto perdere tempo con quella conversazione, quando aveva mille cose più importanti da fare.

-Cosa ci fai qui? Non dovevi lavorare?- Sorrise Demet avvicinandosi all'uomo.

-Si, ma ho pensato di fare una pausa e venirti a trovare- sorrise ammiccando.

La ragazza sorrise, andava tutto bene.



AUTRICE

Ehi,
avete ragione,
sono sparita per un mese ed ora arrivo con un capitolo ed uno stupido "ehi".

È stato un periodo tosto, un periodo che va avanti da ottobre, non riuscivo a trovare una mia stabilità e forse non l'ho ancora trovata. Ma sto bene con me stessa finalmente.
Mi è mancato scrivere, devo ammetterlo. Ma di tempo materiale non ne ho avuto.

Vi leggevo, ma non ho mai avuto il coraggio di rispondere. Perché fondamentalmente non sapevo come spiegarvi una situazione che nemmeno io capivo.

Detto ciò voglio ringraziare tutte coloro che si sono preoccupate per me e chiedervi scusa se non ho risposto..

Non vorrei sollevare un polverone, ma apprezzo molto di meno le persone che si sono prese la libertà di mettere bocca nelle mie decisioni.

A quelle persone voglio dire. Noi scrittrici siamo persone, donne, molte volte mamme (non è il mio caso). Abbiamo una vita e non siamo OBBLIGATE a darvi spiegazioni.. è qualcosa che facciamo perché ci va di farlo.

Ma non sono obbligata a raccontare i miei problemi e nemmeno a leggere messaggi del tipo "sono delusa" "sei come tutte le altre" "voi scrittrici fate sempre questo"
Provate voi a scrivere una storia.. magari siete migliori di me, avete più tempo, sarete più costanti.. non avrete problemi. Ve lo auguro. 

Ma vi auguro anche di imparare ad apprezzare il lavoro altrui prima di giudicarlo.

Detto ciò pace e amore.

Vi voglio bene, Angii❤

Più forte dell'amore -Can Yaman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora