{25} Chiamami Can

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La ricerca di quei documenti si rivelò più complicata del previsto.

Il mio cellulare squillava di continuo, la signora Deren e Guliz mi avevano lasciato decine di chiamate a cui Can mi diceva di non rispondere, per quanto riguardava il suo di cellulare, lo aveva spento direttamente.

-Dammi quel coso Demet- Disse spazientito dal suono della vibrazione.

-Signor Can ora metto il silenzioso-

-Nono, dammi quel coso- Ripeté.

Feci come mi aveva chiesto, rispose al cellulare, ed in quel momento mi passai le mani fra i capelli esasperata, se avesse saputo che ero con Can mi avrebbe licenziata in tronco senza nemmeno aspettare che fossi ritornata in hotel.

Le disse in tono molto freddo che ero con lui e che doveva smetterla di chiamare di continuo.

Mi restituì il telefono dopo pochissimo e mi chiese di spegnerlo, lo feci, era arrabbiato perché non eravamo riusciti a trovare quei documenti, nonostante li stessimo cercando ormai da svariate ore.

-Signor Can posso farle una domanda?- Chiesi fissando il caminetto.

Lui si girò verso di me e annuì.

-Cosa usava più spesso suo nonno?- 

Lui ci pensò per qualche secondo.

-Aveva sempre un libro fra le mani, ma mia nonna non l'ha mai ritrovato- Mi disse.

Ci pensai un po' su, era probabile che l'avesse nascosto da qualche parte.

-Da quando non viene usato il caminetto?- Gli chiesi continuando a fissarlo.

-Da quest'inverno, l'ultimo ad averlo utilizzato sono stato io, perché?- Chiese avvicinandosi.

-Curiosità- Risposi.

Se lo aveva utilizzato non era di certo lì dentro quello che stavamo cercando, o comunque era andato perso.

Continuammo a cercare per la casa, ma sembrava impossibile.

Nonostante le poche parole che ci eravamo rivolti io e Can erano gli sguardi a parlare, io mi sentivo a disagio, ma pian piano dovetti abituarmi, non saremmo andati via di lì molto presto.


SERKAY

Tornai all'hotel un'ora dopo, ero amareggiato. Avevo tradito la fiducia di Demet e non mi ero nemmeno reso conto che la stavo ferendo.

Mi era dispiaciuto tantissimo sentirle dire quelle parole, alla fine per me significava molto quel gesto. Aveva scelto Can.

-Che diavolo ci fai tu qui?- Ceyda mi corse incontro.

-Ho avuto una piccola discussione con Demet ed è rimasta alla baita con Can-

Solo allora capii, lei sapeva tutto.

-Ma sei stupido o cosa? Li hai lasciati lì da soli?- Urlò.

-Cazzo! Mi hanno preso in giro- Strinsi i pugni per poi colpire l'auto.

-Can le ha raccontato del documento, ma come faceva lui a sapere che saresti andato lì?- Ceyda camminava avanti e indietro.

-Non ha importanza ora, devo tornare alla baita- Dissi cercando le chiavi.

-Non puoi, ormai è evidente che non ti credono, non la troveranno, d'altronde nessuno ha mai trovato quel documento-

-Chissà se non sta nella camera della vecchia- Ci riflettei su.

-Ma non avevi controllato?- Incrociò le bracci al petto.

-No, c'era lei nella stanza, come potevo?-

-Ma sei stupido?- Urlò.

-Io non porterei in giro un documento tanto importante-

-Non possiamo saperlo, sei uno stupido- Sbuffò.

-Hai chiesto a Kira di controllare?- Le chiesi poi.

-Sta tenendo d'occhio la vecchia, pessima scelta quella di Can di licenziarla- Rise.

-Dobbiamo trovare quel documento, altrimenti puoi salutare Can. Se lo trovano capiranno tutto-

-Non capiranno un bel niente, tua madre ha sistemato tutto, quella è solo una garanzia che è meglio avere fra le nostre mani- Mi parlò con sufficienza.


CAN

Era la terza volta che guardava in quel caminetto eppure continuava a girare per i dintorni di questo.

-Demet? Tutto bene?- 

-Si signor Can- Sorrise

-Siamo ritornati al signore?-

-Ti prego, chiamami CAN, non è difficile, C A N- Le sorrisi.

Lei ricambiò lo sguardo.

-D'accordo Can- 

La lasciai frugare tra altri documenti in bella vista sul tavolo.

La sentii dire qualcosa sotto voce, ma ormai era nel suo mondo, non la seguivo, anche se non avevamo mai realmente allontanato il mio sguardo da lei.

La ritrovai ancora accanto a quel camino, la lasciai fare, stavolta aveva usato la torcia del cellulare.

-Lo sapevo!- Urlò facendo eco con la testa all'interno.

-Can, ho trovato qualcosa- Urlò ancora.

-Arrivo- Le dissi.

-Riesci a sollevarmi un po'?- Mi chiese, era praticamente infilata quasi a figura intera nel camino.

-Se non ti incastri si- La presi sul ridere.

-Ti sembra questo il momento?- Disse scocciata.

-Va bene, va bene- La presi in braccio sollevandola dalle cosce.

Mi dimenticai completamente di avvisarla e diede un urletto che provocò la mia risata.

-Non ridere- Mi beccai una ramanzina sul fatto che lei stesse cercando di aiutarmi e che io non facevo altro che ridere di lei.

Dopo qualche minuto passato in quello stato mi chiese di tirarla giù.

Uscì dal camino con un libro fra le mani, quel libro.

-Non ci credo- Le dissi.

-Già, nemmeno io- Sorrise.

Aprii il libro e trovai due fogli spillati. Era quello il documento che stavamo cercando.

-Sei fantastica- Dissi abbracciandola e prendendola in braccio.

Feci un giro su me stesso e lei legò le mani dietro il mio collo, mi piaceva quella sensazione di calore che stavo provando proprio al centro del petto.

-Sono sporca, finirai per sporcarti anche tu- Si era raffreddata.

La misi a terra.

-Sei bellissima anche con il viso sporco di cenere- Le sussurrai all'orecchio.

-Signor Can potrebbe dirmi dov'è il bagno?- Guardò fuori dalla finestra.

Avevo capito ormai che il signore era un diversivo per allontanarmi da lei, non ne capivo il motivo, stavo provando ad aprirmi e lo stavo facendo per la prima volta con una donna, lei mi respingeva.

Non avrei mollato, ma non avrei nemmeno continuato all'infinito.

Le indicai la porta del bagno, si diresse lì senza nemmeno guardarmi, non sapevo più come comportarmi in sua presenza.

Qualsiasi scelta sembrava quella sbagliata con lei...




Più forte dell'amore -Can Yaman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora