{9} Can, Can, Can, e ancora Can

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Can era appena ritornato in hotel, non aveva voglia di perdere tempo con nessuno, voleva solo prendere degli effetti personali ed uscire di nuovo, doveva incontrarsi con suo fratello, erano mesi che non lo vedeva.

Ma purtroppo ad attenderlo proprio alla hall del suo Hotel c'era Deren.

-Can devo parlarti assolutamente- disse alzandosi dal divanetto in ecopelle.

-Allah, Allah, che altro c'è Deren?- disse scocciato salendo le scale che portavano all'ascensore.

-Mi sono pentita di aver assunto quella ragazzina, è indisponente, indisciplinata e mi dà sui nervi, Can... falle tu un colloquio e vedrai-

-Can. Can. Can. Can. Ma sapete dire solo questo?- Sbuffò premendo il dodicesimo piano sui pulsanti dell'ascensore.

Deren entrò prima che le porte si chiudessero.

-Non sto scherzando! Quella ragazzina è... insopportabile-

-Quando mai tu hai sopportato qualcuno Deren? E poi il fatto che ti mandi sui nervi mi piace, magari sarai troppo impegnata a rimproverarla e mi lascerai in pace-

-Can ora sei ingiusto!- tentò di trattenere l'emozione.

-Non mi interessa un cazzo che ti dia sui nervi, non siamo alle scuole elementari! Valuta il suo lavoro Deren e lasciami in pace una volta per tutte- disse uscendo dall'ascensore.

La ragazza continuò a seguirlo.

Se c'era una cosa che lui non sopportava, era che lo seguissero quando lui aveva dato già tutte le direttive necessarie per procedere.

-Can- lo fermò per un braccio.

Il ragazzo guardò dritto davanti a sé, aveva uno sguardo duro, se solo avesse provato a guardare Deren l'avrebbe fulminata, facendola diventare polvere.

-Cosa vuoi ancora?- Sbuffò poggiando il pollice e l'indice della mano destra alla base del naso, chiudendo gli occhi.

-Sta pulendo il tuo studio in questo momento- disse con tono pacato.

Can la guardò come a voler dire e allora?

-Ha avuto il coraggio di dire che le tue regole sono stupide, per lei non ha senso che questo piano sia riservato solo a te, pensa che tu sia egocentrico- Disse parlando velocemente.

-È nuova, insegnale a rispettare il capo e siamo pari ok? Adesso hai finito o c'è dell'altro?- la guardò con sufficienza.

-Finito- Disse arrendevole la donna.

Lui riprese a camminare verso la sua stanza, mentre la donna allungò il passo per raggiungere il più in fretta possibile l'ascensore, era da parecchio che Can non la trattava male come aveva fatto poco fa.

Pensava di aver raggiunto il punto in cui lui imparasse ad amarla per quella che era, aveva sempre avuto una cotta per quell'uomo, fin da quando aveva iniziato a lavorare per lui.

Sapeva bene però che Can era troppo preso da altre cose per poterla solamente guardare.

Lui era il classico tipo d'uomo bello e impossibile, quello che tutti desiderano ma che possono avere per una sola notte, quello che gestisce il locale notturno più bello di tutta Istanbul, quello che ha dei principi, quello che non si sognerebbe mai di andare a letto con una delle sue dipendenti.

Deren era sempre stata convinta che prima o poi il suo fascino avrebbe ammaliato Can, ci sperava.

Amava pensare che lei sarebbe stata il motivo del cambiamento di quell'uomo, e nonostante la delusione appena presa, lei ci sperava comunque, probabilmente ancora non sapeva di meritare di meglio, qualcuno migliore di Can Yaman.

DEMET

Era stupido, tutto quel modo di ragionare, quel piano riservato solamente al signori Yaman, Ok che era un uomo anziano, ma addirittura così egocentrico da riservarsi un piano tutto per sé, manco avesse dovuto affittare quelle camere a qualcuno.

Era impossibile per me pulire quel piano da sola in solamente 2 ore.

La signora Deren mi aveva detto che il capo sarebbe rientrato a breve, e che avevo solamente quel lasso di tempo per pulire l'intero piano, sarebbe stato possibile se con me ci fosse stata almeno un'altra persona, ma purtroppo non era così.

Probabilmente avevo fatto infuriare la signora e quindi questo era quello che mi spettava, sperai vivamente che non ci fosse stata sempre lei a capo dei miei impieghi in questo hotel, avrebbe sicuramente trovato il modo di licenziarmi in fretta.

Che poi, detta tra noi, questa era un'altra cosa stupida, lei era la responsabile dei dipendenti, non il capo, avrebbe dovuto fare rapporto ai piani superiori, non avere potere decisionale su che licenziare e chi no.

Mi trovavo nello studio del vecchiaccio, c'erano carte sparse ovunque, era proprio disordinato, si vedeva lontano un miglio che c'era bisogno di una bella pulizia in questa stanza.

Ad un tratto della porta entrò qualcuno.

-Oh Allah, che ci fai tu qui dentro? Esci immediatamente!- una ragazza, vestita da simil hostess, vagava per la stanza agitandosi.

Aveva i capelli corvini raccolti in una coda bassa, ricoperti poi da uno stupido cappellino rosso e bianco con il simbolo dell'hotel, aveva una gonna che le arrivava poco sopra le ginocchia, sempre dello stesso colore rosso, una camicia bianca ed una giacca che solo vedendola avevo caldo per lei.

-Mi hanno detto di pulire questo piano- la Guardai di obliquo, era strana.

-Impossibile, il signore non vuole nessuno su questo piano- continuava ad agitare nervosamente le mani.

-E allora che ci fai qui?- alzai un sopracciglio stanca di quella ragazza.

-Giusto, che ci faccio?- Si grattò il capo ed uscì velocemente dalla stanza.

Ma in questo hotel, ci sono solamente dipendenti con qualche rotella fuori posto?

Più forte dell'amore -Can Yaman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora