{31} Allontanarsi dalla realtà

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L'ambiente era stracolmo di candele, sorrisi, mi sarei aspettata tutto da lui, meno che questo.

Ma ormai avevo capito che quell'uomo mi avrebbe sempre stupita, come aveva fatto fino a quel momento.

Lui entrò togliendosi la giacca e poggiandola su di una delle poltrone.

Io rimasi poggiata allo stipite della porta, sorridendo come una perfetta stupida mentre mi guardavo intorno.

Can mi osservò ricambiando il mio stesso sorriso.

-Resterai lì per tutta la sera?- Si portò le mani ai fianchi e solo ora sembro rendermi conto che in confronto a lui ero davvero piccola.

Scossi la testa ricambiando il suo sguardo e entrai, chiudendo la porta alle mie spalle.

-Se solo me lo avessi detto avrei indossato qualcosa di più... semplice- Gli dissi guardando il vestito che stavo indossando.
Lui si avvicinò a me lentamente, mi guardava in un modo che non sapevo nemmeno interpretare. Dai suoi occhi trasudava ammirazione, una cosa che in lui non avevo mai visto prima d'ora.

-Sei perfetta- Mi posò la mano sulla guancia.

Trattenni a stento un sorriso.

-Non è un po' esagerato?- Guardai a terra giocando con la manica del vestito.

-Per mettere un vestito del genere non conta il luogo, ma la compagnia, non trovi?- Ero in totale adorazione e mi sentivo una stupida.

Odiavo quella sensazione di impotenza che provavo davanti alla sua possente figura.

Ad interrompere quel momento fu la porta, qualcuno aveva bussato.

Lo guardai, non mi sarei stupita affatto se dietro quella porta ci fosse stata la signora Deren.

Per mia fortuna non era così, un ragazzo di una trentina d'anni con delle buste fra le mani, Can lo ringraziò e lui andò via.

-Lo so, sarebbe stato molto più romantico se avessi preparato io la cena, ma dato che non ho fatto la spesa e che ho organizzato tutto all'ultimo momento...eccoci qui- Sorrise alzando le braccia e sollevando quindi le buste che aveva fra le mani.

Gli andai incontro prendendo le buste dalle sue mani, era insolito come primo appuntamento, eppure mi piaceva lo stesso, non che io ne abbia avuti molti nella mia vita.

Dopo aver cenato non avevo idea di cosa dire o fare, ma come al solito ci pensò lui.

-Vieni- Disse prendendomi la mano e portandomi fuori.

Appena uscii dalla piccola porta vetro vidi un giardinetto davvero carino e ben curato, per terra, disteso sull'erba vi era un telo enorme ed un piccolo fuoco che era stato acceso da poco.

Non avrebbe mai smesso di stupirmi, quando aveva trovato il tempo di preparare tutto questo? E perché era tutto tremendamente romantico?

-Can...- Sussurrai dallo stupore.

-Lo so, non ho avuto molto tempo e mi sono dovuto arrangiare così. Ti prometto che avrai un primo appuntamento migliore di questo- Mi sorrise.

-Can è perfetto- Dissi guardando i cuscini colorati sul telo.

Lui sorrise in modo spontaneo, adoravo quando lo faceva, mi sentivo bene anche io quando lui sorrideva in quel modo così sincero.

Mi prese la mano e mi fece sedere, dopo poco prese posto al mio fianco.

Il suo sguardo bruciava su di me, come era già accaduto in precedenza, come solo lui sapeva fare.

Prima o poi avrebbe consumato il mio corpo a furia di guardarlo così intensamente, ma non mi importava per niente. Se fosse stato lui la mia fine, avrei accettato qualsiasi cosa.

Lui si stese, con lo sguardo rivolto al cielo, io lo guardai, ora che non poteva più guardarmi era più semplice per me studiarlo in tutta la sua bellezza statuaria.

Molte volte avevo pensato che fosse il frutto di un'opera d'arte, almeno esteticamente.

Dopo qualche secondo di profondo ed assoluto silenzio mi stesi accanto a lui, poggiando la mia testa sul suo braccio, che ben presto iniziò ad accarezzarmi la spalla.

-Molte volte allontanarsi dalla realtà fa bene- Disse d'improvviso.

-Lo so, ma la bravura non sta nell'allontanarsi dalla realtà, sta nel crearsene una nuova, giusta per te, che non ti faccia stare stretto nella tua stessa vita- Dissi fissando un punto preciso nell'intensa distesa scura che avevo davanti agli occhi.

-Stiamo ancora parlando di noi?- Si voltò con la testa verso di me.

-Anche, si- Continuai a guardare per aria.

Stare così vicini mi provocava una sensazione inspiegabile a parole, era bella, ma anche un po' malinconica, perché sapevo che mi sarebbe mancata prima o poi.

Mi prese il viso con la mano destra, ovvero quella libera.

Al contatto mi voltai verso di lui, come nostro solito ci ritrovammo ad un palmo di distanza l'uno dall'altra.

Lui si avvicinò ancora di più al mio viso, mi morsi il labbro in preda al nervosismo, non era la prima volta che baciavo quelle labbra, ma era la prima volta che lo volevamo fortemente entrambi.

Nessuno poteva rovinare quel momento perfetto.

Mi avvicinai a lui anche io, chiusi gli occhi, ero già in estasi, ancor prima di sfiorare la pelle delle sue labbra.

Avvertii la sua barba pizzicarmi sul labbro e fu allora che il mio stomaco esplose di emozioni, un'emozione che mi mozzò il fiato per qualche secondo.

Portai la mia mano dietro la sua testa, a contatto con i suoi magnifici capelli raccolti in un perfetto chignon.

Le nostre labbra entrarono in contatto provocandomi una scarica elettrica che percorse tutto il mio corpo.

Quel bacio stava prendendo vita in quel preciso istante, ed io capii che non ne avrei più potuto fare a meno, della sua presenza, delle sue mani sul mio corpo e dei suoi baci.

Sembravo aver dimenticato qualsiasi cosa, compreso il fatto che lui avesse avuto così tante donne che probabilmente questa era la cosa più insignificante che stesse facendo.

Ma ormai avevo perso, non riuscivo più a resistergli e stargli lontano.

Il contatto fra le nostre labbra aumentò di intensità, lui conduceva ed io lo seguivo a ruota.

CAN

Non riuscii a capire cosa mi stesse succedendo, nel preciso istante in cui le nostre labbra si erano toccate avevo perso la cognizione di ogni cosa.

Non avevo mai provato niente di simile, eppure ero stato con centinaia di donne.

Ma lei, lo avevo capito fin dall'inizio che sarebbe stata altra storia.

Si allontanò da me, respirando a fatica, mi sentivo bruciare dalla testa ai piedi. Non riconobbi alcuna di quelle sensazioni, e quella fu la conferma che non le avevo mai sperimentate prima di allora.

Demet mi guardò, era agitata, ma non doveva esserlo, era la nostra prima volta, la prima volta insieme.

Le lasciai sulle labbra un veloce bacio a stampo, lei sgranò gli occhi dalla sorpresa, era davvero bellissima.

La strinsi a me in un abbraccio, non l'avrei lasciata andare. Non proprio quando l'avevo trovata.

Più forte dell'amore -Can Yaman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora