{56} Amicizia (?)

2.2K 160 25
                                    

In vita mia non avevo mai rincorso qualcuno, per nessun motivo al mondo, non perché fosse una questione d'orgoglio, bensì perché non avevo mai avuto delle persone a cui tenessi per davvero.

Avevo iniziato a vivere solo dopo il mio arrivo ad Istanbul, solo dopo aver conosciuto Can, Guliz, Deren.

In quei momenti ho davvero imparato qualcosa, ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa.

Persino Can, la prima volta in cui ci siamo visti... Ripensandoci, quanto può essere buffo e imprevedibile il destino?

Alla fine mi sono innamorata di quell'uomo, di colui che ha conosciuto la parte più fragile e anche quella peggiore di me.

Non mi sarei mai vista con un uomo come lui, non ho mai avuto un prototipo, ma di certo non mi aspettavo capelli lunghi, barba anche e muscoli come i suoi.

Ma dovevo ammetterlo, tutto ciò mi andava più che bene.

-Demet cosa succede? Ogni volta che ti vedo corri da qualche parte!- La signora Deren era esasperata e aveva tutte le ragioni per esserlo.

-Mi scusi signorina Deren, ha ragione..- Cercai invano di scusarmi, venni però bruscamente interrotta.

-Demet! Quante volte ancora dovrò ripeterti di chiamarmi semplicemente Deren?- Sorrise, o almeno ci provò.

-Si, mi scusi sign... Deren- Mi corressi immediatamente.

Sorrise voltandomi le spalle e sorseggiando la sua tazza di caffè.

Scossi la testa sorridendo, continuavo a non capire il suo repentino cambio di atteggiamento nei miei confronti.

Vidi con la coda dell'occhio Guliz salire le scale a chiocciola per raggiungere l'ascensore.

Cercai di raggiungerla, prima che le porte avessero modo di chiudersi, peccato che ero arrivata troppo tardi.

Mentre ero impegnata a maledirmi mentalmente con annesse facce buffe le porte si riaprirono, mostrandomi una Guliz che sembrava dispiaciuta.

Non disse una parola, e nemmeno io lo feci. Mi limitai ad entrare in fretta.

-Quindi non andrai più in Italia?- Fu lei a rompere il silenzio che si era creato.

-Ci sono stata la settimana scorsa, giusto per schiarirmi le idee- Guardai dritto davanti a me.

-E visto che le cose con il signor Can vanno bene... deduco che resterai ad Istanbul- Il suo tono era sprezzante.

-Guliz così la fai sembrare una cosa brutta- Sussurrai, ma mi sentì comunque.

-Lo è Demet! Volevi mollare tutto, il lavoro, me, la tua casa, Can,  il tuo presente... ME!- Ripeté per due volte il suo nome, come per calcare il fattaccio.

-Hai ragione, ho sbagliato e me ne pento. Ma Guliz non avevo idea di come comportarmi, avevo paura, la mia vita non è mai stata semplice e non volevo si complicasse ancora una volta- La guardai stavolta.

-Scappare non risolve niente- Disse allargando le braccia.

-Lo so, l'ho capito grazie a te e grazie a Can- Ero sincera, fin dal primo momento loro due mi erano sempre stati accanto, in un modo o nell'altro anche Can.

-Eri la mia migliore amica, quella persone che non credevo avrebbe mai potuto fare una cosa simile...- Abbassò il tono.

-Lo sono, sono sempre io Guliz!- Io lo alzai invece, dando enfasi alla frase.

-Come posso fidarmi ancora una volta? Come potrei dopo quello che mi hai fatto?- Sembrava una scena melodrammatica ora.

-Okay adesso mi sembra esagerato- Scossi la testa.

-Vedi? Tu non capisci- Guardò il lato opposto rispetto a dove mi trovavo io.

-Guliz tutti commettono degli errori, perché io non potrei commetterli?- Mi piazzai davanti a lei.

-Non si tratta di questo, si tratta del fatto che tu hai preferito lasciare qualsiasi cosa piuttosto che affrontare la realtà- Guardò il pavimento. 

Ero incredula e disorientata, corrugai la fronte e per un momento sperai, con tutta me stessa che stesse scherzando.

-Comprendo tutto, comprendo di averti ferita, facendoti sentire poco importante per me, ma questa è la mia vita Guliz, non devo rendere conto a nessuno, capisci vero?- Mi sembrava di parlare con una bambina.

-Si, la tua vita, ma fino a quando non va ad intaccare quella delle altre persone- Finalmente mi guardò.

-E allora dovrei smettere di prendere decisioni per paura di intaccare la vita di altri? Allora cosa dovrebbe dire Can? Secondo il tuo ragionamento gli ho rovinato la vita!- Agitai le braccia nervosa.

-Non importa cosa succede nella vita del signor Can, stiamo parlando di me e te- Fece spallucce.

-D'accordo, penso che questa conversazione debba terminare qui- Sussurrai, non ci avevo capito niente, cosa cavolo era appena successo?

L'ascensore si fermò al decimo piano, mentre io salii, ancora di due piani.

Decisi che l'unica cosa da fare era smettere di pensare a quella conversazione, sarei diventata pazza altrimenti.

Le porte si aprirono al dodicesimo piano o meglio, si aprirono mostrandomi il petto nudo del mio ragazzo.

-Amore- Mi sorride, quel sorriso...

-Che ci fai in mezzo al corridoio seminudo?- Incrocio le braccia al petto.

Lui si guarda, poi guarda me e scoppia a ridere.

-Stavo venendo a cercarti, sono le sette- Sorrise.

-Stavi venendo a cercarmi così? Mezzo nudo?- Ero scettica.

Mi lanciò la sua maglia a maniche corte dritta in faccia, solo lui in pieno dicembre poteva girare per l'hotel a maniche corte.

-L'avrei messa in ascensore, stavo mandando un messaggio- Sorrise.

-A chi?- Ero curiosa, ma forse anche un pochino gelosa.

-Sei gelosa per caso?- Rise pizzicandomi la guancia.

-Chi io? Pfff! Che dici- Feci una smorfia sperando che potesse nascondere il mio rossore.

-Già..- Disse facendo finta di crederci, ed io lo capii perfettamente.

-Senti io non sono gelosa, voglio solo sapere con chi parla il MIO ragazzo- Calcai la parola mio.

-Ilker- Disse dopo avermi fissata divertito per un po'.

-Cosa?- 

-Il messaggio, era di Ilker- Spiegò.

-Pf! Lo sapevo, perché me lo stai dicendo? Pensi che io non mi fidi di te? Beh mio caro, ti sbagli!- Dissi facendo la finta offesa e dirigendomi verso la camera.

-La pianta!- Urlò, ma era troppo tardi, ci avevo già sbattuto contro.

-L'ho vista!- Urlai di rimando, nonostante non l'avessi vista.

Lo sentii ridere, ma non dissi assolutamente niente, erano le sette ed io avevo meno di un'ora per preparami, come al solito non avevo idea di dove saremmo andati e nemmeno a chiederlo, non me lo avrebbe mai detto.



AUTRICE:

Salve a tutte!

Mi scuso per il capitolo notevolmente più corto del solito, non ho scuse stavolta, il capitolo è volutamente più corto, così da non dover dividere a metà la scena che verrà raccontata in seguito.



Più forte dell'amore -Can Yaman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora