Il mio secondo giorno di lavoro, peggiore del primo, sempre se questo sia possibile.
Di prima mattina ho avuto una terribile discussione con la signora 'so tutto io', quella rossa mi dava proprio sui nervi.
Aveva da ridire sul lavoro che avevo svolto il giorno precedente, ma io meglio di lei sapevo bene che quel piano era perfetto.
La ragazza che ieri interruppe le mie pulizie, scoprii chiamarsi Guliz. Era una mezza esagitata, ma tutto sommato qualcuno con cui poter passare la pausa pranzo.
È il mio secondo giorno di lavoro e ancora non ho incontrato il famoso e misterioso vecchiaccio, nonché il capo.
Quel giorno l'hotel c'era grande scalpore, non mi avevano ancora dato una divisa per poter lavorare senza sporcare i vestiti, su questo erano davvero disorganizzati.
-Vai immediatamente a pulire la stanza del capo e quella di fronte, abbiamo degli ospiti importanti oggi!- la rossa mi disse mentre correva da una parte all'altra dell'hotel.
Con tanta pazienza cercai di non risponderle male, nonostante tutto dovevo portarle il minimo rispetto, era comunque uno dei miei superiori.
Salii le scale a chiocciola che portavano l'ascensore, aspettai che arrivasse al mio piano e finalmente potetti entrare, all'interno dell'ascensore c'era un ragazzo, davvero bello oserei dire.
Aveva i capelli corti e scuri, come gli occhi, presentava un completo elegante, pensai, sulle prime che fosse un rappresentante, Ma quando mi chiese se ero una nuova dipendente capii immediatamente che era qualcuno molto vicino al capo, probabilmente il figlio o magari il nipote.
Parlammo parecchio in ascensore, mi chiese come era stato il mio primo giorno di lavoro e qual era la mia impressione sull'hotel, non mi espressi più di tanto, siccome quel vecchiaccio di suo nonno, o magari di suo padre avrebbe potuto attingere alle informazioni che avrei eventualmente dato a quel ragazzo.
Lui come me doveva arrivare al dodicesimo piano, l'ascensore ci mise su per giù un minuto e mezzo..
-Comunque Serkay Yaman, piacere- Sorrise porgendomi la mano.
-Demet, Demet Özdemir- sbiancò sentendo il mio cognome.
Non capii il perché, ero arrivata da poco in Turchia, non poteva conoscermi, a meno che non mi avesse scambiata per qualcun altro.
Andò via di corsa, senza pensare di rivolgermi un saluto prima di congedarsi.
Raggiunsi la camera del capo, con il mio outfit che dire essere fuori luogo era poco.
Non ero volgare, questo no, ma sicuramente non era outfit adatto per pulire delle camere d'albergo.
La signora capelli rossi ieri mi aveva detto che avrebbero procurato una divisa anche per me, quindi non mi sono preoccupata di vestirmi in modo semplice.
Stavo rifacendo il letto matrimoniale presente nella stanza, quando sentii la porta spalancarsi e sbattere contro il muro, fortunatamente con non troppa violenza.
-Datti una mossa che ho degli ospiti- era una voce giovane, rauca e maschile.
L'avevo già sentita da qualche parte, ma non avevo idea di dove.
Ero di spalle e non avevo ancora visto il signorino che si era rivolto a me con tono arrogante.
-Sto pulendo la camera, ma non sono una schiava, intesi?- dissi portando le braccia al petto.
Non sentii più alcun rumore.
Mi girai nella direzione in cui doveva esserci lui, non lo avessi mai fatto...
Si girò verso di me prontamente, capelli lunghi, barba lunga, occhi scuri e magnetici, ed un naso che sembrava scolpito da Dio.
Mi guardò severo, mezzo stupito.
Cazzo.
Era lui.
Il tipo del bar.
In quel momento volevo sprofondare, non potevo credere di trovarmi nella stessa stanza con lui.
-E così Deren aveva ragione, sei indisponente, parli troppo, non sai chi hai davanti e dopo aver fatto la puttanella hai il coraggio di presentarti al mio hotel- se la rise beffardo.
Quando lo sentii pronunciare quella parola, mi prese la voglia di prenderlo a pugni, ma solo per non piangere.
-Mister giudichiamo gli altri? Mi pare che sia tu quello alla ricerca costante di un buco dove infilare l'uccello- lo risposi a tono.
-Ma tu sembravi ben predisposta ad accogliere l'uccello in questione- ammiccò.
Voleva giocare? Lo avrei accontentato.
-Non mi conosci, non puoi giudicarmi- cercai di tenere sotto controllo la situazione.
-Sei una ragazzina! Che cazzo ci fai qui? Come hai saputo che questo è il mio hotel?-
-Sei davvero così egoista ed egocentrico da pensare che abbia magari chiesto un giro per sapere di te?- risi di gran gusto, facendolo innervosire di brutto.
-Allora che cazzo ci fai dentro la mia cazzo di camera?-
-Cercavo lavoro, e la tua stupida responsabile dei dipendenti mi ha assunta in questo cazzo di hotel- sorrisi tenendo ancora le braccia al petto.
-Ah ti prego, sei solo frustrata perché non ti ho scopata per bene quella sera-
La cosa più vile che quell'uomo potesse fare era ridurre tutto al sesso. Lo stava facendo, dimostrandosi per la squallida persona che era.
Allungai il passo verso la porta, quando fui abbastanza vicina a lui gli tirai una spallata, che lo fece innervosire ancora di più.
Aprii la porta per uscire da quella camera in cui probabilmente c'erano state più donne di quanto la mia mente potesse immaginare.
Provai ribrezzo, stavo per fare la patetica fine di quelle donne, che sperando di poter accalappiare uno come lui, ci andavano a letto, per poi scoprire che lui non ricordava nemmeno chi loro fossero.
Io per lo meno non avevo la speranza di cambiare nessuno, non lo conoscevo e a tutti gli effetti non lo conosco nemmeno ora, so solamente che lui è il mio capo, o almeno, lo avevo appena scoperto.
Finalmente arrivai a quella dannata porta, che sembrava allontanarsi ad ogni mio passo verso di essa.
Quando aprii la porta vidi...
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L'outfit di Demo il secondo giorno di lavoro:AUTRICE:
Buona sera a tutte e buona domenica!
Volevo approfittare di questo piccolo spazio per farvi Tantissimi auguri di buon anno nuovo, (si, in anticipo) sperando che il 2021 sia un anno migliore di questo, che c'ha portato tanta sofferenza.
E Volevo approfittarne anche per farvi gli auguri di Natale Anche se in ritardo!
Spero sempre di strapparvi un sorriso o almeno una piccola parte della vostra quotidianità con i miei capitoli💕
A mercoledì, Angi🧿
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Più forte dell'amore -Can Yaman-
FanfictionCan è un uomo con la testa sulle spalle, ha un'etica e non ha intenzione infrangere i suoi valori. 25 anni, e nonostante la giovane età gestisce fluentemente tre hotel di lusso sparsi per la Turchia. Ha una passione irrefrenabile per la fotografia...