{3} Qui doveva essere diverso

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Uscì in fretta da quella stanza, con le lacrime agli occhi. Quelle grida e quegli insulti le risuonavano nel cervello.

Era un estraneo, non doveva preoccuparsi di cosa pensasse lui, eppure non riusciva a non pensare a quella parola, a quella frase.

"Sei solo una puttana" questo lui le aveva detto.

Demet sapeva bene che quello che stava per fare non era da lei, ma aveva intenzione di voltare pagina. Solo che lo aveva fatto nel modo sbagliato.

Forse fare l'esatto contrario di cosa le avrebbe detto di fare sua nonna non era la scelta giusta.

Si ritrovò sul ciglio della strada con le lacrime che le rigavano il viso.

Non aveva idea del perché stesse ancora pensando a quegli insulti, o forse mezza idea ce l'aveva.

A scuola era vittima di bullismo, da parte dei ragazzi più grandi, come poteva evitarlo? Girava quasi sempre da sola, non parlava molto...

Aveva delle amiche, ma forse non si potevano definire così.

Quella parola le era stata detta diverse volte, perché veniva considerata diversa da tutte le altre, quando invece, probabilmente era la migliore tra tutte.

Erano stati gli anni più brutti della sua vita, non poteva credere al fatto che dopo tanti anni, un perfetto sconosciuto fosse riuscito a far riaffiorare quella sensazione in lei.

Si sentiva male, ed era tornata ad essere la Demet di sempre, quella forte, ma solo dopo un pianto di qualche ora.

Si era ripromessa che una volta arrivata in Turchia le cose sarebbero cambiate per lei, eppure dopo solo qualche ora si era resa conto che nonostante avesse cambiato paese lei era rimasta la stessa, la stessa ragazza di sempre.

Doveva essere orgogliosa di se stessa, perché ce l'aveva sempre fatta da sola, ma non voleva essere quella ragazza ad Istanbul, voleva essere una semplice ragazza cordiale e sorridente.

Non sapeva a quel punto se ce avrebbe fatta.

CAN

Non ci posso credere continuava a ripetersi, e davvero non poteva crederci.

"Stavo per portarmi a letto una vergine" continuava a ripetersi, era seduto al bancone di quel locale da mezz'ora ormai e aveva scacciato qualsiasi donna gli si fosse avvicinata.

Era troppo preso da quello che stava per accadere con quella ragazza per pensare ad altro.

-Amico che hai?- il barman, che Can conosceva bene.

-Niente James, niente, dammi un'altra birra piuttosto- disse sovrappensiero.

Can aveva dei valori e dei limiti, certo era l'uomo più amato e conosciuto della Turchia, per via delle sue abitudini, ma nonostante ciò aveva dei valori che per lui erano imprescindibili.

Il primo era il lavoro, mai mischiare il lavoro e le relazioni personali, non che lui ne avesse molte durature.

Il secondo era, solo donne consenzienti, maggiorenni e non vergini.

Non voleva quel peso sulle spalle.

Era vero, quella ragazza voleva davvero andare a letto con lui, ma Can non cedette, aveva sentito odore di soldi da lontano, ed era per questo che aveva accettato di seguirlo in bagno.

Aveva già affrontato una causa con una ragazzina di appena 19 anni, aveva denunciato Can per aver abusato di lei, ed era stato difficile uscire pulito da quella situazione.

Aveva imparato a scegliere donne più mature, che avessero solo bisogno di lui per una notte.

Non aveva intenzione di affrontare un'altra causa, non aveva mai costretto nessuna donna a fare niente, eppure le leggi della Turchia erano molto severe riguardo quell'argomento.

Gli era servito un buon avvocato, un bel po' di fortuna e prove sufficienti per dimostrare la sua innocenza.

Non aveva intenzione di ripetere l'esperienza.

E in secondo luogo, anche se quella Demet non avesse voluto soldi non poteva prendersi così la sua verginità, quella era una cosa importante perfino per lui.

Era vero, non credeva nell'amore, ma non per questo altre persone non dovevano farlo.

Non era giusto che quella ragazzina perdesse la verginità con lui, che il mattino seguente l'avrebbe cacciata dal suo letto e avrebbe dimenticato persino il suo nome.

Era un puttaniere, ma nonostante questo rispettava le donne e rispettava ogni singola cosa che le riguardasse, in un certo senso le salvaguardava, da se stesso più che altro.

Mai con la stessa donna più di una volta, mai in posti significativi per uno dei due, mai sentimenti di mezzo, mai obblighi, di nessun tipo.

Le cose andavano bene così, sia per lui, che per la donna che lo avrebbe accompagnato durante la notte.

Il sesso per Can era come respirare, non riusciva a farne a meno.

Ma quella sera era diversa, non riusciva a non pensare a cosa sarebbe successo se non avesse avuto la prontezza di capire che quella ragazza non aveva esperienze di alcun tipo.

Fu la prima volta in sette anni, in cui Can dormì e basta, anzi, non dormì nemmeno, si svegliava agitato durante la notte.

E tutto per colpa di una stupida ragazzina che aveva voglia di giocare a fare la puttana.

Can non sapeva che Demet stava solo cercando di crearsi una nuova vita lontana dalla paura e dalle insicurezze che l'avevano sempre caratterizzata, non sapeva che qui per lei, doveva essere diverso.

Pur non volendo, pur non sapendo, ha riportato in Turchia la parte d'Italia che Demet avrebbe voluto dimenticare, quella parte in cui si è ritrovata sola, disorientata, era diversa dagli altri, aveva un nome diverso, strano, mai sentito prima, aveva dei principi diversi e non veniva accettata per quella che era.

Per questo, a Istanbul per lei, doveva essere diverso.

26/11/2020 

Più forte dell'amore -Can Yaman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora