Era brutto, dover evitare delle persone sul posto di lavoro...
Dopo una mattinata infernale mi toccò organizzare l'evento del Ruby del giorno dopo.
La signora Deren mi stava addosso come se ad ogni piccolo errore fosse pronta a sbattermi fuori da quel posto.
La nonna del signor Can continuava a cercarmi in giro per l'hotel.
Non mi vedeva dalla sera prima, ovvero dalla festa, ma io non avevo alcuna voglia di recitare una parte per accontentare il capo.
Che poi...non aveva visto suo nipote avvinghiato a quella Ceyda tutta la sera?
Non che mi importasse, ma se lo avesse scoperto ne sarei stata felice.
Fortunatamente ero portata per l'organizzazione, riuscii a coordinare tutto lo staff del Ruby affinché l'evento fosse come lo avevo immaginato.
Si trattava di una serata latina, il signor Can voleva i resoconti e costi della serata, avevo chiesto a Guliz, essendo la segretaria del capo di portargli i fascicoli che avevo organizzato, lei mi disse che non si occupava di questo ma che lo avrebbe fatto per me, perché si era resa conto che tra me e lui c'era qualcosa che non andava.
Tornò da me nemmeno cinque minuti dopo, con una faccia distrutta e mi disse che sarei dovuta andare io, che il capo le aveva detto che avrei dovuto svolgere il mio lavoro, senza delegarlo a terzi.
Guliz aggiunse che sarei dovuta andare in fretta, perché era molto arrabbiato.
Tirai un sospiro, non avrei retto una parola in più, non sopportavo quell'uomo quando esercitava il potere sugli altri. Doveva imparare il significato della parola umiltà.
Una volta finito il mio lavoro al locale, risalii all'hotel con un ascensore che era strettamente riservato al personale.
Lo feci in tutta calma, non mi importava sapere che lui andava di fretta, avrei prima finito il mio lavoro e in un secondo momento gli avrei portato tutta la documentazione, se non gli stava bene.. poteva semplicemente accettare quei dannati fogli di carta anche da qualcun altro.
Salii le piccole e scale e presi quindi il secondo ascensore che mi avrebbe condotto al piano infernale.
Quello riservato al signor Can.
Appena uscii mi ritrovai davanti la signora Defne.
-Mia cara! Finalmente, è da stamani che ti cerco- Sorrise.
-Mi scusi, sono stata molto impegnata- Le dissi dispiaciuta.
-Stai tranquilla tesoro, stai andando da Can?- Sorrise ancora una volta.
Cercai di mantenere il solito sorriso sulle labbra, ma dal suo sguardo capii che non ci ero riuscita.
-C'è qualcosa che non va? Avete forse discusso?- Chiese.
Non parlai, ero troppo emotiva in quel periodo e l'ultima cosa che avrei voluto era finire in una valle di lacrime davanti a lei.
-Vieni con me- disse soltanto, sembrava aver capito tutto, con un solo sguardo.
La seguii nella sua camera, mi fece sedere sul letto e mi chiese di aspettare.
Mi guardai un po' intorno, anche se quella stanza ormai la conoscevo bene, l'avevo pulita almeno una ventina di volte nelle ultime settimane all'hotel.
Tornò dopo qualche minuto con una scatola fra le mani.
Mi sorrise, come se avesse voluto rassicurarmi, dirmi che tutto sarebbe andato bene.
-Mio marito era davvero un brav'uomo sai?- Disse prendendo una statuetta fra le mani.
La osservai, ritraeva una figura di un uomo, con il viso poco chiaro, in piedi impassibile con quello che sembrava un sigaro fra le dita.
-Purtroppo suo fratello non era altrettanto buono, si fidavano molto l'uno dell'altro. Ma avevo sempre detto a mio marito di non fidarsi tanto, che prima o poi lo avrebbe tradito- Continuò asciugandosi una lacrima.
Non stavo capendo, non capivo cosa quello avesse a che fare con Can.
Tirò fuori qualcos'altro dalla scatola, una foto, due uomini, un camion pieno di qualcosa, ma non capii bene cosa.
Un uomo bassino con un po' di pancetta, sembrava davvero buono. L'altro alto, con molti capelli e molto magro.
-Erano a capo di un'azienda molto famosa in Turchia, ma le cose non andarono bene e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze mia cara- Sorrise debolmente.
-Mi spiace, ma non capisco-
-Quello che sto cercando di dirti.. è che non tutto è come sembra, quella Ceyda... so che tu e Can avete litigato per questo e so che lui non ti ha detto la verità, ma siete una coppia davvero bella. Non perdetevi mai- Sorrise asciugandomi una lacrima dal viso.
Non l'avevo nemmeno sentita scendere.
Se non sapeva che la nostra relazione era tutta una messa in scena allora a quale verità si riferiva?
Mi disse che l'indomani sarebbe partita e che ci aspettava a casa sua, quando le cose si sarebbero calmate.
Non capii nemmeno questo, cosa doveva calmarsi?
Uscii dalla stanza e mi diressi all'ascensore, quando entrai mi ricordai cosa ero salita a fare e corsi nell'ufficio del signor Can.
Bussai alla porta, sperando di non trovarlo in buona compagnia.
-Entra Guliz- Disse e sembrava stranamente tranquillo.
-Signor Can, sono Demet- Aprii la porta cauta.
-Alla buonora!- Si alzò dalla sedia e allargò le braccia sorridendo.
Cosa aveva da sorridere davvero non lo sapevo, ma contento lui...
-Si mi scusi, avevo del lavoro da sbrigare- Continuai impassibile.
Lui sorrise ancora una volta, lo avevo conosciuto su per giù tre settimane e mezzo prima eppure sembrava diverso dall'uomo che avevo incontrato in quel bar, soprattutto in quegli ultimi giorni.
-Siediti- Disse con lo stesso sorriso stampato in viso.
-Sto bene così, Guliz mi ha riferito le sue parole- Dissi fredda e impassibile.
-Siediti. Si, niente di personale, dobbiamo discutere della serata al Ruby di domani sera- Disse spostando lo sguardo da me alla sedia.
-D'accordo, c'è qualcosa che non le è chiaro?- Dissi accomodandomi come mi aveva gentilmente chiesto di fare.
Lui mi guardò curioso, da questo dedussi che non aveva minimamente aperto i fascicoli. Trattenni una risata amara.
-Ho scritto tutto nei fascicoli, c'è qualcosa che non le è chiara o che non le piace?- Adesso lo stavo facendo di proposito.
-Non ho avuto modo di aprire i fascicoli, per questo sei qui- sorrise sempre cordiale.
-Avevo organizzato i fascicoli per ottimizzare il tempo, può leggere tutto da lì- Dissi alzandomi.
-Siediti- Alzò il tono.
Ma comunque non fu scortese, non quella volta almeno.
-Signor Can non ne vedo il motivo, abbiamo tutto pronto, deve solo rivedere quei dannati fascicoli, perché mi trattiene qui?-
-Can amore..- La porta si spalancò.
Eccola lì, quella sensazione di inferiorità che mi aveva accompagnata per tutta la vita, che solo una volta arrivata qui non sentivo più... che solo dopo aver visto per la prima volta questa donna ritornò ad impossessarsi di me.
A quel punto, paragonata a lei.. mi sentii... Niente.
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Più forte dell'amore -Can Yaman-
FanfictionCan è un uomo con la testa sulle spalle, ha un'etica e non ha intenzione infrangere i suoi valori. 25 anni, e nonostante la giovane età gestisce fluentemente tre hotel di lusso sparsi per la Turchia. Ha una passione irrefrenabile per la fotografia...