CAN
Fissare la porta della mia camera era stata la soluzione migliore per circa due ore. Non avevo fatto altro che restarmene fermo, sulla poltrona della mia camera a fissare una porta.
Avevo del lavoro da sbrigare, molto lavoro, ma in quel momento non c'era niente di più importante. Avevo appena messo fine alla nostra storia.
Era fredda in quel periodo e avevo provato a fare qualsiasi cosa pur di capire cosa avesse.
E poi, un paio d'ore fa è esplosa la bomba. Non si fidava di me, dei miei sentimenti e di quello che stavamo vivendo.
Come biasimarla, avevo un 'passato' abbastanza buio, pieno di donne.
Era forse difficile per lei immaginare che anche un uomo come me ha delle priorità? Se qualche mese fa mi avessero detto che mi sarei innamorato di una donna e non avrei pensato ad altra figura femminile se non lei non ci avrei mai creduto.
Anche per questo mi andava bene la relazione con Ceyda. Lei stava via per mesi ed io potevo fare quello che volevo, l'importante era stare qualche ora con lei quando si trovava ad Istanbul.
Era stata Demet a farmi desiderare per la prima volta la libertà, il voler essere solo ed esclusivamente di una donna.
Avevo visto tutto quello frantumarsi, nel momento in cui aveva ammesso di non fidarsi, di non riuscire a stare tranquilla quando ero lontano da lei.
Non era di certo una cosa positiva, per nessuno dei due. Nessun rapporto può andare avanti senza fiducia, ed era proprio per questo che tra me e lei era finita.
Ero distrutto, ma non potevo andare avanti in quel modo, avevo tre hotel da gestire ed un locale notturno. Dovevo andare avanti lo stesso.
SERKAY
Era arrivato il momento di tornare a Istanbul, Can e Demet avevano messo fine alla loro storia, ed io sarei entrato in gioco proprio in quel momento.
Sarebbe stato forse un po' complicato convincere Demet, ma mi sarei inventato sicuramente qualcosa per farle cambiare idea sul mio conto.
Ceyda doveva tornare con me, quello era il momento giusto per mettere pressione a Can. Aveva quel documento, ma dopo troppo tempo ancora non lo aveva utilizzato, ci doveva essere un motivo di sicuro, dovevamo scoprire quale.
Ceyda era partita prima di me, sarebbe arrivata entro un paio d'ore ad Istanbul e non ci avrebbe messo molto a raggiungere l'hotel di Can.
Il piano era semplice, fare in modo che Demet li vedesse insieme in più di un'occasione.
Era stata chiamata la stampa, Ceyda era molto conosciuta in Turchia a causa di suo padre e delle sue case di moda.
Can di certo non era un perfetto sconosciuto, era il fotografo più richiesto sul mercato. Anche se aveva rifiutato molti lavori, non voleva entrare nella parte artistica della fotografia che comprendeva la moda, lo aveva sempre detto e non aveva cambiato idea nemmeno con una donna come Ceyda al suo fianco.
-Sono ad Istanbul, sto andando da Can- Disse appena risposi al cellulare.
-Accertati di incontrare Demet- Le ricordai, come se avesse potuto dimenticarlo.
-Oh, mi vedrà, stanne certo- Fece una piccola risata prima di riattaccare.
DEMET
Stavo riversando tutto sul lavoro, non mi era mai capitato in vita mia, non ero mai stata così male, non mi ero mai sentita come se fossi alla deriva.
Cercavo di raccogliere tutti i pezzettini del mio cuore, ma sembrava sempre mancare qualcosa.
Non potevo permettermi di fare male il mio lavoro, ma allo stesso tempo non riuscivo ad andare avanti con la consapevolezza che da quel giorno Lui non sarebbe più stato mio.
Ero un'ipocrita, perché ero gelosa di qualcosa che avevo lasciato scivolare fra le mie mani, perché mi ero comportata male con lui. Perché Guliz aveva ragione, dovevo parlarci prima.
Quella mattina era stata un disastro, a partire dalla mia conversazione con lui. Con la sua decisione di lasciarci.
Non aveva tutti i torti, io non mi fidavo o perlomeno avevo paura che potesse rimpiazzarmi alla prima occasione.
Era sempre stato un uomo circondato da mille belle donne, lo era ancora, eppure io avevo paura.
E la mia paura aveva portato alla perdita.
-Signora Demet mancano due lampade beige- Anil venne a passo spedito verso di me.
-Dovrebbero essere in magazzino, le ho fatte portare lì ieri sera- Controllai i fogli che avevo fra le mani.
-Va bene signora, le luci dove devono essere posizionate?- Gesticolò indicando le grosse mura della hall.
-Verso l'entrata, c'è bisogno di cambiare delle lampadine, ma si devono ordinare. Devo chiedere al signor Can- Dissi controllando l'agenda. Ed indicando un punto alle mie spalle.
-Posso farlo io se vuole- Sorrise in modo smagliante.
-Certo, intanto io posiziono le luci con i ragazzi- Sorrisi, era bello sapere di non doverlo rivedere, almeno per il momento.
Erano passate due ore e qualcosa dal nostro litigio e se solo lo avessi visto probabilmente sarei finita in lacrime.
La hall era forse il posto più difficile da organizzare, eppure il capo voleva che ogni quattro mesi a quel posto venissero fatte delle modifiche, mi stavo appunto occupando di quello. Anche se in tutta sincerità era inutile avrei dovuto fare l'inventario per Natale solo qualche settimana dopo.
Qui non si festeggia come in Italia, ma non ha importanza per Can, ha sempre fatto in modo che il suo hotel fosse super addobbato.
Avendo ospiti provenienti da tutto il mondo non è possibile che il Natale passi inosservato.
Non avevo mai capito la sua passione per l'Italia e le sue tradizioni, ma non poteva far altro che farmi piacere trasportare un po' della mia bella Italia qui in Turchia.
-Dove posso trovare il mio ragazzo?- Quella voce...
Mi girai di colpo, alla reception, la vidi.
In tutta la sua bellezza, capelli ricci e sciolti, come al solito.
Un vestito nero che avrebbe fatto invidia a chiunque. Una giacca bianca immacolata e delle decolleté abbastanza alte.
Le sue gambe erano poco coperte, come la parte superiore dell'abito che ebbi modo di guardare solo quando si voltò nella mia direzione.
Il vestito era forse inesistente. Aveva uno scollo che arrivava allo stomaco e solo due pezzi di stoffa leggera a coprirle il seno.
Lo spacco che aveva sulla coscia sinistra lo vidi solamente quando iniziò a camminare nella mia direzione.
Voleva vedere il mio Can vestita in quel modo?
-Credevi sarebbe durata?- Rise passandomi accanto.
Mi girai nella sua direzione.
-Come scusa?- Il mio tono era impassibile.
Mi guardò dall'alto verso il basso, fece una risata che poi coprì con una mano.
-Pensavi sul serio che Can fosse innamorato di te?- Rise ancora una volta.
Non dissi una parola, ero troppo nervosa anche solo per pensare ad una risposta.
-Cosa ne sai tu di me e Can?- Alla fine risposi.
-So quello che basta. Come puoi vedere, dopo averti scaricata è ritornato da me- Si girò e raggiunse le scale, per poi prendere l'ascensore.
Non potevo credere alle mie orecchie, Can aveva chiamato quella donna, quanto era passato? Due ore, forse tre?
Fu in quel preciso istante che andai in mille pezzi, e temetti, per più di qualche minuto di non poter più ricongiungerli, ma anche se lo avessi fatto... niente più sarebbe stato come prima.
Non dopo quel momento.
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Più forte dell'amore -Can Yaman-
FanfictionCan è un uomo con la testa sulle spalle, ha un'etica e non ha intenzione infrangere i suoi valori. 25 anni, e nonostante la giovane età gestisce fluentemente tre hotel di lusso sparsi per la Turchia. Ha una passione irrefrenabile per la fotografia...