Ero tornata il Sala grande. La prima volta che ci rimisi piede, fui squadrata da tutti gli studenti, ma cercai di non curarmene. Vi erano i soliti bisbigli, risatine e mormorii, nulla di nuovo insomma.
Di nuovo, c'era solo il mio essere pronta ad affrontare tutto a testa alta, per cui feci il mio ingresso, fregandomene dei commenti della gente.
Mi sedetti al mio tavolo come se niente fosse, e buttai un occhio verso la tavolata dei professori.
Mi guardarono abbastanza increduli, effettivamente entravo lì dentro per la seconda volta in una settimana; potevo capire il perché di tanta sorpresa nel vedermi! Tutti i docenti erano appunto stupiti, tutti tranne uno: Piton.
Nei suoi occhi, leggevo dell'orgoglio, nonostante fosse ben nascosto e visibile solo agli osservatori più esperti.
Vedendomi si era reso conto di essere stato in grado di aiutarmi, aveva capito di aver fatto centro con il suo discorso.
Lo guardai e gli sorrisi in modo impercettibile. Avevo capito che di lui potevo fidarmi, difatti decisi che qualora avessi riscontrato altri problemi, mi sarei sicuramente rivolta a lui.
La Sprite mi sembrava una brava persona, ed era la mia capocasa, sì, ma... Piton, conosceva bene la regola: prima di ricevere, spesso e volentieri bisogna dare.
Mi aveva dato fiducia, mostrandomi i suoi ricordi, per ottenere la mia come conseguenza.
Fidandosi di me, voleva farmi capire che potevo fidarmi di lui, e così è stato.
Non mi aveva giudicata, non mi aveva fatta sentire sbagliata... Tutto il contrario! Mi ero sentita compresa davvero per la prima volta in vita mia, non potevo essergli più grata di così.
Il professor Piton comunque, ricambiò il mio sorriso: sollevò un angolo della bocca in modo rapidissimo, per poi portarlo alla sua normale posizione.La cena cominciò, e proseguì senza nessun intoppo. Mangiai tranquilla e, una volta finito, mi diressi al volo in camera mia per prendere dei libri, e poi in biblioteca. Avevo ancora del tempo prima che scattasse il coprifuoco, e non mi andava di chiudermi subito nella sala comune.
Non ero molto stanca, perciò decisi di portarmi avanti con lo studio.
Ripassai gli appunti di erbologia, trasfigurazione, difesa contro le arti oscure e mi concentrai su pozioni.
Tutti gli altri insegnanti avevano cominciato ad interrogare, Piton ancora no. Non sapevo quando avrebbe iniziato il giro, perciò decisi di studiare volta per volta per non restare indietro e ritrovarmi a fare tutto all'ultimo.
Cominciai col ripassare il Distillato di morte vivente, leggendone gli ingredienti e imparando a memoria i passaggi per la preparazione.
Ripetei il tutto due o tre volte, e una volta sicura di essere in grado di parlare della pozione senza consultare il libro, passai oltre e mi concentrai sull'Amortentia.
Ripetei nello stesso modo con la quale avevo ripassato il Distillato, ma incontrai un piccolo imprevisto: la stanchezza cominciava a farsi sentire, le parole del libro divennero una grossa chiazza nera e ci appoggiai in modo goffo la testa; sembrava perfetto da utilizzare come cuscino!
Chiusi gli occhi e... Mi addormentai.
Iniziai a sognare: mi vedevo correre felice in un immenso prato verde, fino a che accanto a me apparve di una persona, una persona che non mi sarei mai aspettata di vedere: Piton.
Era di fianco a me, che mi sorrideva. Mi guardava con quei suoi occhi ossidiana, poi mi abbracciò e... Mi prese in braccio e mi diede un tenero bacio.
Non capivo per nessuna ragione perché stessi sognando che proprio lui compiesse dei gesti così intimi, ma non mi importava. Stavo troppo bene, mi sentivo in pace con me stessa e non mi sarei voluta svegliare per nulla al mondo.
Il professore del mio sogno però, ad un certo punto cominciò a comportarsi in modo decisamente strano: di colpo, mi fece cadere a terra, smise di sorridermi e... Il suo sguardo si trasformò: da rassicurante e gioioso, divenne freddo e maligno. Poi cominciò a ridere, ma la risata era davvero malvagia.
Io, che mi trovavo col sedere a terra, venni risucchiata dal terreno e sprofondai chissà dove. Nel frattempo, Piton mi chiamava, ma la voce non era come quella che possiede in realtà: essa era metallica, quasi robotica. La nota di malignità era sempre presente, avevo i brividi."Minissale...", mi chiamò in quel modo inquietante.
Non riuscivo a parlare, il buco in cui ero caduta era profondo e io mi sentivo in trappola
"Minissale...", ripeté ancora.
Niente.
Il mio corpo non riusciva a reagire.
"MINISSALE!"
Mi svegliai di soprassalto. Aprii velocemente gli occhi, e mi ritrovai davanti proprio Piton.
Non appena mi resi conto della situazione, schizzai in piedi, rischiando di cadere."Oddio... Mi sono addormentata?"
"A quanto pare...", mi rispose lui, seccato.
Per la velocità con cui mi alzai, la pressione mi si abbassò di colpo, iniziai a vedere tutto nero e mi girò la testa.
Rischiai di cadere sbattendo le chiappe; Piton se ne accorse e mi bloccò da un polso.
Avevo battuto un record! Due figure di merda nel giro di nemmeno cinque minuti, chi altri poteva ottenere un risultato dei genere? Nessuno, ovviamente; la regina delle figuracce restavo sempre io!"Se non vuole ritrovarsi con il fondoschiena sul pavimento, le consiglio di essere meno... Brusca con i movimenti..."
Avrei tanto voluto sotterrarmi.
Improvvisamente mi ricordai del sogno che avevo fatto, e divenni viola dalla vergogna.
Piton mi guardò, inarcando un sopracciglio.
Sicuramente mi prese per pazza! Prima mi trovò bella che addormentata, poi schizzata in piedi neanche mi trovassi su un trampolino, poi mi vide quasi col culo per terra, e per finire divenni improvvisamente una melanzana vivente.
Per fortuna, non mi chiese nulla, si limitò solamente a guardare la postazione che avevo preparato per il mio ripasso.
Vide il libro di pozioni che si trovava proprio davanti alla mia sedia, che però era leggermente bagnato: evidentemente avevo sbavato un po'; altra figura di merda, vai così Ali!
Sul suo volto comparve un'espressione disgustata, e io diventai ancora più rossa di quanto già ero.
Probabilmente se qualcuno fosse entrato all'improvviso nella biblioteca, vedendomi di quel rosso acceso, quasi bordeaux, mi avrebbe portato in infermeria senza fare troppi complimenti. Sembrava avessi la temperatura alle stelle!"Vedo che, prima di cadere tra le braccia di Morfeo, studiava pozioni...", ghignò il professore appena.
"S-sì...", risposi io, balbettando come un'idiota.
"Quello che stava studiando le è chiaro signorina? Sa che per studiare, il libro lo deve leggere e non riposarci sopra?".
Il tono che utilizzò era a dir poco sarcastico, ma non troppo denigratorio.
Rimasi a fissarlo come una stupida, troppo imbarazzata per dire qualsiasi cosa. Stavo davvero facendo la figura della deficiente, sembravo una statua di sale in quel momento.
Notando il mio stato di trance, Piton parlò ancora:"Le consiglio di tornare in sala comune; la biblioteca non è esattamente il luogo migliore dove schiacciare un riposino e il coprifuoco sta per scattare. Toccherebbe a me poi punirla, e si fidi che i castighi che do non sono poi così tanto piacevoli..."
Senza dire nulla, guardai in fretta e furia l'orologio e schizzai fuori dalla biblioteca, ma prima salutai Piton in modo più o meno garbato:
"Oddio no, il coprifuoco... che stupida! Arrivederci prof, buonanotte".
Una volta fuori dalla porta, mi resi conto di aver lasciato tutti i miei libri in biblioteca, quindi tornai indietro di corsa.
Il professore era rimasto fermo, aspettando che mi ricordassi di aver dimenticato i miei tomi; mi guardò, negli occhi leggevo un'espressione più o meno divertita, poi alzò teatralmente gli occhi al cielo.
Lo raggiunsi con passo svelto"Avevo dimenticato questi, adesso posso andare davvero. Buonanotte signore", esclamai ridacchiando imbarazzata.
Corsi, fregandomene di Gazza che poteva sbucare da un momento all'altro, e riuscii ad attivare sana e salva in sala comune appena in tempo.
Una volta dentro, tirai un sospiro di sollievo e mi diressi nella mia stanza. Avevo sonno e volevo riposare, perciò mi coricai e continuai a pensare allo strano sogno, prima di addormentarmi nuovamente.

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Nata Babbana
Fiksyen PeminatCiao a tutti, sono Alice e questa è la mia storia: provengo da una famiglia babbana nella quale sono cresciuta, e a fine luglio compierò gli anni. Cosa c'è di strano? Sono in realtà una strega, quindi ho diritto anch'io ad essere istruita da altri m...