Diagon Alley

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I miei genitori e mio fratello, alla fine, erano rincasati dopo circa una mezz'oretta.
Il professor Piton ha spiegato loro tutto, e inizialmente erano sconvolti: mia madre non sapeva che cosa dire, sedeva accanto a mio padre e sembrava avesse visto un fantasma. Mio padre, credendo fosse tutto uno scherzo, sbottò a ridere come un pazzo. Mio fratello, si limitò a squadrare il professor Piton e poi si chiuse in studio a giocare alla play station.
Devo ammettere che è stato difficile non ridere, perché mentre il professore tentava di spiegare ai miei che non era un pazzo, che io sono una strega e che Hogwarts è reale, si sentiva in sottofondo quella testa vuota del mio gemello urlare con i suoi amici mentre giocava.
Quando cacciava urli più forti, Piton dapprima sussultava leggermente, poi assumeva espressioni disgustate mentre mormorava parole incomprensibili.

Insomma, per farla breve, parlando, alla fine i miei genitori si sono convinti, ma mi avrebbero lasciato partire a una sola condizione: al mio ritorno da Hogwarts, durante le vacanze estive, avrei dovuto frequentare la scuola babbana estiva. Va bene che sono una strega, ma avrei dovuto comunque continuare il mio percorso babbano, perché se in futuro avessi voluto lavorare lontana dal mondo magico, avrei potuto farlo senza troppi complimenti.
Ovviamente ho accettato senza esitare; sapevo che sarebbe stata dura, ma finalmente ero riuscita a dare un significato al senso di inadeguatezza che provavo: da quando ero piccola, fino al quel momento, mi ero sempre sentita diversa da tutti i miei coetanei e da tutti gli individui che avevo intorno, e non riuscivo a capirne il motivo.

Il giorno seguente alla chiacchierata con la mia famiglia, il professor Piton tornò e mi portò a comprare tutto l'occorrente per frequentare la scuola, che era scritto infondo alla lettera.
Siamo entrati in uno strano bar, dove tutti guardavano me e salutavano Piton. I loro sguardi mi mettevano a disagio, mi facevano sentire fuori posto.
Dopo aver salutato tutti, il professore mi invitò a seguirlo ed entrammo in una strana stanza nella quale si trovava solo un muro di mattoni davanti a noi.
Toccò i mattoni con un bastoncino di legno in modo strano: non li toccava a casaccio, bensì li toccava in modo preciso, uno alla volta, come a ricreare un codice.
Improvvisamente il muro si apri, e davanti a noi apparve una strada piena di negozi

"Benvenuta a Diagon Alley...", sbuffò lui

Io lo seguii in silenzio, avevo notato che il professore non voleva trovarsi lì con me, e io non volevo far aumentare la sua ira.
Ci dirigemmo verso una banca, la Gringott.
Io non osavo rompere il silenzio, ma Piton doveva aver capito che avevo un milione di domande:

"Minissale, mi fa piacere non sentirla chiacchierare e ciarlare come un'oca, tuttavia... Mi rendo conto che la situazione sia nuova per lei, e sarebbe strano se non avesse delle domande da pormi, perciò mi dica pure cosa vortica all'interno sua testolina, io vedrò di porre rimedio ai suoi dubbi"

"Ecco, come prima cosa... Volevo chiederle... che cosa stiamo andando a fare?"

"Minissale, come ben sa ho chiesto ai suoi genitori di lasciarle del denaro, ma il denaro babbano nel nostro mondo non vale nulla: noi maghi abbiamo le nostre monete, e adesso stiamo andando alla Gringott proprio per cambiare le monete babbane in monete magiche... La Valuta dei Maghi è composta da tre tipi di monete. In ordine di valore sono: i Galeoni, i Falci e gli Zellini. I Galeoni sono d'oro, i Falci sono d'argento e gli Zellini di bronzo."

Ascoltai la spiegazione senza interromperlo, e proprio mentre entravamo in banca, quando mi fui assicurata che non avrebbe aggiunto altro a quanto mi aveva detto prima, feci un'altra domanda:

"Professore...?"

"Mhm?"

"Ecco vede... Ieri quando mi ha parlato di Hogwarts aveva detto che sarei partita dal sesto anno, quindi mi chiedevo... Perché tutti hanno ricevuto la lettera in tempo per frequentare il primo anno e io solo adesso?"

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