love is pain

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"Che cosa credevi di fare, eh?! Baciarmi?! Tu... Sta lontana da me! Piccola, sudicia sanguesporco!"

Mi svegliai di colpo dopo qualche ora e mi coprii le orecchie con le mani. Avevo un mal di testa incredibile. Ci misi un po' per mettere a fuoco la situazione e ricordare, e quando realizzai, quasi mi prese un colpo. Avevo appena avuto un incubo ed ero ancora abbracciata al professor Piton, che mi guardava un po' intenerito ma leggermente allarmato. Avevo le lacrime agli occhi, e per non farmi vedere nascosi la testa contro il suo petto, inspirando profondamente. Il suo profumo riuscì a calmarmi leggermente, ma le lacrime minacciavano sempre di uscire.

"Ti senti un po' meglio?", mi chiese lui.

"Insomma... Mi fa male la testa", mugugnai io chiudendo gli occhi, cercando di scacciare il groppo che mi si era formato in gola.

"Hai avuto un incubo, non è così?"

Annuii.

Piton sospirò e prese ad accarezzarmi gentilmente i capelli. Evidentemente aveva anche capito cosa stessi sognando, dato che riprese a scusarsi.

Io mi godevo il suo tocco, in silenzio, anche se, nel frattempo, dentro mi sentivo morire. Non mi sarei mai messa in mezzo tra lui e Lily, a costo di soffrire. Preferivo la sua felicità alla mia, e io sapevo di non poter mai competere con un fantasma. Con la testa ancora nascosta contro il suo petto, liberai qualche lacrima. Lo feci silenziosamente, sperando che lui non si accorgesse di nulla. Purtroppo per me, alla fine le lacrime divennero troppo numerose per non essere notate. Alla fine mi strinsi di più al professore, come se avessi avuto paura che si allontanasse.
Evidentemente per Piton ero diventata letteralmente un libro aperto, in quanto sembrasse comprendere ogni mio stato d'animo. Fu come se mi leggesse nel pensiero:

"Va tutto bene, io sono qui... Non me ne vado", mi sussurrò dolcemente lui, continuando a tenermi stretta a sé.

Come potevo dirgli che piangevo per amore? Era impossibile. Continuai quindi a sfogarmi in silenzio, con Piton che continuava a mormorare parole gentili.
Avevo il cuore a pezzi, non c'è che dire. Dopo un po' anche se a malincuore, sciolsi l'abbraccio di Piton e gli chiesi dove si trovasse il bagno.
Mi chiusi dentro esso e mi guardai allo specchio: avevo una faccia orribile. Dai ricordi del professore Lily mi sembrò davvero una bella ragazza, io mi sentivo zero in confronto.

Lontana da Piton avrei potuto piangere come si deve, non volevo essere vista ancora in quelle condizioni. Mi lasciai completamente andare, accasciandomi contro la porta del bagno. Piansi per come ero ridotta, piansi perché mi ero innamorata della persona sbagliata e piansi perché quest'ultima mi aveva messo nella condizione di odiare il mio essere nata babbana.
Evidentemente feci più casino del previsto, perché dopo un po' il professore bussò alla porta. Mi asciugai rapidamente gli occhi e aprii la porta.

"Vieni qui", mi disse semplicemente.

Mi avvicinai e fui spinta dentro il suo abbraccio, ma dopo poco mi scostai. Sarei voluta rimanere lì per sempre, ma avevo anche bisogno di riordinare le idee e pensare.

"Sto bene...", dissi poco convinta.

Prima che Piton potesse replicare, avanzai rapida verso la porta. Prima di uscire, parlai ancora una volta.

"La ringrazio per... aver parlato con me. Io la perdono professore, ho solo bisogno di un po' di tempo."

Detto questo, uscii di corsa e tornai nel mio dormitorio. Per fortuna non trovai nessuno, perciò mi buttai sul letto. Tirai fuori il telefono, auricolari e piansi, con la mia playlist di spotify che mi fece da sottofondo.
Avevo deciso che avrei cercato di reprimere i miei sentimenti a tutti i costi. Avevo paura di essere andata troppo oltre, ma avrei fatto di tutto per dimenticare Piton.
Il primo passo da fare era sicuramente evitarlo: per un po' decisi che non mi sarei presentata alle lezioni private e forse neanche alle altre. Quel giorno non mi presentai neanche in Sala grande per la cena, avevo bisogno di starmene per affari miei, soprattutto perché adesso tutti conoscevano la mia più grande paura, che fu nascosta anche a me fino a quando non mi mostrai davanti al molliccio.
Avevo scoperto che ciò che temevo di più fosse che Piton mi vedesse come mi vedevano tutti gli altri: una sanguesporco.
Si era scusato, pentito ma... Quelle parole continuavano a rimbombarmi in testa. Come avevo già detto in precedenza, lo avrei perdonato, però mi serviva del tempo.
Dovevo anche trovare il modo di seppellire l'amore che provavo; mi ero decisamente messa nei casini!

Rimasi sola fino alla fine della cena, poi, poco prima dello scadere del coprifuoco, Penny rientrò e mi venne incontro.

"Aliii, come stai? Comunque, il pipistrello oggi era davvero di pessimo umore. Prima in Sala grande ha ispezionato per un quarto d'ora il nostro tavolo, poi continuava a guardare verso l'entrata... Secondo me sperava di vederti arrivare"

"smettila di chiamarlo così... Mi da fastidio"

"Giusto giusto, scusa è che... mi fa strano pensare che qualcuno possa..."

"ORA BASTA!", sbottai io.

Sapevo come avrebbe concluso la frase, e ciò mi fece imbestialire. Lei non aveva conosciuto il Piton che avevo conosciuto io, ma ciò non la autorizzava a pensare che il nostro insegnante di pozioni non potesse essere amato.
Senza dire altro uscii prima dal dormitorio, e poi dalla sala comune.
Avevo capito che Penny non avesse parlato con cattiveria, ma mi ero adirata lo stesso.
Diciamo solo che la mia situazione non era una delle migliori: prima Piton, poi litigavo con l'unica Tassorosso che non mi odiasse. Tirai un calcio contro una delle botti poste vicino l'entrata per disperazione, facendomi anche male. Imprecai tra me e me, e zoppicante mi diressi in giro per i corridoi, sperando di non incombere in Gazza o qualche prefetto. Potevo avere un po' di fortuna? Naturalmente no!

Mi beccò un prefetto, che mi trascinò dall'insegnante più vicino: inutile dirvi che venni trovata nei sotterranei, quindi fui scortata direttamente da Piton; sprizzavo gioia da tutti i pori...

Quando bussammo alla porta e il professore venne ad aprire, restò spiazzato, soprattutto perché mi vide a coprifuoco iniziato e in compagnia di uno dei tanti ragazzi che stava svolgendo la ronda notturna. Non ci mise nulla a fare due più due, e aspettò paziente che il mio "accompagnatore" dicesse qualcosa:

"Signore, ho trovato questa ragazzina Tassorosso in giro per i sotterranei e l'ho portata qui"

Venni spinta dentro l'ufficio di Piton dal prefetto, che non fu molto delicato. Avevo già male alla gamba, quindi caddi a terra senza fare troppi complimenti. Quello stronzo del Serpeverde che mi aveva beccata fuori dalla sala comune, non solo non si scusò per i suoi modi poco delicati... Ma ghignò pure quando mi vide cadere come un sacco di patate; che stronzo!
Quando il bastardo si congedò chiudendo la porta, Piton mi aiutò a tirarmi su e io mi sollevai zoppicando un po'

"Che ci facevi fuori dalla sala comune a quest'ora?"

"Lunga storia...", sbuffai io tenendomi la gamba.

"Vieni, andiamo di là, così puoi raccontarmi tutto e posso anche darti un'occhiata alla gamba"

Feci per camminare ma gemei di dolore. Piton allora si avvicinò e senza darmi il tempo di fare nulla, mi sollevò come fossi leggerissima. Divenni rossa come un peperone. Andammo verso i suoi alloggi privati, e mi coricò delicatamente sul divano, sedendosi poi accanto a me.

"Adesso dimmi cos'è successo", mi disse lui sfiorandomi delicatamente la gamba.

Sussultai per il male e Piton si allarmò.

"Ho... Litigato con Penny. Sono uscita dalla sala comune piuttosto arrabbiata, e ho tirato un calcio ad una delle botti. La... Fortuna non è esattamente dalla mia parte ultimamente. Sono stata meglio...", sussurrai io, un po' rassegnata.

"Lo so...", mi rispose Piton con sguardo dispiaciuto.

Io gli sorrisi lievemente.

Intanto con un incantesimo non verbale, il professore mi sistemò la gamba, poi mi accarezzò dolcemente una guancia. Io mi persi nei suoi occhi; menomale che avevo detto di volerlo dimenticare! Di slancio poi lo abbracciai, dimenticandomi per un attimo di tutto il resto. Lily però mi tornò subito alla mente, e gli occhi per la milionesima volta mi si riempirono di lacrime. Aumentai la stretta, maledicendomi per essere stata così autolesionista. Ero arrivata alla conclusione che l'amore fosse solo uno schifo, e non volevo più averci niente a che fare. Alla fine, anche il litigio con Penny pesò e mi fece scappare un singhiozzo.

"Shhh, si risolverà tutto, e con la tua amica farai pace", mi sussurrò dolcemente Piton, tenendomi un po' più stretta e accarezzandomi i capelli.

Cosa avrei dovuto fare? Scostarmi e scappare via, o rimanere lì con lui, rischiando di distruggermi?

Oggi due capitoli, amatemi <3

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