La terra mi mancò sotto i piedi. Mi aveva tradita, anche lui.
Lo fissai con le lacrime agli occhi. Il suo volto era praticamente impassibile: qualsiasi cosa stesse provando, stava cercando di nasconderla.
Continuammo a scrutarci per un tempo indefinito, fino a quando, senza dirmi una parola, se ne andò. A quel punto crollai sul pavimento; come potevo essermi fidata della persona sbagliata per tutto quel tempo? Per quanto mi riguardava, poteva essere stato lui stesso a lasciarmi quel biglietto per condurmi nella foresta e farmi rapire, e aver finto davanti me, gli altri insegnanti e aver imbrogliato Silente stesso. Infondo, era umano anche lui, poteva aver sbagliato a fidarsi di Piton, come avevo fatto io e tutti gli altri professori. Nessuno poteva essere infallibile.A quel punto, ero prigioniera. Il preside era convinto che fossi al sicuro, ma sicuramente, a quel punto, sarei stata consegnata a Voldemort molto presto. Corsi nella mia stanza, e chiusi a chiave la porta, pur sapendo di non essere al sicuro.
Ero in pericolo, non potevo sopravvivere, era impossibile. Non avevo niente in quel momento che fosse dalla mia parte, anche il destino stesso si stava prendendo gioco di me.Pensai poi alla mia famiglia: avevo detto loro che non sarei riuscita a tornare tanto presto per frequentare la scuola estiva perché avevo dei corsi di potenziamento da fare ad Hogwarts, per passare all'ultimo anno senza problemi.
In quanto babbani, erano in pericolo quanto me? probabilmente anche di più, perché io in minimo di magia la conoscevo, qualche incantesimo di difesa mi era stato insegnato, e alcune pozioni curative sapevo distillarle... ma loro? Non potevo lasciare che morissero per colpa mia, era fuori discussione! Dovevo assolutamente trovare una soluzione, almeno per la mia famiglia, lo sapevo molto bene.
Iniziai a camminare avanti e indietro in modo frenetico, in preda all'ansia. Spremetti le meningi, in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa che in quel momento potesse darmi una mano.
Improvvisamente, ricordai di un libro che una volta avevo letto ad Hogwarts, me lo aveva prestato Hermione: un manuale, molto grande, che conteneva alcuni incantesimi e pozioni, tra cui quelli di memoria. Ricordai così di un incantesimo in particolare, che sembrava fare esattamente al caso mio: oblivon, che permetteva di rimuovere in modo parziale o totale uno o più ricordi. Era un tipo di magia molto complesso, e abbastanza rischioso, ma che scelta avevo? Nessuna a parte quella, era l'unica opzione possibile. Inspirai profondamente: accettarlo era difficile, ma non potevo tirarmi indietro; il tempo a dispozione inoltre, mi sembrava poco, pochissimo... dovevo darmi una mossa.Tirai fuori uno zaino, in cui mettere il necessario: dei vestiti, dell'acqua e del cibo in scatola, che avevo rubato di nascosto dalla vicina. Non potevo sapere quanto tempo ci avrei impiegato e se ci sarebbero state complicazioni, e stare lontana da Severus poteva solo che farmi del bene. Ovviamente, mi ricordai di portare con me la bacchetta, che Piton mi aveva preso appena mi aveva rivelato la verità, ma che io avevo ritrovato e preso dal suo ufficio poco prima.
Per fortuna, lui non era in casa: sicuramente era assieme ai suoi amichetti, a tradire tutto l'Ordine della Felice e il professor Silente, l'uomo che più di tutti si era fidato e continuava a fidarsi ciecamente. Lo aveva trattato come un figlio, e quello stesso "figlio", lo stava pugnalando alle spalle, senza pietà.Senza perdere tempo, presi lo zaino e me lo misi in spalla, assieme alle mie paure. In un secondo, con la mente, tornai indietro, a quando avevo sei anni e dovevo iniziare la scuola elementare babbana, completamente sola e spaesata, piena di dubbi ed incertezze. Forse, quella bambina di appena sei anni che si era pian piano costruita il suo piccolo mondo crescendo, e si preparava ad affrontarlo sola, non era poi così diversa dalla ragazza di sedici che stava cercando di salvarlo con tutte le sue forze.
Avanzai verso l'ingresso, e quando lo varcai, le gambe presero a tremarmi; sembravano improvvisamente fatte di gelatina e non mi sentivo per una stabile stando in piedi, ma non mi arresi. Proseguii il cammino, e mi diressi verso una fermata del bus babbana, che avevo intravisto una delle volte in cui ero finita in quella casa, che in quel momento odiavo con tutta me stessa. Sapevo che un mezzo di trasporto comune non poteva minimamente fare al caso mio, ma mi sembrava sempre meglio di camminare senza una meta.
Mi infilai in mezzo a quella calca di persone, che aspettavano l'autobus. Chissà da che parte dovevano farsi condurre: qualcuno doveva sicuramente tornare a casa, dai genitori, o magari dal compagno o la compagna, mentre qualcun altro aveva dei figli che lo attentevano. Qualcun altro ancora andava a lavoro, mentre altre persone, magari salendo su quel bus che attendevamo tutti, potevano star per cambiare la loro vita, in modo più o meno drastico. Ma quanti di loro andavano a cancellarsi dalla memoria della propria famiglia? Sicuramente solo io. Persa in quei pensieri, mi ridestai solamente grazie ad una voce:
“Queste fermate brulicano sempre di babbani... andiamo, la fermata del nottetempo per maghi in difficoltà è di qua!”
A pronunciare quelle parole fu una donna dall'aspetto simpatico: i capelli erano di un buffo color carota, era un po' bassina e paffuta, ed era seguita da molte altre teste che avevano la chioma dello stesso colore.
Si fermarono tutti davanti a un cespuglio, non riuscivo davvero a capire perché bloccarsi lì in quel modo. Non vedevo nessuna fermata!“Avanti Fred, passa prima tu”
“Ancora che ci confondi? E menomale che dici di essere nostra madre...”
“Oh, scusami George!”
Il ragazzo avanzò, e poco prima di buttarsi nel cespuglio e sparire esclamò:
“E comunque te l'ho fatta, io sono Fred!”
Fred... George... quei nomi mi erano familiari, molto... ma dove...?
“ALICE?!”
Quella voce sì che mi era familiare: Davanti a me, vi era Ronald Weasley. Il mondo in certi casi, come dicevano i babbani, era davvero piccolo. Non sapevo esattamente che cosa dire, ero sorpresa tanto quanto lui. Per fortuna, fu Ron a parlare di nuovo, perché io ero come bloccata:
“Che cosa fai qui? Silente ci ha spiegato che ti sei dovuta allontanare da scuola... eravamo e siamo tutt'ora preoccupati per te...”
Riuscii ad accennare un sorriso, e agii d'impulso: Avanzai ancora e lo abbracciai. Dopo tutto quello che era successo, avevo decisamente bisogno di un amico, qualcuno su cui potessi contare veramente.
il calore e il contatto poi, mi avrebbero sicuramente aiutato a ricordare che ero umana, e in quanto tale che avevo possibilità e soprattutto il diritto di sbagliare. Rimuovermi dai ricordi della mia famiglia poteva essere una scelta geniale tanto quanto poteva essere stupida, ma non potevo fare altrimenti.
Mi scansai poi velocemente, e chiesi informazioni per quanto riguardava la fermata del nottetempo. Mi fiondai nel cespuglio subito dopo Ron, e mi ritrovai magicamente davanti alla fermata. Attendemmo, e il mezzo arrivò poco dopo. Salii, e un certo Stanley Pichetto, dopo avermi fatto il biglietto, mi chiese dove fossi diretta. Gli diedi l'indirizzo della mia casa babbana, e il conducente Ernie Urto, partì a tutta velocità. Ron e i suoi fratelli scesero poco prima di me, al Paiolo Magico. Promisi loro di non mettermi nei guai e che avrei cercato in qualche modo di farmi sentire.Arrivata davanti la porta della mia vecchia casa, inspirai profondamente. Pronunciando l'incantesimo alohomora a bassa voce, entrai in casa, e li trovai tutti seduti sul divano. Con le mani tremanti e gli occhi pieni di lacrime, pronunciai quella singola parola con il giusto movimento della bacchetta, che mi portò via per sempre i miei genitori e mio fratello.
ciao a tutti. Mi dispiace essere sparita di nuovo così tanto, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo. Wattpad poi ha eliminato più volte ciò che avevo scritto, quindi questo mi ha anche un po' demotivato. :( Personalmente sono molto molto soddisfatta, e modificare la scena della stazione del treno del primo film per renderla adatta a ciò che stavo creando io, è stato divertente e successivamente mi ha fatto da movente per scrivere la fine del capitolo. Spero che sia di vostro gradimento <33

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Nata Babbana
Fiksi PenggemarCiao a tutti, sono Alice e questa è la mia storia: provengo da una famiglia babbana nella quale sono cresciuta, e a fine luglio compierò gli anni. Cosa c'è di strano? Sono in realtà una strega, quindi ho diritto anch'io ad essere istruita da altri m...