E... Casa?

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Novembre passò velocemente, lasciando posto alle fredde e corte giornate di dicembre. La temperatura scese drasticamente, e il paesaggio pian piano si tinse di bianco. Le vacanze natalizie si avvicinavano, e io non vedevo l'ora di rivedere la mia famiglia.
In quei giorni però, non riuscivo a stare del tutto tranquilla; un pensiero mi preoccupava non poco: dopo "l'incidente" di Draco, Hagrid passò numerosi guai. Il signor Malfoy, il papà del ragazzo, era furibondo, e il mio amico mezzo gigante rischiava di perdere il posto. In quei giorni cercai di stargli il più vicino possibile, il suo umore era a dir poco sotto le scarpe. Mi divisi quindi come potevo, per cercare di non trascurare nessuno: andavo a casa di Hagrid, dove passavo la maggior parte del tempo; il resto lo dividevo tra le mie amiche e Severus. Per me stessa ovviamente non avevo più spazio, ma mi andava bene così. Gli amici e le persone care prima di qualsiasi altra cosa, quindi cominciai a mettere da parte i miei bisogni e a farmi in quattro per chi aveva bisogno. I miei voti però ovviamente cominciarono a scendere drasticamente, dato che il tempo di studiare non lo avevo. Mi dispiaceva ovviamente, ma mi dicevo che sarei riuscita a mettermi in pari e avrei eccelso non appena ne avessi avuto la possibilità.

In quei giorni ero anche passata ad Hogsmeade, per comprare i regali per i miei familiari: a mio fratello avevo comprato una marea di dolciumi da Mielandia, per mia madre un libro magico, che si sfogliava da solo, e per mio padre un manuale di quiddich, nella speranza che quello sport gli potesse interessare, in quanto era molto simile al calcio babbano.

Quel giorno di dicembre invce, dopo aver fatto la mia solita visita ad Hagrid, mi diressi verso l'aula di pozioni. Avrei avuto un test di Piton prima delle vacanze, e non avevo ancora trovato modo di aprire il libro.
Entrai dopo aver avuto il consenso del professore, e mi diressi verso la cattedra, dove era seduto.

"Ciao Sev", dissi senza farci troppo caso

Piton alzò pericolosamente un sopracciglio, e per un momento mi lanciò uno sguardo di fuoco, e io mi allarmai.

"H-ho fatto qualcosa?"

Il professore senza rispondere si ridestò, e tornò a concentrarsi sulle sue pergamene.

"Severus?", lo chiamai un po' titubante.

Il maestro di pozioni tornò a posare il suo sguardo su di me.

"Ho fatto qualcosa?", ripetei.

Lui scosse la testa.

"Sicuro? Con me puoi parlare..."

Piton sospirò e disse:

"No, non hai fatto nulla, solo ricordi... Tranquilla"

Intuendo che non volesse aggiungere altro, mi avvicinai un po' titubante, posando lo sguardo sulle sue gambe. Il professore intuì le mie intenzioni mi fece cenno di sedermi sul suo grembo.
Gli cinsi il collo con le braccia e poggiai la testa sul suo petto.

"Posso studiare qui...?", mugugnai un po' stanca, non intenzionata a cambiare posizione.

"Fai pure...", rispose lui, accarezzandomi delicatamente i fianchi.

Senza scendere dalle sue gambe, mi girai verso la scrivania e appellai il mio libro di pozioni, con l'intenzione di ripassare per il test. Cominciai a sfogliare le pagine e prendere appunti, Piton si limitò a guardarmi. Mi sentivo un po' osservata, ma cercai di non farci troppo caso e continuai a ripassare. Conclusa la preparazione per pozioni, passai a trasfigurazione, cura delle creature magiche e difesa contro le arti oscure. Non impiegai molto per quelle materie, come al solito. Il professore non disse assolutamente nulla, continuò con quel lento movimento sui miei fianchi, che mi fece rilassare e allo stesso tempo arrossire. Andava tutto bene, ma i problemi arrivarono quando dovetti ripassare per la verifica di aritmanzia. Ovviamente non capivo nulla, né degli appunti né della spiegazione del libro. Cominciai a sbuffare sonoramente, cosa che attirò l'attenzione di Piton; cominciò a guardarmi con più attenzione, e non ci mise molto a capire che stavo avendo non poche difficoltà.

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