Capitolo 39

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"Direi che abbiamo trovato qualcosa." informai Minho ancora ammaliata dal risultato che davano quelle linee aggrovigliate.

Sfilai i fogli dalle dita di Thomas quindi mostrai la facciata con la lettera all'asiatico. Quest'ultimo strizzó le palpebre per vedere meglio ed anche lui rimase sorpreso.

"Dovremo andare da Newt a dirgli delle novità." propose l'Intendente.

Il moro riprese quello che aveva scoperto e lo mise in controluce. Le linee nere sembravano ancora più confusionarie. "In questo modo, la lettera non é molto visibile. Dovremo prendere della carta oleata e quante matite e forbici possibili."

"Ok, -feci io pianificando mentalmente il tutto- io e Minho andiamo da Frypan mentre tu vai da Newt."

"Sarebbe meglio che tu venissi con me, hai avuto tu l'idea sulla Scarpata. É meglio che la spieghi tu." mi corresse il Velocista.

Non ero felice per niente di parlare con il biondo, ero intenzionata a ignorarlo per quello che aveva fatto. Tuttavia riconobbi che potevo fare uno sforzo, ciò che dovevo riferirgli era una cosa che non riguardava solo noi due, ma tutta la popolazione della Radura.

"D'accordo." accettai la proposta. "Dopo di ché ti raggiungeremo alle cucine per darti una mano." mi rivolsi a Minho.

Trovammo Newt intento a gironzolare e a calciare un sassolino sul pavimento. Aveva la testa china, forse assorto nei suoi pensieri. Doveva essere molto impegnato, da qualche giorno aveva il controllo dell'intera Radura. Quello supponevo fosse uno dei pochi momenti in cui poteva prendere una boccata d'aria, lontano dai problemi che lo circondavano. Ora, eravamo arrivati noi a rovinare la sua pausa per farlo tornare ai suoi obblighi.

"Abbiamo delle cose importanti da farti sapere." iniziò il moro.

"Sentiamo." rispose apparentemente senza un briciolo di curiosità.

Thomas mi fece un cenno, voleva che iniziassi io. "I Dolenti spariscono lanciandosi nella Scarpata, quindi io e Minho abbiamo lanciato dei sassi per vedere se scomparissero anche loro, ma non é successo niente, quindi ho ipotizzato una cosa. Ho pensato che i sassi fossero troppo piccoli e leggeri per azionare il meccanismo della "sparizione" -feci le virgolette alla parola sparizione- quindi serviva una cosa piú pesante e grande. Poco fa siamo stati allo strapiombo e abbiamo buttato di sotto una scatola, ma non é successo niente nemmeno stavolta. Minho, seccato, ha lanciato un pezzo di edera verso il centro ed é sparito. Abbiamo verificato anche con lo scatolone pieno ed anche questo si é volatilizzato nel nulla."

Il biondo ascoltava in silenzio le mie parole, annuendo di tanto in tanto. Si era portato delle dita sul labbro, pensieroso. Verso la fine del discorso, alzò le sopracciglia stupito da quello che aveva appena sentito.

"La tua teoria si é rivelata in parte esatta." dedusse dopo aver immagazzinato le informazioni. "In sostanza non contava la massa o la grandezza dell'oggetto lanciato, ma beccare il punto esatto."

"Esattamente." confermai le sue parole.

"Non é finita qui." intervenne Thomas, che aveva taciuto fino a quel momento per esporre in seguito la sua scoperta. "Siamo stati anche nello sgabuzzino a studiare le Mappe. Confrontandole tutte insieme per lo stesso giorno, abbiamo notato che al centro si era formata una lettera."

Newt a quelle parole si irrigidì, era incredulo a quello che aveva sentito. "Mi state dicendo che avete trovato il codice per scappare?"

Mi spuntó in sorriso sulle labbra come assenso. Il ragazzo si passó le mani tra i capelli tirandoseli leggermente all'indietro, ancora scosso da quello che era appena venuto a sapere.
Così raggiungemmo l'asiatico alle cucine, lo trovammo indaffarato a convincere il cuoco a dargli la carta.

The Maze Runner- Le GemelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora