Capitolo 2

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Il biondino dagli occhi nocciola mi avvolse con la corda, che si rivelò fatta d'edera, e grazie all'aiuto di altri ragazzi mi portarono fuori da quell'ascensore. Ero circondata da una cinquantina di ragazzi, purtroppo dovetti constatare che effettivamente ero l'unica ragazza presente. Con lo sguardo passai in rassegna ad ogni ognuno di loro, avevano varie conformazioni, stature ed etnie; i loro vestiti erano macchiati e bagnati di sudore.

Perché sono l'unica ragazza in questo posto?

Dopo che mi fui abituata alla luce mi resi conto del luogo in cui ero stata portata. Mi trovavo in una sorta di cortile grande quanto parecchi campi da football delimitato da delle mura di pietra alte diversi metri che circondavano lo spazio in un quadrato perfetto. Al centro dei muri c'era una spaccatura alta quanto i muri stessi dove vi si intravedevano dei corridoi, in alcuni punti della pietra cresceva dell'edera.

Chissà dove portano quei corridoi...

Lo schiamazzo dei ragazzi non si era attenuato nemmeno un po'. Ora che potevano "ammirarmi" meglio si comportarono come belve affamate. I più vicini si spintonavano per avvicinarsi di più urlando: "Mia!", quelli rimasti dietro la folla volevano sapere che aspetto avessi, altri ancora fecero commenti piccanti sempre sul mio aspetto.

In quel momento non sapevo se dispiacermi per loro riguardo il livello di maturità o per la mia situazione. Come soluzione adottai il buon vecchio metodo di lasciar perdere. Per quanto riguardava a come mi sentivo, direi che ero intrappolata, sola. Non sapevo il motivo ma quel posto mi metteva una una certa angoscia, tristezza. I ragazzi che mi avevano circondata, togliendo il loro entusiasmo per la nuova arrivata, sembravano amichevoli ma le loro espressioni facevano capire che in quel luogo misterioso nessuno è al sicuro.

Fortunatamente Newt mi salvò dalla situazione tuonando: "Caspio, fate silenzio ora! Vi siete per caso dimenticati cosa vuol dire essere dei Fagiolini?"

Lo ringraziai mentalmente anche se capii solo poco di ciò che esclamò. Udendo le sue parole i ragazzi si zittirono ma poco dopo ripresero sussurrando tra di loro incuranti di ciò che fu stato detto poco prima. Supposi quindi che il biondino fosse al comando per il modo in cui fece tacere i suoi compagni.

"Benvenuta alla Radura!" esclamò una voce poco distante.

Per poco non sussultai, la voce apparteneva ad un ragazzo di colore, Alby se non non mi sbagliavo. Se ne stava vicino Newt con uno sguardo severo come se mi stesse controllando o temesse che facessi qualcosa di improvviso, era spuntato non so quando o magari non se ne era mai andato veramente. Ora che potevo vederlo meglio aveva capelli cortissimi, un viso rasato e direi che era sui 17 anni. Il ragazzo si presentò porgendomi la sua mano, con titubanza gliela strinsi.

"Forza pive, potete ritornare al vostro lavoro, qui non c'è niente di interessante da vedere e faremo dopo le presentazioni." riprese Alby.

La folla si sparse gradualmente, attorno a me rimasero solo chi "comandava" quel posto bizzarro. A quel punto non ce la feci più ed esplosi in un centinaio di domande.

"Cosa ci sarebbe dietro quelle mura? Cosa ci facciamo qui? Chi ci ha portati qui e perché?"

"Bene Fagio, apri bene le orecchie, se non vuoi essere buttata dalla Scarpata è bene che tu non faccia casini, chiaro?" brontolò Alby.

"Ok, va bene ma non hai risposto alle mie domande." gli feci notare incrociando le braccia.

Brava Angelica e adesso dimmi: "dove l'hai tirata fuori questa improvvisa grinta?" Mi maledissi mentalmente.

The Maze Runner- Le GemelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora