Capitolo 41

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Non mi ero accorta di star dormendo finché non aprii gli occhi. Non ricordai nemmeno come avessi fatto ad addormentarmi dopo quello che avessi visto. Per tutta quella terribile scena ero rimasta ferma come una statua. Mia sorella, invece, aveva assunto il colorito di un foglio di carta e si era stretta le braccia al petto, come se fosse una sorta di abbraccio per darle un po' di forza e conforto. Poi Thomas era crollato davanti a noi ed entrambe ci eravamo scrollate quel momentaneo stato di trance. Lo avevamo seguito fin dentro l'edificio, osservato le sue ferite fino al suo svenimento. Beatrice, dato che era un Medicale, aveva studiato con gli occhi molto attentamente i gesti dei suoi colleghi per imparare da loro, era importante che sapesse cosa fare in quei casi. Per questo si era intrattenuta fino a tardi e non era nella stanza. Io, preceduta dagli altri, eravamo risaliti. Molto probabilmente eravamo crollati non appena avevamo poggiato la testa sul cuscino.
Feci per alzarmi dal materasso ma questo aveva qualcosa di strano. Andava su e giù regolarmente e non era molto comodo, inoltre percepivo le punte dei capelli muoversi e una sorta di tum tum all'orecchio. Così alzai il capo ed incontrai le iridi nocciola di Newt. Avevo i capelli sparsi sul suo petto, le gambe piegate all'altezza del suo bacino e un braccio accanto al suo. Questo spiegava la stranezza del letto, mentre il movimento dei miei capelli era dovuto al fatto che il biondo si stava divertendo a giocarci. Tra tutte le persone mi ero appisolata proprio sopra di lui. Appena si accorse che ero sveglia mi diede il buongiorno. Gli risposi di malavoglia, la mia voce era attutita perché avevo mezzo viso nascosto nella sua maglietta.

"Sei adorabile quando dormi." mi sussuró lui.

Non appena udii quelle parole, mi irrigidii all'istante, schifata. Se voleva farmi salire la bile alla gola, ci era riuscito benissimo. Da quel momento misi nella lista delle cose che odiavo l'essere sdolcinati.
Non risposi a quella frase, mi limitati soltanto ad alzarmi dal suo petto. Gli alzai il braccio che circondava la mia schiena lasciandolo steso ad osservarmi andare via.
Minho aveva riposato sul letto, in quel momento si era svegliato anche lui. Chuck era seduto per terra con la schiena appoggiata al letto del Velocista e la testa all'indietro, ancora dormiva beato.

Prima di afferrare la maniglia ed andarmene chiesi: "Mia sorella é ancora lí?" allundendo al posto dove era stato lasciato il moro. Solo dopo aver formulato la domanda mi maledissi di non esser stata zitta. Loro non sapevano che eravamo gemelle, beh, ci potevano arrivare per la nostra estrema somiglianza ma non ne avevano la prova. Bel lavoro, avevo fatto davvero un gran lavoro. Ora ero costretta a sorbirmi una marea di domande e non ero molto intenzionata ad affrontare quell'argomento.

"Mi sono perso qualcosa?" chiese Chuck stropicciandosi gli occhi avendoli aperti da qualche secondo.

"Sorella? Come fai ad esserne sicura?" mi interrogò il biondo socchiudendo le palpebre e mettendosi seduto.

"La conosci da prima di arrivare qui?" suppose Minho.

Ero stata messa all'angolo, guardavo di continuo i tre ragazzi che mi fissavano volendo delle risposte. Boccheggiavo mentre una montagna di scuse mi passavano davanti agli occhi mentre la bocca diventava sempre più asciutta. Non riuscivo a dire qualcosa di senso compiuto. Mi sentivo come minuscola dinnanzi i loro sguardi e alle loro parole. Volevo scappare ma le mie gambe, ancora una volta, non si volevano muovere. Abbassai per un attimo il capo, sconfitta.

"Certo che la conosco. Come potrei dimenticarmi di lei." iniziai il discorso appoggiandomi alla porta chiusa alle mie spalle e sostenendo ad uno ad uno il loro sguardo. "É una cosa abbastanza strana, all'inizio si basava tutto su sensazioni e ipotesi poi divenne tutto reale."

Durante i secondi che mi ero presa per riordinare i pensieri, l'asiatico volle che mi spiegassi meglio. "Quando ero nella Scatola avevo impresso negli occhi i suoi capelli e il suo sorriso ma non sapevo chi fosse, lo giuro. Non so come sia possibile una cosa cosa del genere. Poi sono iniziati quegli strani sogni..." scossi la testa gesticolando un po'.

The Maze Runner- Le GemelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora