Capitolo 18

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Aprii e chiusi la bocca diverse volte, anche se avevo il sospetto che la nuova arrivata fosse davvero mia sorella -cosa che era abbastanza evidente a giudicare dal nostro aspetto-, averne la conferma mi aveva spiazzata lo stesso.
Non seppi per quanto tempo rimasi impalata sotto la soglia della porta presa dai miei pensieri, finché Beatrice un po' preoccupata non mi chiese se andasse tutto bene.

"Si, si." risposi prontamente chiudendo la porta. "Tutto ok."

Mi sedetti sul materasso portandomi le mani sul viso, finalmente quella giornata stava giungendo al termine. Le ultime ventiquattr'ore erano state molto intense, avevo provato e scoperto davvero troppe cose in cosí poco tempo. Non potevo trascurare quello che avevo sentito solo sfiorando il fodero della spada oppure quando mi ero addentrata per la prima volta nel Labirinto. Mi passarono in mente ogni singolo momento a cui non riuscivo a dare una risposta uno dei quali era il motivo per cui sognavo dei ricordi mentre non ricordavo nulla del mio passato.

Mi servono delle ferie. Pensai sarcasticamente.

"Davvero ho un'aria familiare?" domandai rompendo il silenzio che si era creato.

"Quando ero in quella specie di ascensore avevo come stampato negli occhi l'immagine di una ragazza. Tutto quello che so, anzi che riesco a cogliere nella mia mente, é che aveva i capelli scuri e lunghi un po' come i tuoi. É tutto cosí confuso." spiegó la bionda strofinandosi gli occhi con i polpatrelli.

Mi sentii rassicurata nel sentire quelle parole, anche lei come me si ricordava dell'esistenza di qualcuno di molto importante. Ero tentata di prenderla per il polso e trascinarla davanti allo specchio del bagno, chissà che faccia avrebbe fatto nel scoprire che quella persona ero io. Sarebbe rimasta senza parole oppure avrebbe iniziato a urlare sul fatto che fossi una sua copia per la nostra somiglianza.
Siccome era arrivata solo da poche ore, onde evitare che il suo cervello andasse in tilt, mi promisi che l'avrei fatto il giorno seguente.

"Perché quando sono arrivata si sono voltati tutti verso di te? Cosa voleva dire quel tizio, uno dei capi, sulla nostra somiglianza?" si interrogó come se avesse appena letto i miei pensieri.

Esitai, a quelle questioni non potevo mentire e nemmeno rimanere vaga. Dovevo dirle come stavano le cose anche se avrebbe comportato qualsiasi reazione da parte sua. Era suo diritto saperlo.
Mi morsi il labbro per la milionesima volta indecisa su cosa fare, per alleggerire la tesione portai lo sguardo ovunque meno che su mia sorella.

"Vieni, faccio prima a mostrartelo." detto questo mi alzai facendole segno di seguirmi.

Beatrice mi rivolse uno sguardo interrogativo, senza aggiungere altro mi seguí curiosa di sapere quello che le avrei fatto vedere.
Non appena uscimmo dalla porta mi imbattei in Newt. Sentii ogni centimetro del mio corpo scaldarsi come se fossi davanti a un camino acceso e il cuore battere piú velocemente.

Prima che entrambe potessimo fare un'altro passo, il ragazzo ci sbarró la strada inciociando le braccia al petto, mettendo cosí in bella mostra gli stupendi muscoli. "Dove state andando?"

"Mi mostra una cosa." lo informó la bionda che sembrava stranamente immune dal potere che emanavano quei bicipiti.

Newt non capendo alzó un sopracciglio cosa che fece schizzare a mille la mia temperatura corporea e abbozzare un sorriso sul mio volto. Rendendomi conto di quello che stava succedendo, mi riscossi e mi limitai a rispondergli indicando con l'indice la faccia di mia sorella per poi rivolgere il dito verso la mia.

I suoi dubbi peró affollavano ancora la sua mente quindi socchiuse gli occhi come se temesse che noi due insieme fossimo capaci di far saltare per aria l'intero Casolare. "Tienila d'occhio." disse rivolgendosi a Beatrice.

The Maze Runner- Le GemelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora