Capitolo 2: Asociale

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(revisionato)

La voce del pilota che ci avvertiva che da lì a pochi minuti saremmo atterrati sul suolo californiano mi fece sussultare.

«Stiamo per atterrare Beth...» Iniziai a scuotere la mia amica che si era appisolata qualche minuto prima.

«Jo!» mi schiaffeggiò il braccio la ragazza. «Ops» Alzai le spalle cercando di fare la faccia più innocente possibile.

«Quanto ti odio in questi momenti» sbuffò Beth mettendosi comoda sul sedile.

«Hai preso tutto, Jo?» si raccomandò la rossa guardandomi uscire dall'aeroporto, seguita a ruota da lei. «Certo, non sono come una certa persona.» replicai iniziando a ridacchiare sotto i baffi.

«Ha ha molto divertente.»
«Ehi, è la verità.» Alzai le spalle.

«Comunque ti avviso che guiderò io, non voglio che tu mi ammacchi l'auto.» dissi puntandole un dito contro, alchè lei alzò le mani in segno di resa e affiancò la mia auto.

Va bene, ero abbastanza protettiva verso le mie auto... ma ehi, non si trovava tutti i giorni un'Audi A3 nera opaca in edizione limitata, quindi la tenevo prontamente lontana dalle mani di chiunque non fossi io.

«Scommetto che vuoi più bene alle tue auto che a me.» sbuffò Beth, entrando nella parte del passeggero.

«Hai ragione.» Ridacchiai infilandomi nel posto del guidatore.

Appena presi posto, inserì la chiave facendola ruotare verso sinistra e in pochi secondi la vettura si accese, dando posto a un rimbombo impressionante.

«Mio Dio, sembra ancora nuova quest'auto.» affermò la mia amica. Appunto.

Partì dopo poco, in pochi secondi ci trovammo a sfrecciare per le vie di Los Angeles con i finestrini tutti abbassati - anche se faceva abbastanza freddino -.
Il vento che riusciva a entrare ci scompigliava tutti i capelli. Predominava l'azzurro tra i colori del cielo, ma si intravedevano anche le prime striature arancioni che caratterizzavano il tramonto.

Dopo un'abbondante mezz'ora di viaggio, arrivammo finalmente alla casa che avevamo precedentemente comprato io e Beth.

Sapevamo che prima o poi ci saremmo dovute muovere da Orlando: la nostra meta, già allora, si basava su Los Angeles. Ci eravamo quindi tolte lo sfizio di comprare una casa lì. Sapevamo per certo che l'avremmo usata, e infatti... eccoci lì.

«Wow, mi è mancata.» esordì Beth

Perché si, lei abitava in quella casa fino a un anno prima, almeno finché non decise di abbandonare Los Angeles per un po' di tempo e quindi venirmi a trovare.
Nel periodo in cui Beth era a Los Angeles ci vedevamo si e no due volte a settimana, con tutti i problemi che avevamo a Orlando non riuscivo a scucirmi molto tempo; però, quei piccoli momenti in cui ci vedevamo via chiamata, mi erano sufficienti per capire di volermi allontanare da tutto quello che stava succedendo in città... volevo realmente cambiare aria.

«Ti prego, non dirmi che ti sei presa tutto lo spazio disponibile.» supplicai Beth entrando nell'appartamento. «Tranquilla. E poi, ci sarà sempre spazio per te.» Sorrise, per poi entrare a sua volta in casa.

«Ah e ti avviso, prima di salire sull'aereo ho fatto qualche telefonata, domani andremo a vedere un locale davvero carino...tu continui a dire di voler lavorare» replicò, per poi abbassare qualche ottava nell'esporre l'ultima frase.

«Quando ero qui ci passavo in pratica tutti i fine settimana, in più ti farò conoscere i miei amici, anche loro come me frequentano questo locale, solo che loro...ci vanno molto più spesso di me» continuò per poi sbuffare alla fine della frase.

«Sia lodato il cielo Beth!Ma per gli amici credo di passare» feci spallucce per poi salire le scale e camminare fino alla porta della camera che Beth aveva decorato l'anno prima per me, quando non sapevo ancora se sarei rimasta a Orlando o mi sarei trasferita a Los Angeles.

«Josephine Laila Mitchell!Ora ci siamo trasferite a Los Angeles, non puoi restare ventiquattro ore su ventiquattro chiusa in casa» mi rimproverò Beth entrando nella stanza dopo di me.

«Non ho detto di rimanere chiusa in casa, ho solo detto di non voler conoscere altre persone» feci spallucce

«Ma non puoi stare con la continua fissazione che qualcuno ti menta, sembreresti solo asociale» continuò la mia amica

«Non sono asociale, sono solo diffidente, che è una cosa diversa»

A quel punto la mia amica fece qualche passo più avanti e si accostò proprio di fronte a me, iniziò subito a farmi la sua faccia da cane bastonato...sapeva che non avrei resistito.

«Stronza» sussurrai alla rossa di fronte a me «Ti voglio bene anche io!» cantilenò tornando in cucina saltellando di qua e di là.

Dopo aver messo a posto tutta la mia roba iniziai anche io a scendere di sotto, trovai la mia amica intenta ad aprire un barattolo di gelato al cioccolato.

«Beth sono le otto e tu mangi gelato?» interrogai la ragazza con una faccia alquanto schifata
«Non c'è niente in frigo o in dispensa, mi arrangio con il gelato comprato in aeroporto» fece spallucce la mia amica.

«Mi chiedo solamente come non si sia sciolto» biascicai pensando di non farmi sentire da lei, cosa totalmente inutile

«Infatti non lo sto mangiando...lo sto bevendo» mi corresse Beth
«Il che è anche peggio» continuai io

«E va bene» sbuffò per poi deporre il contenitore nella pattumiera.

«Pizza?» domandò rigirandosi nella mia direzione «Certo» affermai avvicinandomi all'isola della cucina per poi sedermici sopra.

«Allora arrivo» finì Beth per poi incamminarsi in salotto con il cellulare per chiamare la prima pizzeria aperta in città.

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Beh amici,questo è il secondo capitolo della storia.
Non preoccupatevi se questi primi capitoli sono un po' noiosi ma è per iniziare

✨La loro nuova vita✨

Ovviamente quando inizieremo ad inoltrarci maggiormente nella storia sarà mooolto più intrigante🦋

Nel caso vorrei chiedervi, se c'è qualche errore di battitura, di segnalarmelo.
Vi invito(sempre se volete hehe) a lasciare una stellina al capitolo e magari qualche commento per capire se le dinamiche vi stiano piacendo🌺

Detto questo vi saluto,ci vediamo al prossimo capitolo🖤.

Dylmiomarito💕.

Never get distracted - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora