Capitolo 36: Miss you

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«Dylan?»chiedemmo nello stesso momento io e Alex
«Potevi anche risparmirti di buttare giù la mia porta,guarda qui!»Beth iniziò ad avvicinarsi alla sua porta buttata a terra dal ragazzo.

«E che cazzo Dylan!»ed ecco che è tornata la mia adorabile e "sensibile" Elizabeth.

«Riprendendo la domanda di prima:Che cazzo ci fai qui Dylan?»chiese "gentilmente" Alex
«Sono qui per parlare con Jo»parlò puntando i suoi occhi nei miei,quegli occhi che mi ricordano così tanto...

«Non se ne parla»dissero i miei due amici portandosi di fronte a me come da farmi da scudo
«Ragazzi tranquilli,va bene»sorrisi per rassicurarli prima di girarmi verso il moro.

«Non qui»replicò prima di salire al piano di sopra,sentivo il continuo sbattere delle porte,forse stava cercando quella giusta...oppure era diventato pazzo,anche questa poteva essere un'opzione.

«Ma certo,fa come se fossi a casa tua»borbottò Beth incrociando le braccia sotto il seno.

Anche in quei momenti mi veniva da ridere guardandola.

«Vado»sbuffai per poi iniziare ad incamminarmi al piano di sopra,ma venni fermata a metà scala dalla voce di Alex.

«Sta' attenta»
«Alex che sarà mai»alzai gli occhi al cielo per poi proseguire.

Iniziai a cercare nelle stanze finché non trovai il moro in camera mia intento a guardare tra le mie foto appese al muro...una in particolare.

«Mio padre»dissi entrando in camera e chiudendomi la porta alle spalle
«Eh?»il moro sembrò svegliarsi totalmente da uno stato di trance.

«L'uomo nella foto...è mio padre»sorrisi leggermente incamminandomi nel suo stesso punto per ammirare meglio la fotografia.

«L'avvocato»si ricordò della nostra conversazione passata
«Il drogato e ubriaco,vorrai dire»lo corressi ridacchiando.

«Qui non era ancora diventato un mostro,mia madre era ancora viva,Chris era nel pancione di mia madre,ed io e Edith andavamo d'accordo»dissi quel nome con disprezzo,alzando gli occhi al cielo subito dopo.

«A proposito di lei-»iniziò per poi essere subito interrotto da me
«Aspetta,se sei venuto qui per parlarmi di lei»indicai la porta con la mano
«Quella è la porta»

«Non voglio ascoltare la magica storia della vostra relazione»continuai alzando gli occhi al cielo

«Non è una "magica storia"»sbuffò per poi buttarsi a peso morto sul mio letto
«Ah si ma fai con comodo,sentiti a casa»borbottai incrociando le braccia sotto il seno.

«Comunque...non c'è mai stato il paradiso,solo inferno?»ridacchiai per poi alzare un sopracciglio.

Avevo ripetuto le stesse cose che Dylan aveva detto ad Alex il giorno in cui i due si erano incontrati nel vicolo per parlare del video.
Si,Alex me ne aveva parlato prima e si,mi ero arrabbiata.Chi non l'avrebbe fatto?

«Alex scommetto»
«Indovinato»replicai guardando il moro disteso sul mio letto.

«Mi dirai il motivo per cui hai deciso di parlarmi o devo aspettare che prima ti faccia un riposino?»chiesi ironicamente prendendo la sedia della scrivania e sedendomi al contrario.
Appoggiai le braccia sullo schienale della sedia e iniziai a fissare il moro che non accennava a parlare.

Ma sapevo,lo vedevo dal suo sguardo perso nel vuoto che non sapesse da dove cominciare a raccontare,quindi decisi di semplificargli la questione...

«Facciamo così,o parli ora o vai via»alzai le spalle vedendo il ragazzo alzarsi frettolosamente di schiena per poter incontrare i miei occhi.

...a modo mio.

Never get distracted - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora