Capitolo 46: Errore

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«Che mi ami»

Bomba sganciata...
Strabuzzò gli occhi e si riprese la sua mano sotto il mio tocco.

«Quando sarebbe successo?»domandò guardandomi negli occhi.

Sembrava quasi...cambiato.

«Due volte,una di notte quando ti eri svegliato e una prima,quando eri ubriaco...»

«Jo,ero ubriaco prima ed ero molto stanco quel giorno...io-»
«Ho capito»sbuffai silenziosamente iniziando a muovermi sulle sue gambe,d'un tratto volevo allontanarmi da lui.

«Non vorrei che tu avessi frainteso»sussurrò lui portandosi una mano tra i capelli

«Oh sisi,sta' tranquillo»sorrisi falsamente alzandomi dalle sue gambe e mettendo le mani avanti
«Jo-»
«Ho detto di stare tranquillo,ho capito che hai sbagliato»ironizzai inclinando la testa di lato.

«Ora,se non ti dispiace...vado a letto,sono stanca»improvvisai un sorriso falso prima di correre in camera mia e buttarmi a peso morto sul letto.

Già,era solamente stanco o ubriaco...dovevo esserne felice.
Felice perché lui non mi amava,come io non amavo lui.

Ma perché non lo ero?Perché non ero felice di quello che avevo appena scoperto?

Sentì la porta dell'appartamento sbattere violentemente,e pochi secondi dopo il mio cellulare iniziò a vibrare a causa di un messaggio.

Da:Dylan

Non torno questa sera,buonanotte Josephine.

Sbuffai per poi buttare il cellulare in un'angolo remoto della camera.
Dopo pochi secondi però alzai la testa...avevo avuto un'idea.

Iniziai a correre per la camera alla ricerca del cellulare buttato pochi secondi prima,appena lo riuscì a trovare iniziai a comporre il numero del mio amico.

Rispose dopo neanche due squilli.
«Jo,sai che ore sono?»sentì sbuffare il mio amico dall'altro lato del telefono.
«Lo so ma...avevo detto che avremmo parlato?Beh questo è il momento perfetto per farlo»

Sentì un silenzio tombale per pochi minuti,fin quando poi non risentì la sua voce
«Cinque minuti e sono da te»rispose poi chiudendo la chiamata.

***

«Sai che ore sono?»sbadigliò Sìmon entrando in casa.
«Beh...no»sorrisi chiudendo la porta alle sue spalle.
«È quasi mezzanotte!Stavo dormendo»borbottò il ragazzo

«Mentre tu dormivi io affrontavo una situazione abbastanza scomoda con Dylan»sospirai aprendo le braccia.

«Quanto scomoda?»
«Subito dopo aver parlato è uscito di casa dicendo che non tornava questa sera»

«Abbastanza seria»capì abbassando il capo e puntandomi un dito contro.
«Cosa è successo?»domandò appoggiandosi con gli avambracci all'isola della cucina.
«Cosa vuoi che ti racconti prima?»ironizzai per poi mettermi le mani sugli occhi.

«Andiamo per gradi,questa sera parleremo del problema avuto pochi minuti fa,dopodiché continueremo a parlare dei problemi generali»ridacchiò Sìmon portandosi la mano destra sotto il mento.

«Gli ho raccontato che...lui per due volte mi ha detto "ti amo"»
«Ti ha detto "Ti amo"? »alzò un sopracciglio
«Si,ma una volta l'ha fatto dopo essersi risvegliato di soprassalto mentre dormiva e l'altra l'ha detto quando era ubriaco.
Lui si è giustificato dicendo che o era molto stanco o era ubriaco e che quindi non mi dovessi fare "strane idee" e che avessi frainteso.»dissi facendo le virgolette con le dita.

«Si ma,sapete che quando si è ubriachi si dice la verità?»ghignò il mio amico per poi sorridere leggermente vedendo la mia faccia ancora più confusa.
«Sìmon così non aiuti»

«Dico solamente che,una volta può essere un incidente,ma due volte...non lo è»alzò le spalle salendo sopra l'isola.
«Non capisco comunque perché se la sia preso così tanto»replicai mettendomi a mia volta sopra l'isola accanto al mio amico.

«Da quello che ho potuto capire grazie ad Alex,Dylan non è un ragazzo che esprime i suoi sentimenti-»si fermò qualche secondo per poi riprendere
«Proprio come te»ammiccò facendomi un'occhiolino a cui io risposi ruotando gli occhi al cielo.

«Siete più simili di quanto possiate pensare.
Testardi,manipolatori,molto...ma molto stronzi-»venne interrotto da me
«Ah grazie eh»

«È la verità.
Entrambi non vi fidate velocemente delle persone e quasi sempre fate delle enormi cazzate»

«Ma tu come fai a sapere tutte queste cose?»domandai guardandolo di sottecchi
«Questa sera io,Alex e Beth eravamo al Black's e abbiamo parlato di voi»rispose con non-chalanse.

«Comunque,il succo della questione è...che devi dargli tempo.
Non è facile ammettere i propri sentimenti...soprattutto se per tutta la tua vita gli hai repressi facendoti diventare un'apatico del cazzo.
Parlo di Dylan eh»sussurrò sorridendo leggermente guardandomi negli occhi.

«Grazie...»
«Vieni qui»replicò prendendomi le spalle e portandomi verso di lui,stringendomi poi in un caloroso abbraccio.
«Lo sai che ci sono per te,non ci siamo fatti quella promessa a Parigi per niente»sussurrò al mio orecchio.

«Saremo sempre il sostegno l'uno dell'altro»

Un migliore amico è un sostegno su cui contare, anche quando non è d'accordo con le nostre decisioni (e ce lo dice). Un'amico ci lascia libere di sbagliare,rispetta le nostre scelte, sempre pronto ad accoglierci quando poi torniamo in lacrime da lui o lo chiamiamo nel bel mezzo della notte perché abbiamo bisogno del suo aiuto.

«Dai,ora non ci pensare e vai a dormire,vuoi che resto con te?»disse Sìmon sciogliendo l'abbraccio.
«No tranquillo,ce la faccio»sorrisi scendendo dall'isola seguita a ruota dal ragazzo.
«Notte»mi stampò un bacio sulla guancia per poi uscire di casa.

Sospirai rumorosamente per poi andare velocemente su in camera,e dopo essermi buttata sul letto di pancia in giù,mi addormentai.

Dylan's pov
-Qualche ora prima-

L'avevo detto...perché l'avevo detto?
«Ho detto di stare tranquillo,ho capito che hai sbagliato»ironizzò inclinando la testa di lato

Lo vedevo che era ferita,che coglione.

«Ora,se non ti dispiace...vado a letto,sono stanca»

Non dissi niente,osservai solamente il suo corpo che pian piano saliva le scale per poi richiudersi nella sua camera.

«Cazzo,cazzo,cazzo»imprecai passandomi una mano tra i capelli.

Perché l'avevo fatto?
Perché gli avevo detto una cosa del genere?Perché le avevo detto che l'amavo,se effettivamente non era vero?

Sapevo che non l'amavo...ma riconoscevo come mi sentivo in sua presenza...era come se fossi completo,libero di tutti i miei problemi che ricomparivano appena lei si allontanava da me.

Sbuffai per poi portarmi una mano fra i capelli,non potevo rimanere lì quella sera.Non dopo quello che le avevo detto.
Presi velocemente tutte le mie cose e corsi alla porta dell'appartamento aprendola e richiudendola molto velocemente.

Decisi di mandare un messaggio a Jo per avvertirla,perché sicuramente avrà sentito il rumore della porta che si richiudeva.

A:Jo

Non torno questa sera,buonanotte Josephine.

Dopo aver scritto il messaggio,riposi il cellulare in tasca e mi avviai,anche se era tardi,per le strade di Los Angeles a piedi.

Avevo bisogno di pensare.

Never get distracted - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora