"Oh ma guarda chi c'è"
Un ragazzo mezzo nudo e con solo un accappatoio leopardato e un paio di boxer addosso, teneva la porta aperta, mentre sorseggiava un bicchiere di Margarita.
"Ho bisogno del vostro aiuto"
"Calma tesoro. Sei appena arrivato e già pretendi? Non sono mica la tua prostituta personale"Al non lo ascoltò nemmeno, entrò di corsa e si fiondò nel grande salone.
Adagiò Emma sul divano e si inginocchiò davanti a lei, sperando di vederla aprire gli occhi in qualsiasi momento."Adrian vieni. Il re degli inferi è tornato!" Gridò l'uomo, mentre semplicemente muovendo una mano, faceva chiudere la porta dell'entrata.
Era un ragazzo bellissimo, con pelle chiara e capelli biondi, quasi bianchi. Aveva occhi azzurri e portamento regale. Sembrava quasi un uomo d'altri tempi, se non fosse stato per le sue lunghe unghie smaltate di nero e mani piene d'anelli e bracciali.
"Nathan, dovete aiutarmi" supplicò Al, appena l'uomo mise piede nel suo salotto.
"Lo vedo, hai un aspetto orribile....Vuoi un Martini?" Chiese sorseggiando il suo Margarita, mentre impassibile e con massima eleganza si appoggiava al divano.
"Non dovete curare me. Ma lei!" Rispose a denti stretti il ragazzo, lanciando una breve occhiata omicida al biondo."Al"
La voce squillante di un altro ragazzo, entrò nella stanza, prima ancora che fosse entrato il suo corpo.
Era diverso da Nathan, ma comunque bellissimo.
Era di carnagione scura, con un corpo muscoloso e definito, ed occhi neri ipnotici.
Aveva lunghi capelli neri, legati in una coda di cavallo, ed indossa solo una camicia bianca aperta e dei boxer rossi."Da quanto tempo. Come stai?" Chiese mentre metteva un braccio attorno alla vita dell'altro ragazzo, con un sorriso a trentadue denti, che scomparve appena i suoi occhi videro Emma.
"Che ci fa una ragazza sul mio divano in pelle?"
"È un'amica di Al" rispose il biondo, continuando a sorseggiare tranquillamente il suo Margarita.
"Sta male" ripetè Al, senza degnarli di uno sguardo.I suoi occhi, la sua mente, ogni cellula che aveva in corpo, erano concentrati solo su di lei, mentre continuava ad accarezzarle dolcemente la testa, maledicendosi per averla ridotta così.
"Oh poverina... vuoi un Martini?" Chiese anche Adrian.
"No. Non voglio uno stupido Martini. Voglio che usate i vostri poteri per guarirla!" Gridò alzandosi in piedi e fulminandoli con gli occhi.
"E va bene. Niente Martini" rispose scocciato Nathan, posando il suo bicchiere. "Fammi vedere cosa possiamo fare"
Si avvicinò a lei e allungò le mani sopra al suo corpo, senza toccarla.
Chiuse gli occhi e iniziò a fare movimenti circolatori, con la ragazza che continuava ad essere priva di sensi.Dopo qualche secondo, spalancò gli occhi di colpo e si allontanò come spaventato.
"È un'animata!" Gridò, "non mi avevi detto che era una di loro."
"Che differenza fa?! Sta male!" Rispose a denti stretti il ragazzo.
"Lo sai che non aiutiamo gli animati."
"Si lo so. Ma ho bisogno che facciate un'eccezione per questa volta"
"No. Non se ne parla proprio. Non dopo-"
Disse mentre si alzava e tornava fra le braccia di Adrian.
"Dopo cosa? Dopo l'ultima caccia alle streghe del 1650? Non eri nemmeno nato Nathan. E tu Adrian? Per l'ultima caccia ai vampiri del 1570? Dove ancora non eri un vampiro, ed eri tu ad inseguirli con un forcone!?"
"Al non ci stai chiedendo una cosa facile. Ci stai chiedendo di aiutare un animato. Se lo vengono a sapere gli altri vampiri o la comunità delle streghe... lo sai che parto già svantaggiato, solo perché sono un uomo..." commentò Nathan, spostando lo sguardo, come se non riuscisse a sostenere quello di Al."È una questione di paura allora? Avete paura di ciò che possa dire la gente?" Chiese gridando disperato.
"Vi prometto che rimarrà un segreto fra me e voi. Ma vi prego, vi supplico, aiutatela. Non ve lo chiedo da drago, e nemmeno da essere sovrannaturale. Ve lo chiedo come Al, uno dei vostri più cari amici. L'unico che vi ha protetto quando avete dichiarato il vostro amore, l'unico che vi è stato accanto quando tutti gli altri vi sputavano odio"
"Al noi.." cercò di intervenire Adrian, ma fu prontamente interrotto.
"Voi avete paura che gli altri possano scoprirlo. Ma vi posso assicurare, che avete un quarto della paura che ho io in questo momento di perderla."I due ragazzi si scambiarono uno sguardo incerto, prima di annuire e avvicinarsi a lei.
Nathan riprese a far ondeggiare le sue mani sopra al corpo immobile di Emma, che piano piano diventava sempre più pallido.
Dopo qualche minuto di silenzio aprì gli oggi e andò verso un grande mobile del loro salotto."Non è grave" disse mentre apriva un cassetto. "È solo mal nutrita e molto triste. Niente che il sangue di Adrian non possa guarire."
Si avvicinò di nuovo a loro, con un coltello in mano.
Adrian allungò la sua mano senza esitare e Nathan premette il coltello sulla sua carne.Un taglio profondo si formò sul suo palmo. Ruotò la mano e la strinse in un pugno, facendo cadere una goccia del suo sangue nella bocca semiaperta della ragazza.
Quando riaprì la mano, il taglio era già sparito."Dalle qualche minuto e si sveglierà" commentò Nathan, riportando lo sguardo su Al, che immobile osserva ogni cosa, con gli occhi che non smettevano di piangere lacrime amare, e il cuore che finalmente dopo ore, aveva rincominciato a battere a ritmo normale.
"Si riprenderà, sta tranquillo. Il sangue di Adrian è meglio di qualsiasi medicinale umano. Riacquisterà tutti i nutrienti di cui ha bisogno e i suoi organi riprenderanno a funzionare normalmente. Ma il suo cuore rimarrà spezzato. Non esistono incantesimi o medicine per quello. Solo il tempo." Gli posò una mano sulla spalla e la strinse per dargli conforto.
"Grazie" bisbigliò Al, con la voce che ancora tremava.
"Tranquillo. Pur di farti smettere quel piagnisteo, avrei fatto di tutto" rispose ironico, cercando di rallegrarlo. "Noi siamo di la, se hai bisogno"Andò via lasciandoli soli, con Al che smetteva lentamente di piangere e continuava a guardare la ragazza dormire beata.
Le sue guance ritornarono leggermente rosse e la sua pelle da pallida, tornò rosacea.Sarebbe sopravvissuta.
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Apatia
FantasyLa vita di Emma è caratterizzata dall'indifferenza. Ha un mostro dentro di lei che vive al posto suo e ogni cosa sembra non suscitarle nessuna emozione. Vive nella sua vita monotona, senza sentire il desiderio di cambiare qualcosa, finchè una notte...