I cuori degli innamorati battono all'unisono

187 23 3
                                    

Quella notte gli unici a presentarsi in tempo in libreria, furono Al ed Emma.

Sembrava d'essere tornati ai primi tempi, in cui nessuno dei due voleva nemmeno incrociare lo sguardo dell'altro.

Emma teneva le mani strette fra di loro, cercando di rimanere il più fredda ed impassibile che poteva, ma in realtà aveva una tensione addosso, che avrebbe voluto prendere tutti i libri presenti in quella stanza e tiraglieli addosso, e Al quella voglia, gliela leggeva nella mente.

Un rumore improvviso, spaventò entrambi i ragazzi, che si voltarono contemporaneamente verso la porta d'entrata.

Videro la torcia di una guardia, illuminare gli scaffali vicino a loro e una voce maschile, chiedere se ci fosse qualcuno.

Nel giro di pochi secondi, Al prese Emma e la fece nascondere dietro ad una delle grandi librerie.

Si mise davanti a lei e la incastrò con le spalle contro lo scaffale.

Erano ad un millimetro uno dall'altro e non poterono impedire ai loro sguardi di incatenarsi.
Anche se quegli occhiali coprivano i suoi occhi verdi, lei li sentiva su di se.

"Devi starmi per forza, così vicino?" Gli chiese in un bisbiglio.
"Se ci trovano, è meglio se credono che ci stiamo baciando, piuttosto che non avere una scusa"

Si guardarono per tutto il tempo, dimenticandosi ad un certo punto perché si erano nascosti.
Riempirono i loro polmoni dei loro profumi e i loro cuori iniziarono a battere sincronizzati.

C'è un detto che dice: i cuori degli innamorati battono all'unisono.

In quel momento ne Al ne Emma conoscevano quel detto e non si accorsero nemmeno di starlo rendendo vero.

Ma quella magia, finì fin troppo in fretta.

Emma si scostò, facendolo allontanare, appena sentì la porta della libreria chiudersi.

E mentre il suo cervello riprendeva il controllo del cuore, si prometteva che non si sarebbe più lasciata andare.

Dopo un'ora di ritardo, solo Marla e Dago arrivarono all'appuntamento.
Del Vecchio non c'era traccia.

"Vi dobbiamo dire una cosa" annunciò Marla prima di iniziare a parlare dello Shinigami.
"Emma vieni"

La ragazza si alzò senza pensarci due volte, e mentre si allontanavano sentì i ragazzi scambiarsi due parole in croce.

"Auguri" disse Al impassibile.
"Smettila di leggermi la mente o giuro che di rendo mortale a schiaffi" rispose a denti stretti Dago.

Emma e Marla si fermarono poco più avanti.
La ragazza era visibilmente agitata e i suoi occhi rossi e umidi.
"Aspettiamo un bambino" disse poco dopo, con un leggero sorriso.
Emma si fiondò su di lei e la strinse forte a se, mentre Marla riprendeva a piangere.
"Sarete dei genitori fantastici" le bisbigliò all'orecchio, ottenendo una stretta ancora più forte.
"Te come stai? Mi hai fatto prendere uno spavento enorme." Chiese poco dopo, lasciandola dalla sua stretta.
"Sto bene, Al mi ha portato da dei suoi amici e mi hanno curato"
"Dottori?"
"No. Un vampiro e una strega"
Gli occhi della ragazza si spalancarono, come avevano fatto i suoi quella notte.
"Non voglio sapere come ti hanno guarita.... ma gli sono debitrice, e ahimè anche ad Al" disse accarezzandole dolcemente il viso.
"A proposito. Come va con lui?"
"Benissimo. Siamo tornati a non parlarci. Gli ho chiesto perché se n'è andato, e mi ha risposto che a fine mese si sposa e che è andato a trovare la sua futura moglie"
"Io lo uccido" ringhiò la ragazza guardando male nella direzione del soggetto della sua ira.
"Non è nemmeno tutta colpa sua" commentò in un bisbiglio, riottenendo il suo sguardo.
"Me lo ha detto un mese fa, che si sarebbe dovuto sposare a dicembre. Non lo so perché mi sono illusa, che le cose potessero modificarsi magicamente. Forse ha ragione l'innominabile, ho un'anima troppo pura per questo mondo, che mi fa credere nell'impossibile. Come tutta questa storia. Forse sono davvero matta e tutto questo è solo nella mia testa"
"Non sei matta."

ApatiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora