Mi fido di te

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Teneva la maniglia che continuava a tremare, come se dietro ad essa, la figura cercasse d'aprirla.
Marla e Dago tossivano, piegati in due, come se dopo tanto tempo riuscissero finalmente a respirare.
Lo sguardo di Emma saettò dai due che respiravano in affanno ad Al, con il terrore che potesse essere ferito.
Ma ciò che vide, non fu Al pieno di sangue, o un ragazzo stremato dall'attacco di quella cosa.
Vide un uomo senza gli occhiali con due enormi ali nere.
Lo guardò negli occhi cercando il suo sguardo e, per la prima volta, vide quegli occhi sempre nascosti, che nella sua testa aveva provato ad immaginare tante volte.
Quegli occhi che anche se dietro ad un vetro nero e spesso, se li sentiva addosso continuamente, come se riuscissero a spogliarla, fino a vederle l'anima.
Non erano occhi normali, non umani almeno.
La parte che normalmente è bianca era di un verde intenso, e la parte nera era lunga e sottile.
Si guardarono intensamente negli occhi. Incatenati uno dallo sguardo dell'altro.
Al cercava di captare i suoi pensieri, mentre lei rimaneva incantata in quelle pupille, che finalmente dopo tempo riusciva a vedere.

La stanza attorno a loro smise di tremare insieme alla porta.
E mentre la situazione si calmava, e tutti si accorgevano di come fosse diventato Al, lui si avvicinava ad Emma continuando a mantenere quel contatto visivo, che per la prima volta non era intralciato dagli occhiali.

"Hai paura di me?" Le bisbigliò continuando a scrutare ogni sua mossa e leggendo ogni suo pensiero.
"Mai." Rispose mentre un brivido le percuoteva la spina dorsale.

Vide un accenno di sorriso, inarcargli la sottile bocca, e con un braccio stringerla a se.
Ordinò agli altri di aggrapparsi al suo braccio e prese il volo.
Portando tutti fuori da lì, dall'unica via d'uscita che c'era.
Quel foro nel soffitto che lasciava entrare la luce della luna piena.

Atterrarono nel cortile dell'istituto venendo fuori dallo specchio, che come se non fosse successo niente era rimasto lì, insieme al cerchio fatto di sassi.

Tutta la paura che li aveva percossi fino a quel momento, si riversò sui tre ragazzi, che accasciati a terra iniziarono a vomitare.
Tutti tranne Emma che ancora incantata continuava a guardare Al, con la testa che sembrava esploderle da tutte le domande che aveva, e come di consueto, il ragazzo le rispose prima ancora che potesse formulare una frase.

"Io ti racconto tutto, ma tu devi promettermi che non cambierai idea su di me" le bisbiglio ricambiando il suo sguardo.

Le aveva letto di nuovo i pensieri.
Ancora.
Forse era uno dei suoi poteri.
Non potè nascondere un sorriso pensando a come loro due si completassero.
Lei non sapeva esprimere le sue emozioni e a lui bastava leggerle la mente.
Due parti dello stesso puzzle, che si incastonavano perfettamente.
Due melodie stonate, ma che insieme formavano una melodia perfetta.

Al prese quel sorriso come segno affermativo e tirò la ragazza a se stringendola più forte che poteva, quasi da lasciarle i lividi.
Sfoderò le sue enormi ali nere e volò via.

"Va pure via con la tua amata, ma domani vogliamo sapere tutto. TUTTO"

La voce di Marla arrivò lontana ai due ragazzi che volarono fino alla finestra della camera di Emma, che nonostante stesse al primo piano, le sembrò di toccare il cielo con un dito.

E forse era così, forse in quel momento stava veramente toccando il cielo con un dito, ma non se ne accorse. Non si accorse che ormai la sua indifferenza era svanita nel nulla. Non si accorse che il suo cuore batteva all'impazzata mentre veniva stretta fra quelle braccia, e che il suo profumo di menta mista a tabacco le era diventato fondamentale.

Quell'odio profondo che li aveva segnati, che li aveva fatti gridare, si era trasformato completamente in qualcosa di molto più puro.

Ma lei di tutto ciò non si accorse, o forse sì, ma fece finta di niente.
Lasciò che le emozioni le pervadessero il corpo, e quella che sembrava una cosa impossibile, con lui di fianco, sembrava naturale.
E forse fu meglio così.
Forse se qualcuno le avesse detto che stava provando uno dei sentimenti più forti al mondo, si sarebbe spaventata a morte.
Come quando nei cartoni, i personaggi riescono a correre per aria e precipitano solo quando si accorgono di non avere più la terra sotto i piedi.
In quel momento Emma era la protagonista di un cartone surreale, e se si fosse accorta che non era a terra sarebbe precipitata nel baratro, ma lei continuò a correre volando finalmente libera, dalla sua indifferenza.

Entrarono nella stanza e si misero alle loro solite postazioni, come se anche quella notte avrebbero giocato a conoscersi.
E un po' era così, solo che questa volta non c'erano muri o occhiali a camuffare la realtà. C'erano solo loro due, spogliati da ogni precauzione, da ogni rivestimento che potesse nasconderli.
C'erano solo loro due, nudi e crudi, con una relatà più grande di loro, ma che quella notte sembrava sormontabile semplicemente guardandosi negli occhi.

Era tutto così strano. Tutto così impossibile.
Aveva la testa piena di domande e non sapeva da quale iniziare, ma con lui non servivano parole. Lui la capiva al volo, forse si, perché riusciva a leggerle la mente, ma molto spesso anche se parli la gente non capisce ciò che dici.
Al invece si. Capiva al volo ogni cosa, ogni domanda, ogni frase pensata da quella ragazzina che davanti a lui, stava scegliendo un ordine per le sue mille domande.

Il ragazzo sorrise mentre leggeva la sua confusione, che quella sera poteva benissimo essere letta dalla sua espressione o non dalla sua mente.
Si accese una sigaretta e aspettò che parlasse, sapendo che sarebbero stati lì fino all'alba.
Ma a lui andava bene. Non voleva essere in nessun altro posto, se non li.
Con lei.

"Riesci a leggermi nel pensiero?" Chiese poco dopo.

Un sorriso divertito si formò sulla faccia del ragazzo.

"Dopo tutto quello che hai sentito o visto mi vuoi chiedere solo se ti leggo i pensieri? E non se sono pericoloso?"
"Tu avrai le ali e forse anche altri mille poteri, ma io so osservare. E in te non vedo niente di cattivo"
"Come fai ad averne la certezza?"

Emma sorrise mentre si avvicinava a lui lentamente, il cuore di Al riempiva la stanza del suo battito, mentre i suoi occhi scrutavano ogni sua mossa.

"Perché fino a quando non sei stato costretto non hai mai rivelato la tua vera forma, nemmeno per uccidere Marla. E perchè io mi fido di te."

Erano a pochi millimetri uno dall'altra, Al toccò la fronte con la sua, incantato da quegli occhi blu come il mare, ed era come se il mondo fuori non esistesse.

"Non sai di cosa sono realmente capace e se vuoi starmi vicino devi sapere chi sono, le mie origini, la mia storia."
"Abbiamo tutta la notte."

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