«Tu non...», borbotta, e all'improvviso lo sento distante. Come se un vetro si fosse intromesso fra di noi e non potessi più raggiungerlo. Né con la voce, né con il corpo.
Sento piombarmi addosso la realtà, e la mia mente mi riporta a quel momento. Alla festa di Ivan.
Rivedo Avalon ascoltarmi parlare e passare un bicchiere a qualcuno accanto a me. Credevo fosse Sebastian, ma forse non lo era fin dall'inizio.
Poi ho creduto fosse Hayden, e ho sentito un profumo che adesso è nell'aria intorno a me; ho percepito il calore di due labbra che ora sono davanti a me.Ho baciato Scott. Non Hayden.
«Dio, Scott. Mi dispiace.» Faccio un passo in avanti, e quando lui ne fa uno indietro, mi sembra che il vetro diventi più spesso.
«Tu... non mi hai baciato perché volevi farlo.» Guarda il marciapiede sotto di lui. Non riesce più a sostenere il mio sguardo. Eppure io ne ho un disperato bisogno.
«Scott, pensavo che...» Non doveva andare così. «Io non ne sapevo niente. Non... non so che dire.»
Vedo le vene del suo collo farsi più evidenti, insieme alla rabbia che comincia a farsi spazio sul suo viso, colorandolo.
«Tu volevi baciare Hayden», afferma, finalmente guardandomi. «Allora avevo ragione poco fa.»
«No, Scott. No.» Adesso i miei singhiozzi sono un ricordo lontano. Provo solo disperazione, rabbia, dispiacere, e non so come sfogare tutto ciò.Socchiude la bocca e alza il mento, guardando incredulo il cielo stellato sopra di noi. I suoi occhi si muovono in fretta. Sembrano quasi seguire e cercare di districare il filo intrecciato dei suoi pensieri.
Non l'ho mai visto così arrabbiato. Poggia le mani sui fianchi e temo di vederlo esplodere da un momento all'altro.
Resto in silenzio, per permettergli di sbollentare le emozioni. Sono immobile, mentre lui comincia a camminare avanti e indietro. Non so cosa dire o fare.
Ho lo stomaco in subbuglio, come al solito.
«Okay, basta. Parla», lo supplico, seguendo il mio istinto. «Urla pure. Non mi interessa.»
Solleva lo sguardo per un attimo. «Non voglio urlare», mi dice calmo. «Per quello sto rimanendo in silenzio.»Annuisco. «Va bene, ma così non risolviamo niente. Avanti, parla.»
Ho paura, mi tremano le mani, ma riesco a tenere ferma la voce.
«Lo avresti baciato. O meglio, finora eri convinta fosse lui, e questo ti andava bene. Non ti preoccupava l'idea.»
«Ero ubriaca Scott, e in quel momento mi sembrava la cosa giusta da fare.»
«È come... come se io baciassi... che ne so, Ariel!»«Ariel?», chiedo incredula.
«Sì, perché sei gelosa di lei! E sai che sono geloso di lui!»
«E Lana? Te la sei già dimenticata? Mi hai praticamente lasciata per lei!»
Scuote la testa ridendo, una risata finta, ancora piena di rabbia e rancore.«E se anche lo avessi baciato? Quale sarebbe stato il problema? La mia vita sentimentale non dovrebbe più riguardarti», sputo fuori, trovando il modo per dare sfogo almeno alla furia.
«Dio, Harper, proprio non lo capisci.»
«Non capisco cosa?» Mi bruciano le mani. «Smettila di dire queste frasi senza senso! O parli, o non parli!» Vorrei urlare. Fare un urlo liberatorio che mi faccia sentire meglio. Per ora mi limito a litigare con Scott, nella speranza che anche questo sia in qualche modo terapeutico.«Non capisci che ti amo! Come te lo devo dire?», osa pronunciare.
«Smettila!» Mi brucia la gola. Avanzo verso di lui. «Smettila anche di dirmi che mi ami! È la terza volta, e sono stufa! Non puoi amare sia lei che me, perciò ti prego...» Mi esce un verso di frustrazione, più forte di quanto avrei voluto. «Non pronunciare quelle cinque lettere! Possono essere usate solo da chi lo pensa e lo sente davvero, non da te come scusa per giustificare le tue azioni... del cazzo!» Mi sento decisamente meglio.Inaspettatamente, mi afferra per un braccio e in un secondo le sue labbra sono sulle mie.
I miei occhi si spalancano automaticamente.Lo respingo, nonostante io mi senta in fiamme. Fino a qualche secondo fa bruciavo a piccole parti. Adesso sono un incendio.
«Ma come ti viene in mente?», esclamo, furiosa.
Lo vedo voltarsi e avviarsi verso casa a testa bassa. No, Scott. Non puoi scappare da questa situazione. Sarebbe troppo facile.Lo inseguo, chiamandolo per nome.
«Sei ridicolo!», gli urlo dietro mentre saliamo le scale. Non mi importa neanche se qualcuno ci sente. Potrebbe spuntare fuori Edith in questo momento, e neanche lei riuscirebbe a farmi smettere di urlare contro suo figlio.Quando è sulla soglia della sua camera, cerco di afferrarlo per un braccio, decisa a non entrarci, ma mi sfugge. Lo seguo anche lì.
«Non darmi le spalle!»
Ed ecco che il suo corpo si irrigidisce e che finalmente si volta. Fa un respiro profondo e raggiungendomi chiude la porta dietro di me, rimanendo a poca distanza da me e dalle mie emozioni.Nonostante percepisca il calore del suo corpo, e nonostante mi attiri come una calamita, riesco a restare ferma.
«Non me ne vado finché non mi spieghi perché mi hai baciata», metto in chiaro.Silenzio. Vuole rimanere così per tutta la sera? Bene, non c'è problema. Quando voglio so essere testarda.
Mi osserva le labbra, poi il petto, che si sta alzando e abbassando velocemente perché il mio respiro è corto e il mio cuore batte veloce.
«Io so che cosa vuol dire amare», afferma a pochi centimetri dal mio viso. Il suo sguardo mi brucia le iridi, il suo tocco deciso mi brucia il palmo destro. Sono ancora tutta un fuoco.
«Non mi toccare», metto in chiaro. Mi lascia la mano, ma continua a guardarmi intensamente. È come se fossimo ancora in contatto.«Vuol dire sapere che quando ti arrabbi sbuffi almeno trenta volte. Che hai una voglia sotto il seno destro che mi piace da impazzire. Che ora non abbassi più lo sguardo quando qualcuno ti nomina tua madre, ma lo alzi e ti brillano gli occhi. Vuol dire sentirti in ogni parte di me anche quando non ci sei. Vuol dire volerti pensare anche quando fa male... soprattutto quando fa male da morire.»
Sono senza fiato. Ogni sua parola mi ha tolto il respiro. La sua voce unita al suo sguardo rischia di farmi cedere le gambe sul pavimento della sua stanza.
«Perché allora?», chiedo quasi sussurrando. Avrei voluto mantenere un tono fermo, ma non ho più alcun controllo su niente. Mi sembra che anche la situazione mi sia sfuggita di mano, come al solito quando c'è lui.
«Ho dovuto», mi risponde. E capisco che non ha bisogno di spiegazioni. Sa a cosa mi riferisco. «Devo.»
I suoi occhi cambiano espressione. È sorpreso. Sa che credo alle sue parole di poco fa. Mi si legge in faccia.E sa anche che non credo più al fatto che ha fumato con Lana perché gli mancava.
Spazio autrice:
BUONASERA BELLEZZE, so che il capitolo è molto corto rispetto al solito ma ho voluto focalizzarmi su questa lunga discussione, senza avere altre distrazioni. Ora Harp sa che Scott ha mentito su Lana... riuscirà a scoprire il perché?Profilo Instagram storia: respirainsiemeame
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Respira insieme a me 2
RomanceÈ estate, e i giovani di New Orleans pensano solo a spassarsela fino a notte inoltrata. Julia, Ivan e Cris cercano di divertirsi per dimenticare il passato, e ricucire le crepe nelle loro vite. A differenza loro, Harper Ross e Scott Richer non sono...