Capitolo 13

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«E Julia? Si comporta meglio di Hayden?», chiedo alla nonna.
Scuote ripetutamente la testa. «Assolutamente no! Quella ragazza è peggio dei maschi!»

Scoppio a ridere talmente forte da contagiare Hayden.
«Una volta, da piccola, mentre le facevo il bagnetto, ha cominciato a schizzarmi con l'acqua e con il sapone... talmente tanto che alla fine ero zuppa! Dalla testa ai piedi! Poco dopo sua madre le ha scattato la fotografia che ora si trova nel suo soggiorno.»
«Me la ricordo!» Julia si vergogna tantissimo di quella foto. Per questo ogni volta che vado da lei la nasconde. Continuo a sghignazzare.

«Una vera peste... era più difficile occuparsi di lei che di quei tre delinquenti!» Annuisce alle sue stesse parole e lascia le posate sul piatto. «Bene. Una cena deliziosa, Lisa», si rivolge alla cuoca.
«I ragazzi gradiscono delle bevande analcoliche?», ci chiede una ragazza con il caschetto che prima non avevo visto.

«Analcoliche?!», protesta H senza vergogna. «Stai scherzando? Questa qui», dice dandomi una gomitata, «beve più di tutti noi messi insieme.»

«Ehi!» Gli do uno schiaffo sulla spalla, anche se in realtà non riesco a nascondere un sorriso. Ultimamente la mia relazione con l'alcol mi è davvero sfuggita di mano.
«Hayden, non è carino da parte tua dire bugie», interviene il nonno.

«Esatto!», confermo cercando di trattenere una risata.
H alza gli occhi al cielo e poi torna a guardare la ragazza. «Per favore, portaci qualcosa di un tantino più forte», la prega mentre mi afferra per un polso.

Mi porta nel giardino sul retro, che è tanto notevole quanto il resto della casa. C'è una piscina enorme costeggiata tutt'intorno da luci, che creano un'atmosfera meravigliosa. Nell'aria sembra esserci magia.

Mi invita ad accomodarmi su una sedia a sdraio. Lo faccio, e lui si siede su quella accanto. Mi volto per guardarlo.
«Perché mi hai portata dai tuoi nonni?»
Allunga le gambe sull'erba sottostante e poggia le mani sulla sdraio, dietro la schiena. «Non ti è piaciuta la serata?»
«Certo che mi è piaciuta! Vorrei solo sapere perché volevi che li conoscessi.»
Alza le spalle e guarda le stelle. Faccio lo stesso.
«Se te lo dicessi, non mi crederesti.»
«Perché non dovrei crederci?» Osservo la stella più luminosa.
«Perché pensi che io sia solo uno che ci prova con te.»

«Beh, non è così?», domando, e un secondo dopo scoppiamo a ridere.
«Effettivamente sì», concorda facendomi l'occhiolino.

Respiro profondamente, e percepisco l'aria estiva entrarmi nel corpo.
«Sei una bella persona, Hayden.»
La sua fronte si corruga. «Cosa te lo fa pensare?»
Mentre rifletto sulla risposta, la ragazza di prima ci porta due cocktail su un vassoio, con tanto di ombrellini con sopra i nostri nomi.
La ringrazio con un sorriso, mentre afferro il mio.

Quando se ne va, torno a concentrarmi sul mio amico.
«Il modo in cui guardi i tuoi nonni.» Bevo un sorso. C'è sicuramente un goccio di vodka. A quanto pare la ragazza ha ascoltato le parole di Hayden. «Molti ragazzi non capiscono quanto siano preziosi.»

Annuisce, tornando ad essere serio. «Ci sono sempre stati per noi, nonostante a volte fossimo ingestibili. Julia compresa.» Sorride. «Gli voglio un bene dell'anima.»

C'è un momento di pausa, ma non è affatto strano o imbarazzante. Scommetto che ci stiamo godendo entrambi i nostri ricordi legati all'infanzia.

«Non vorrei sembrare indiscreto, ma... tu... tu hai ancora dei nonni?», mi domanda.
Annuisco. «Sì, anche se quelli da parte di mio padre non vogliono più vedermi a causa del divorzio.»
«Mi dispiace», mi dice sincero, allungandosi per toccarmi una mano.
Gliela stringo. «Non preoccuparti, ho un'altra nonna. E lei è fantastica.»

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