Capitolo 27

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«Guida piano, mi raccomando», dico a Scott mentre gli infilo il casco.
Se lo solleva di nuovo, mi attira a sé circondando la mia vita con un braccio e mi stampa un bacio sulle labbra.

Sorrido. «Ti posso chiedere una cosa?»
«Certo», replica, passandosi una mano nei capelli.
Gli sistemo un ciuffo che va a finire davanti ai suoi occhi. «Ti penti mai di aver scelto me?»
Poggia il casco sulla sella e mi afferra per i fianchi. «Mai.»
Incrocio le braccia, creando spazio tra di noi. «Mh...»
«Non sei convinta?», mi domanda alzandomi il mento con l'indice. Mi viene da storcere il naso.

«Vediamo come posso convincerti...» Si guarda intorno, soffermandosi su un ragazzino che ci passa vicino con la bicicletta.
«Ehi!», lo chiama, facendomi strabuzzare gli occhi. Il bambino fa inversione e viene nella nostra direzione, mentre rivolge a Scott un cenno.
«Devo dirti una cosa.»
«Spara.» Si sistema il berretto rosso all'indietro. Avrà all'incirca dieci anni.
«Come ti chiami?»
«Norman.»
«Beh, Norman, sto per dirti una cosa davvero importante.» Fa un respiro profondo. «Io amo questa ragazza», afferma indicandomi. Oh Dio. Cosa gli è saltato in mente?

«La amo, hai capito?»
Il ragazzo annuisce in fretta. È chiaramente in imbarazzo. Come lo sono io.
«Perciò, Norman...», lo invita a svelargli il suo cognome.
«Willow.»
«Norman Willow, nato a...»
«New Orleans. Il 10 febbraio.» Non riesco a credere che lui lo stia davvero assecondando.
«Norman Willow, nato a New Orleans il 10 febbraio, è il testimone ufficiale del mio amore eterno solo e unicamente verso questa ragazza.» Senza rendermene conto, sorrido come una scema. «Perfetto Norman, puoi andare. Grazie.»
Prima di montare sulla sua bicicletta, il bambino lo saluta come se fosse un piccolo soldato che ubbidisce agli ordini dell'ufficiale. Solo quando va per la sua strada, mi concedo di scoppiare a ridere.

«Tu sei pazzo!», esclamo, circondando con le braccia il collo di Scott.
«Cosa dovevo fare, non eri convinta! Adesso, Norman sa di noi, dell'esistenza del nostro amore. E magari lo dirà ai suoi amici, che lo diranno ad altri, e nel frattempo gli animali, gli alberi, il vento avranno origliat-» Lo interrompo con un bacio.
«Ti amo, Scott.»
«Avranno origliato, e tutto il mondo ne verrà a conoscenza.» Mi attira di nuovo a sé. «Ti amo anche io, Harp.»

Incastro i miei occhi nei suoi. Il suo sorriso fa aumentare la luce che penetra dentro di me quando stiamo insieme. Gli accarezzo il collo, le mie dita scivolano all'attaccatura dei suoi capelli. Toccarlo mi rilassa da morire.

«Mi fai addormentare così», dice lui dopo un po' di silenzio. «È bellissimo.»
«Rimani con me anche stanotte», lo prego. È rimasto tutto il giorno con me, tant'è che il tramonto ci annuncia che è quasi ora di cena, ma non mi basta. Non mi basterà mai. «Mia madre va a dormire da Katrin.»
Una suoneria interrompe i miei tentativi di persuasione. È la sua.
Senza smettere di guardarmi e di sorridere, tira fuori il telefono dalla tasca e risponde. «Pronto?»
Seguo la linea delle sue sopracciglia spettinate con l'indice destro, lasciandomi invadere dalla sensazione di benessere che si espande dentro di me quando siamo in contatto. Non riesco proprio a smettere di toccarlo.

«Lo so, stavo per tornare a casa», risponde a qualcuno, che da questa distanza, sembrerebbe essere Edith. Alzo gli occhi al cielo. Probabilmente non c'è possibilità che rimanga con me anche stasera.
Sospira. Ma quando la voce aggiunge qualcosa, Scott si irrigidisce, interrompendo anche il contatto con i miei occhi.
«Non puoi dirmelo adesso?» È preoccupato, e credo di sapere anche il motivo. Assume questa espressione quando si tratta della sorella. «Salgo sulla moto e arrivo.» Attacca, e recupera immediatamente il casco. Prima di infilarselo, mi lascia un altro bacio sulle labbra.
«Che succede?»
«Mia madre fa la misteriosa su Avalon. Non so cosa sia successo, ma devo tornare a casa.» Sale sulla moto e accende il motore. «Se riguarda Sebastian, lo prendo a pugni.» Da' gas più volte, scatenando un rumore assordante in tutto il quartiere.

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