Mi sveglio a causa di una buca. Il pullman deve averla presa in pieno.
«Hai fame?», dice una voce alla mia sinistra. «Non so te, ma io non ho fatto colazione.»
Mi volto verso Jul e inarco un sopracciglio. «Lo sai benissimo che non l'ho fatta.»L'odore del suo cornetto mi arriva forte e chiaro alle narici. Mi brontola così tanto lo stomaco da farmi male.
«E comunque sì, ho fame. Dimmi che ne hai uno anche per me. Mi stai facendo venire l'acquolina in bocca.»
Cerca all'interno della sua borsa. «Certo. Non sono così egoista.»
«Non sono così d'accordo», borbotto, ricevendo un'occhiataccia.Quando mi passa il cornetto, non perdo un secondo e gli do un morso.
«Mhh.» È così buono. «Mhh!»
Il signore seduto davanti a me si volta e mi guarda dallo spazio tra i due sedili. Mi rendo conto dei miei versi e divento rossa in un attimo.
«Mi scusi», dico, spostandomi il più possibile verso il finestrino per scomparire dalla sua vista.Jul cerca di trattenere una risata, ma non ci riesce. Le do una leggera gomitata, ma poi rido insieme a lei.
«Allora, signorina...» Do un altro morso e mi trattengo dal fare altri stupidi suoni. «Perché non mi racconti come hai passato il tempo lontana da Ivan? Questo viaggio sembra ancora molto lungo.»
Abbassa lo sguardo e comincia a smanettare il suo telefono. «Ti sbagli, mancano 10 minuti.»
Osservo la schermata accanto al guidatore, dove c'è una mappa del percorso del pullman. In alto a destra c'è davvero scritto 10 minuti.
«Sono sicura che ti bastino. A mia madre lo hai raccontato in meno tempo!», le ricordo.
«Sono un po' stanca in realtà.» Si mette in bocca l'ultimo pezzo del suo cornetto e chiude gli occhi.
Alzo i miei al cielo e guardo fuori dal finestrino.Non capisco perché ogni volta cerchi di evitare l'argomento. Cosa è successo che non può raccontarmi? Ma soprattutto, perché a mia madre sì e a me no?
Sono quasi tentata di chiamarla e chiederglielo, ma non posso. Se è successo qualcosa di strano o sconvolgente, non posso saperlo da altri. Soprattutto se Jul fa tanta fatica a dirmelo. Deve essere lei a parlare.Devo ammetterlo, questa cosa mi infastidisce. Perry era con lei, e ha sempre detto che se la sono "spassata insieme". Cosa vuol dire?
Sbuffo sonoramente, e la osservo con la coda dell'occhio. È impegnata con il cellulare. Non capisco se faccia finta per essere sicura di scamparla per i prossimi minuti o se sta davvero parlando con qualcuno. Sbuffo di nuovo. Il signore si gira un'altra volta e mi guarda male.
Dio, ma non si può neanche sbuffare?Mi infilo le cuffie nelle orecchie e finisco la mia colazione. Vorrei un succo all'ace. Sono quasi tentata di chiedere all'uomo una cosa assurda come "scusi, ha un succo in valigia?", solo per dargli fastidio.
Quando il pullman si ferma, comincio a raccogliere le mie cose sparse sul tavolino. Nel mentre urto il cellulare con il gomito, facendolo cadere a terra. Che palle.
Jul si alza per recuperare le borse e io infilo un braccio tra i tavolini aperti. Non posso neanche chiuderli perché sul mio c'è ancora la tela con i colori e su quello di Jul gli altri cornetti e il telefono.
Mi allungo più che posso, ma non riesco a raggiungerlo. «Ti prego!»
Mi infilo nello spazio, e finalmente, inginocchiandomi sullo sporco pavimento del pullman, riesco a prenderlo. In quell'esatto momento mi arriva un messaggio da Scott.«La mia felpa ha il tuo odore. L'hai indossata?»
Ho un attacco di caldo.
Faccio per alzarmi, ma sbatto la testa al tavolino di Jul. «Ahi!»
Me la massaggio mentre maledico questo pullman.«Oddio, stai bene?», mi domanda la mia amica.
«Più o meno.» Riesco finalmente ad uscire. «Ho dato una bella botta.» Mi viene da ridere delle mie disgrazie.
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Respira insieme a me 2
RomanceÈ estate, e i giovani di New Orleans pensano solo a spassarsela fino a notte inoltrata. Julia, Ivan e Cris cercano di divertirsi per dimenticare il passato, e ricucire le crepe nelle loro vite. A differenza loro, Harper Ross e Scott Richer non sono...