Capitolo 18

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Rimango a fissarla per qualche secondo. Il cervello mi è andato completamente in tilt.

Una canna. Una canna, nella borsa di Julia. Julia, che ha lasciato Ivan perché comprava erba da Helena.
Qui qualcosa non quadra... ma questa è la nostra giornata relax.

Faccio una cosa di cui non credevo fossi capace: la risistemo nella borsa, esattamente dov'era prima.
Trovo il costume e richiudo la lampo. Mi avvio in corridoio e torno nella stanza, la 14B. Come se non fosse successo niente.

Tengo lo sguardo basso, per paura che i miei occhi potrebbero tradirmi.
«Grazie Harp», dice Jul, facendo variare leggermente il battito del mio cuore. Annuisco e le passo il costume, e mentre lei esce dall'acqua e si avvia nel bagno della stanza, io mi tuffo di nuovo.

L'acqua circonda ogni centimetro della mia pelle e penetra nei miei pori, si insinua tra i miei capelli e quasi tra i miei pensieri.
Quando torno in superficie, mi viene spontaneo fare un lungo sospiro, nella speranza che mi aiuti a rilasciare lo stress che è tornato ad invadermi.
Lo avevo lasciato sul lettino, durante il massaggio, ma a quanto pare quando sono tornata nella stanza mi si è appiccicato addosso come una sanguisuga. Sta tentando di succhiare tutte le mie energie positive. E ci sta riuscendo.

Arrivo dall'altra parte della piscina e mi appoggio al bordo con i gomiti, continuando a far ondeggiare le gambe.

È così difficile non pensare a quello che è appena successo, soprattutto per una come me che pensa più di quanto dovrebbe.

Harper, sostituisci il pensiero. È quello che fai sempre quando il dolore per Scott diventa insopportabile, e allora pensi a tuo padre.

Il problema è che la prima persona che mi viene in mente in questo momento è proprio Scott.

Mi ha mandato quel messaggio stamattina, e non riesco a capirne il senso. Perché scrivermi una cosa del genere?

Ho sentito lo stomaco bruciare quando i miei occhi hanno messo a fuoco le sue parole. Ho provato un senso di nostalgia delle sue braccia, del suo calore, del suo profumo, della sua pelle appiccicata alla mia.

Sembra passata un'eternità da quando ci siamo sfiorati, toccati davvero. Con tutto l'amore che avevamo l'uno per l'altra. Io il mio per lui ce l'ho ancora. È indelebile sulla mia pelle come un tatuaggio.

Guardo la motocicletta sul mio costato. Seguo con l'indice sinistro il disegno del battito e immagino quello di Scott sopra il mio. Il suo petto adiacente al mio.

Dio, Scott... quanto mi manchi.
Riesco quasi a sentire il tuo cuore battere.

Mi accorgo di aver chiuso gli occhi solo quando sento la voce di Julia.
«Eh? Cosa hai detto?»
«Ho detto che questo costume mi sta un po' piccolo. Tra un po' mi escono le tette!»

Mi sforzo di guardare la mia amica. «Nah, e poi qui non c'è nessuno.»
«Hai ragione!», esclama prima di tuffarsi. Una volta in superficie, si liscia i capelli e si stropiccia gli occhi. «Dovremmo venirci più spesso.»
«In effetti hai aspettato anche troppo per dirmi questo tuo piccolo e sporco segreto!», la rimprovero, tornando sott'acqua. Mi rendo conto che le mie parole potrebbero avere un doppio significato, considerando quello che ho scoperto.

Poco dopo mi raggiunge, e risaliamo insieme.
«Lo so, ma credimi, non ci avevo proprio pensato! Solitamente vengo qui solo d'estate, perciò eccoci qua», mi spiega sistemandosi il costume. «Prima che ricominci scuola dobbiamo tornarci.»
«Per me possiamo farlo anche domani.»
Ridacchia. «Vedila così, stasera abbiamo un altro massaggio!» Assume di nuovo quell'aria sognante.

Immagino le mani magiche della rossa sciogliermi tutti i nodi delle spalle, e mi vengono i brividi. Ne ho davvero bisogno.
Devo chiederle il nome. "La rossa" mi fa pensare ad Ariel. E Ariel, mi fa pensare a Scott. E questo non va bene.

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