Capitolo 20

592 50 35
                                    

Non ne sapevo niente. Non ne sapevo assolutamente niente.
Il mio migliore amico mi guarda e mi sorride lievemente, come per confortarmi. Alza le spalle e quando le riabbassa mi sembra che abbia qualche anno in più.

«Mi dispiace», dice Julia, traducendo in parole i nostri sguardi.
«Sei stato più coraggioso di tutti i presenti», afferma Perry, lasciandogli un bacio sulla guancia e stringendolo a sé. Lui la guarda serio, poi si avvicina e la bacia fino a che entrambi sono senza fiato.

Ivan fa partire un applauso, a cui ci uniamo tutti. È un modo per fargli capire che nonostante sia difficile trovare una risposta a ciò che ci ha appena confessato, c'è un sentimento che stiamo provando tutti in questo momento: gratitudine, per il fatto che si sia aperto in questo modo e che ci abbia concesso una parte così intima di sé.
Cris, che non parla quasi mai dei suoi sentimenti. Che prende tutto con ironia. Che ci ha nascosto quello che probabilmente è il dolore più grande della sua vita.

Non riesco ad immaginare come deve essere non avere più una madre. È già dura per chi non parla con la propria, per chi non la conosce; ma per chi l'ha persa, è tutta un'altra storia.
Perdere qualcuno significa non avere più la possibilità di vederlo camminare su questa terra, di vederlo costruire il suo percorso. Perdere l'abitudine di averlo nella propria quotidianità, e di vederlo fare quelle piccole cose che caratterizzano noi esseri umani. Come guardare la tv alle 21 precise per mia madre, dormire da Ivan il giovedì sera per Jul, o... andare a New York ogni estate per me. Abitudine che quest'anno si è spezzata, anche se mio padre è ancora in questo mondo.
Ci sono vari modi per perdere qualcuno, e sono tutti validi; ma morire, vuol dire che un puntino luminoso si è spento per sempre, che un fiore non esiste più. E ciò che rimane è solo una traccia del modo in cui è sbocciato quando era ancora in vita.

Quando l'applauso termina, Cris mormora un «Grazie», e mi guarda di nuovo.
Gli sorrido.

Scott si alza e si siede su un altro tronco, quello di fronte al mio. Qualche secondo dopo si accende un'altra sigaretta. Mi chiedo perchè non l'abbia fatto accanto a me.

«Tocca ad Harper adesso», mi ricorda Perry.
«Ehm... sì, giusto.» Cerco di concentrarmi. Vado sul facile.
«Da piccola ho rubato degli occhiali da sole in un negozio, senza rendermene conto. Li ho presi mentre ero sul passeggino e mia madre non se ne è accorta.» Ridacchio. «Se posso vantarmene, erano fichissimi.»

«Quelli rossi con le margherite?», chiede Scott.
Lo guardo. «Come fai a saperlo?»
«C'è una foto all'ingresso di casa tua. Li indossi insieme ad un cappellino azzurro da pescatore.»
Non riesco a trattenere un sorriso. «È vero. Sì, sono loro.»

«Adesso tocca al nostro caro Scott», lo incoraggia Julia. «Forza, dicci qualcosa di interessante su di te, ciclista. Qualcosa che ci lasci a bocca aperta.»
Sinceramente, non credo che rivelerà qualcosa di scioccante. Conoscendolo, si manterrà sul facile, come abbiamo fatto noialtri, escludendo Cris.

«Sì, giusto», risponde lui, la sigaretta ancora tra le dita.
Comincio a giocare con le mie mani e a tenere uno sguardo basso, perché so che se lo guardo mentre parla, sarò completamente consumata dalla sua essenza.
Eppure lo sento. Sento il suo profumo, il suo respiro. Il battito del suo cuore. È parte di me anche se non ci tocchiamo, se non ci sfioriamo con lo sguardo o con le dita.

«So cosa devo confessare.» Anche il suo tono è serio, ma mi rifiuto di credergli. Sono sicura che il suo segreto sarà come i nostri.

I suoi secondi di pausa mi fanno accigliare. E quando lo sento pronunciare il mio nome, il cuore mi batte all'impazzata.
I miei occhi incontrano i suoi. C'è il fuoco che scoppietta tra di noi, eppure sento di essere io quella che brucia.

Respira insieme a me 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora