Hold on, I still want you

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When you're looking at me

I've never felt so alive and free.

Se ne stava seduta a gambe incrociate sul suo letto, continuando a tormentarsi le pellicine attorno alle unghie, terribilmente a disagio. Rimuginava su quanto accaduto la sera precedente da una buona mezz'ora, mentre osservava la sciarpa di Serpeverde di Al, accanto a sé. Mancava solo un quarto d'ora alla partita, e loro non si erano ancora decise a scendere: Lily continuava ad intimare a Dominique di smetterla di lisciarsi i capelli e, testuali parole, muovere il culo. Nel bel mezzo dei loro infiniti battibecchi, senza che lo avesse programmato, Rose sganciò la bomba:

"Ho baciato Scorpius."

Dominique e Lily la osservarono come se avessero appena ricevuto una botta in testa. Forte. Rose non poteva biasimarle: non era semplice star dietro a quell'immenso, stratosferico casino in cui sguazzava. Lei e Scorpius erano passati dal non rivolgersi la parola ad urlarsi contro chiusi dentro uno sgabuzzino, e poi a baciarsi nelle cucine. Il tutto corredato da una serie infinita di quotidiane crisi nervose.

Dominique giocherellava coi suoi capelli biondissimi mentre la osservava con uno sguardo vacuo, come se stesse cercando di cavare del senso logico da una situazione che, chiaramente, non ne aveva. Lily, invece, la scrutava con la solita scintilla d'arguzia e di spirito ad animarle gli occhi vivaci, come se lei i calcoli li avesse già fatti alla perfezione. Le sorrise appena, rassicurante, e rimasero entrambe in silenzio, in attesa che tirasse fuori il resto.

"Tecnicamente, lui ha baciato me. Ieri notte. Nelle cucine."

Le osservò di sottecchi, e le sue cugine parvero talmente sorprese da metterla ancora più in imbarazzo.

"Ma non eri di ronda con Lysander?"

"Beh, non...non avevo voglia di rientrare, dopo. Volevo la cioccolata."

Tentò di giustificarsi, con la fronte aggrottata e il broncio di una bambina beccata con le mani nel sacco. Dominique scoppiò a ridere:

"Beh, volevi la cioccolata e hai trovato un manzo. Mica male."

Suo malgrado, Rose si lasciò sfuggire una risata, dimenticando per un istante i propri pensieri sconnessi. Poi, preda di un'ansia cieca e irrazionale, afferrò un cuscino e vi immerse il viso, sentendosi terribilmente patetica:

"Non so che cosa mi stia succedendo. Non abbiamo neppure parlato sul serio, capite? Non dopo la sfuriata nello sgabuzzino, comunque – e a proposito, non vi ho ancora perdonate... Continuiamo semplicemente a sfiorarci casualmente ogni volta che ne abbiamo l'occasione, o peggio. E lui ha chiaramente detto che non ha intenzione di darmi tregua."

"E vorresti farmi credere che ti dispiace?" fece Lily, con l'aria di chi la sa lunga. Rose arrossì, ma sapeva benissimo anche lei che l'ultima cosa che avrebbe voluto era che Scorpius si arrendesse. Aveva bisogno di qualcuno che combattesse per loro, perché lei, in quel momento, non ci sarebbe mai riuscita. Non sarebbe mai riuscita ad affrontare le sue paure, i suoi sbagli, le sue ansie, a mettere in discussione tutte le sue futili certezze ed uscire dal guscio, senza qualcuno che le dicesse che ne sarebbe valsa la pena, alla fine. Perché ormai aveva capito che la questione non riguardava più solo lui, ma sé stessa. Aveva insistito a voler controllare anche i sentimenti che avevano condiviso, anche tutto ciò che avevano provato: ogni piccolo istante che avevano trascorso insieme era stato misurato, calcolato e reso alla sua portata, e lui aveva aspettato, paziente, regolando le sue voglie e i suoi stessi sentimenti in modo che lei fosse pronta a gestirli. Si sentiva come se avesse soffocato anche la cosa più vera che avesse mai provato in vita sua, ed era stanca della sua razionalità estrema, che alla fine non era affatto servita a tutelarla dalla valanga di emozioni che le erano precipitate addosso all'improvviso. Quando era arrivato il momento, aveva sofferto comunque. E continuava a chiedersi se non fosse stato anche questo suo estremo bisogno di controllo a spingere Scorpius a tenerla lontana da qualcosa che, evidentemente, nemmeno lui riusciva a controllare: il lato peggiore, più sofferto di sé stesso.

Qualcosa per cui vale lottareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora