In my veins

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"Honey, all the movements you're starting to make
See me crumble and fall on my face
And I know the mistakes that I've made
See it all disappear without a trace..."

"Ti voglio".

Ancora una volta, quelle parole le marchiarono l'anima, incidendola più profondamente di quanto avesse mai pensato possibile, mentre le sue mani non smettevano di vagare sul suo corpo, come se potessero fondersi con la sua pelle. E lo sentì, il cuore di lui, pompare più forte contro le costole, e il suo tocco farsi più intenso, finalmente privo di qualsiasi esitazione, di qualsiasi timore. Lo sentì libero, libero di amarla senza più alcun freno, e avvertì distintamente la stessa, persistente sensazione di viscerale appartenenza che sentiva sempre, con lui, farsi ancora più forte, ancora più pressante. Si lasciò sfuggire un gemito: lui continuava a torturarle la pelle e l'anima, mentre sentiva i collant scivolare lungo le gambe e le mani di Scorpius afferrarle possessivamente i fianchi. Il peso della stoffa che le aderiva al corpo stava diventando insostenibile, e le sue labbra rilasciarono l'ennesimo gemito frustrato mentre allungava le dita impacciate aggrappandosi al suo petto e facendogli scivolare la camicia giù dalle spalle. Gli occhi di Scorpius si persero nei suoi, con un ardore nuovo e incontrollato che la fece fremere per l'ennesima volta e stringere le gambe per controllare quella sensazione di calore che minacciava di bruciarla da un momento all'altro. Si prese un momento per osservarlo, in quella sua accecante bellezza, e seguì con lo sguardo il profilo delle spalle nude e delle braccia che la stringevano, facendo scorrere le dita sulla sua pelle.

"Guardami."

Sollevò nuovamente lo sguardo sui suoi occhi, mentre lui si appoggiava sui gomiti per non pesarle addosso, e quella minima distanza si faceva sempre più insostenibile. Sentì il sangue affluirle alle guance senza controllo, e lo vide sorridere impercettibilmente, senza smettere di inseguire i suoi occhi e scavarci dentro, famelico. Riusciva distintamente a sentire ogni parte del proprio corpo tendersi verso di lui, mentre le proprie mani correvano ad afferrare l'orlo del maglione bianco che portava. Se lo fece scivolare sopra la testa, non senza una buona dose di imbarazzo, ma non le importava più nulla, se non del suo sguardo fisso su di lei come se fosse la cosa più preziosa al mondo. Voleva che lui la vedesse, e per la prima volta nella sua vita smise di non sentirsi all'altezza, di vergognarsi di sé e del proprio corpo...non ci riusciva, non se lui continuava a guardarla come se fosse la cosa più bella. E quando incrociò nuovamente i suoi occhi, non c'era più traccia del sorriso impercettibile di poco prima: il suo sguardo si era fatto più cupo, e lo vide stringere leggermente gli occhi, come sopraffatto dall'intensità di quel momento. Non lasciò i suoi occhi neppure per un istante, mentre tirava lentamente giù la zip della sua gonna, e gliela faceva scivolare lungo le gambe; e neppure Rose riuscì a smettere di guardarlo, mentre gli slacciava la cintura. Il tintinnio della fibbia risuonò nelle sue orecchie mentre lui scalciava via i jeans che portava, e lei si perdeva ancora ad osservare quel corpo perfetto con le labbra appena schiuse. 

"Sei..."

"Non dirlo, Scorpius. Non adesso."

Lui aggrottò appena la fronte, perplesso, e comprese solo quando lei fece scivolare giù anche le spalline del reggiseno che portava, sollevandosi appena per slacciarlo. Lui fu più veloce, insinuando le mani dietro la sua schiena, e quando Rose si lasciò cadere nuovamente, lo afferrò tra le dita per tirarlo via. Non voleva guardarsi, Rose: voleva solo vedersi riflessa negli occhi di lui, vedersi attraverso i suoi occhi e vedere la verità delle parole che lui aveva pronunciato poco prima. Sentì le mani di lui scivolarle lungo le braccia e i fianchi, in una carezza senza fine, mentre le sfilava via anche gli slip, quegli insulsi slip di cotone che portava. Rimase nuda sotto i suoi occhi, per la prima volta, e si sentì vulnerabile e bellissima, forte e fragile allo stesso tempo. Continuava a fissare i suoi occhi, mentre lui si passava la lingua sulle labbra in un riflesso involontario che la fece bruciare di desiderio, ancora.

Qualcosa per cui vale lottareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora