Chiacchiere e ammissione di colpa

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Mentre attraversavano silenziosamente la porta della Sala dei Trofei, Rose si chiese che cosa diamine l'avesse convinta.
Ovviamente, non c'era mai stata: era una delle punizioni preferite di Gazza da tempo immemore, far lucidare agli studenti tutte le coppe e le targhe d'ottone che scintillavano, in bella mostra nelle grandi vetrine che coprivano le pareti della stanza, ma Rose non era mai finita in punizione.
Avevano finito la ronda, e avrebbero già dovuto essere nei rispettivi dormitori. Eppure, lei si trovava lì, con lui, che di tanto in tanto le sorrideva con l'innocenza di un bambino. Innocenza, come no: Rose era sicura si sarebbe pentita amaramente di averlo seguito così docilmente. Non sapeva neppure perché l'avesse fatto, ma quando lui le aveva chiesto:
"Sei mai stata nella Sala dei Trofei, Weasley?"
Rose si era limitata ad abbassare lo sguardo, perché lui l'avrebbe sicuramente presa in giro fino alla morte: la Weasley Prefetto-Perfetto, e ora Caposcuola Perfetto, ovviamente non era mai finita in punizione.
Sfortunatamente, ancora una volta lui aveva capito, e si era lasciato andare ad una delle sue brevi risate, gettando indietro i capelli biondissimi:
"Avrei dovuto immaginarlo."
Prima che lei avesse potuto replicare, piccata, le aveva preso ancora una volta la mano, e lei lo aveva seguito, stranamente silenziosa, stupendo anche sé stessa. E adesso si trovavano lì, mentre Scorpius se la trascinava dietro, indicandole le vetrine:
"C'è metà della tua famiglia qui dentro, Weasley."
Vide targhe d'ottone e coppe di Quidditch dorate, e medaglie appese a nastri di raso, in cui riconobbe i cognomi della sua famiglia. Su una targa d'ottone, il nome di suo padre scintillava a lettere dorate: Ronald Bilius Weasley - Encomio speciale per i servizi resi alla scuola. Vide il nome di suo zio Harry su una targhetta del tutto identica, e una piccola medaglia a forma di scudo portava il nome di James Potter, il nonno di Al. Essere la figlia di due dei tre salvatori del Mondo Magico, e appartenere ad una famiglia come la sua non era stato sempre semplice, ma Rose era fiera dei suoi genitori e di ciò per cui avevano lottato. Si voltò verso Scorpius, sorridendogli, ma il sorriso che lui le rivolse di rimando parve aver perso un po' del suo calore. Lo fissò per un momento, perplessa:
"C'è qualcosa che non va?"
Lui le diede le spalle, allontanandosi da lei e sedendosi sul pavimento, nel bel mezzo della stanza. Si passò una mano tra i capelli e cominciò a giocherellare con l'orlo del suo maglione, evitando di guardarla:
"No, va tutto bene."
Rose non seppe perché, ma le fu automatico sedersi accanto a lui, stringendosi nel suo mantello per proteggersi dal freddo del pavimento. Aveva vissuto con troppi cugini e in una famiglia troppo grande, per non riconoscere quel tipo di sguardo.
Rimase in silenzio, perché aveva imparato negli anni a non forzare troppo le cose. E rimase in silenzio, rendendosi conto che forse lui avrebbe avuto bisogno di qualcuno con cui parlare, in quel momento... lui, che sembrava non aver mai bisogno d'altri se non di sé stesso. Lo osservò di sottecchi, perplessa, e si accorse che lui la stava fissando, con un'espressione attonita. Forse non si aspettava che lei gli si sedesse accanto, e neppure che si preoccupasse di lui. Rose arrossì, perché in effetti quello non era un atteggiamento proprio da Weasley e Malfoy.
"S-scusa, pensavo..."
Lui scosse la testa, e si aprì in un sorriso sincero che a Rose parve il più bello che avesse mai visto.
Bello. Aveva appena pensato che lui fosse bello. No, non lui, il suo sorriso. Era diverso, no? Arrossì nuovamente, scacciando i suoi stessi pensieri.
Lui non disse nulla, ma tornò a fissare le vetrine con un sorriso malinconico.
"Devi essere fiera della tua famiglia, Weasley."
Oh. Ecco cosa non andava. Rose conosceva, naturalmente, la famiglia alla quale Malfoy apparteneva: due generazioni di Mangiamorte, e un'antichissima casata di Purosangue fissati con la necessità di mantenere incontaminato il sangue magico.
Non era stato facile, appartenere alla famiglia più famosa del Mondo Magico; ma non doveva essere stato facile neppure avere a che fare con un retaggio del genere. Rose pensò che non si era mai chiesta che cosa dovesse provare lui, a tal proposito. Si rese conto che probabilmente, negli anni, anche lei era stata terribilmente superficiale, con lui. Non che lui le avesse reso le cose facili, ma in quel momento le sembrò di vedere ciò che non aveva mai visto, e una vulnerabilità che non aveva mai sospettato. Scorpius era stato smistato in Serpeverde, come tutta la sua famiglia, ma nonostante gli innumerevoli difetti, sicuramente non si era mai comportato come uno fissato col sangue puro: per cominciare, era praticamente un fratello per Al, adorava Lily, e aveva passato con i Potter - e di conseguenza, i Weasley - metà delle vacanze della sua vita.
"E tu dovresti esserlo di te stesso, Malfoy, indipendentemente dalla tua famiglia."

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