Rivelazioni

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Lily si accasciò su una delle poltrone della Sala Comune, stanca. Le piaceva accoccolarsi accanto al fuoco e godersi il tepore delle fiamme, quando ormai tutti erano andati a letto. Le piaceva starsene ad ascoltare un po’ sé stessa, nel silenzio. Con una tazza di thè tra le mani, fissava il fuoco con occhi vitrei, senza vederlo davvero. Erano giorni che tentava di evitare Lysander e le sue domande sempre più insistenti su Sam Thomas: la conosceva troppo bene, aveva capito che c’era qualcosa al riguardo che Lily gli stava nascondendo, e non sembrava propenso a lasciar perdere. Come se non bastasse, aveva dovuto evitare anche Sam Thomas in persona, intenzionato a non desistere dal suo proposito di provarci con lei ogni volta che ne aveva l’occasione. Per sua fortuna, e per la sfortuna di Lily, Albus Potter non si era ancora accorto delle attenzioni ossessive del bruno Grifondoro per sua sorella, o sarebbe stato peggio per lui. Albus era in genere una persona estremamente tranquilla, ma non avrebbe esitato a lanciare occhiate minacciose – se non il primo corpo contundente che si fosse trovato a portata di mano – a chiunque avesse riservato attenzioni troppo insistenti a sua sorella, specialmente nel caso in cui lei non avesse gradito.

Con gli occhi velati da un’indicibile tristezza, continuava a pensare a Lys, chiedendosi come fosse possibile che lui, che la conosceva meglio di chiunque altro, non avesse ancora capito. Sapeva perfettamente che per quanto fosse brava a nascondere agli altri le proprie emozioni, con Lys non c’era mai riuscita del tutto. Lily sentiva il proprio sguardo cambiare ogni volta che era con lui… ogni volta che il suo stomaco sembrava volersi contorcere per la voglia di averlo più vicino e il dolore di non averlo con sé, non come avrebbe voluto. E l’unica cosa che le sembrava plausibile, era semplicemente che lui non volesse vedere.

Una lacrima le cadde silenziosamente giù dal naso, piccolo e lentigginoso, e non si prese la briga di asciugarla, né di impedire che ne seguissero altre. Era sola, e poteva permettersi di cadere in pezzi, di sentirli rompersi uno dopo l’altro, per poi raccoglierli lentamente, uno per uno, e sforzarsi di sopravvivere ancora un po’, senza lasciarsi annegare nel dolore. Scivolò lentamente in un sonno senza sogni, e non seppe dire quanto tempo rimase lì, ma quando si risvegliò, qualche ora dopo, le fiamme scoppiettanti del caminetto erano ormai ridotte ad una brace silenziosa.

Si sfregò le braccia, infreddolita, e sentì un cigolio sospetto: qualcuno attraversava il buco del ritratto. Riconobbe la testa rossa e riccioluta di Hugo, che rientrava in dormitorio in piena notte con un sorriso ebete stampato in faccia. Lily sorrise, divertita, pensando che fosse una fortuna, per lui, che Rose non fosse di ronda, quella sera. Anche se le ronde di Rose, ultimamente, non erano state molto vigili.

Hugo non sembrava essersi accorto della sua presenza, alla luce fioca della brace quasi spenta, e sobbalzò quando Lily chiamò il suo nome:

“Hugo”

Si voltò, sorpreso “Lily, che ci fai qui?”

Lily alzò le spalle “Mi sono appisolata.”

“Oh”, fece lui, lasciandosi cadere sul divano, accanto a lei. Tirò fuori la bacchetta, mormorando un “Incendio”, e un’allegra fiamma tornò a crepitare nel caminetto. Lily continuava ad osservarlo, vagamente divertita. Hugo riscuoteva un certo successo con la popolazione femminile di Hogwarts, nonostante non avesse una bellezza canonica, né lineamenti perfetti. Era alto, ma non quanto gli altri suoi cugini, e abbastanza ben piazzato, con una chioma rossa e riccioluta, un naso tondo e lentigginoso, e caldi occhi nocciola. Ad assicurargli le attenzioni dell’altro sesso era la sua aria da bravo ragazzo, quello sguardo caldo e liquido, quel modo di fare da eterno ragazzino imbarazzato. Peccato che Hugo fosse tutta un’altra storia: irriverente e sicuro di sé, non perdeva un’occasione per combinare guai, o per spezzare il cuore all’ennesima malcapitata, che però finiva sempre col perdonarlo non appena lui metteva in scena i suoi occhi dolci. Era il sostegno più grande di Fred e Lorcan, quando avevano bisogno di manforte nelle loro missioni di sabotaggio della serenità familiare e scolastica, e Lily lo adorava. Da piccoli, erano stati le due pesti di casa, perché lei, per quanto provasse a farlo ragionare, finiva sempre con l’assecondare le sue trovate, per poi essere costretta a sorbirsi le urla isteriche di una Hermione coi capelli cespugliosi dritti sulla testa, prima di scappare a nascondersi dietro le gambe di suo padre per sfuggire alla furia spasmodica della zia.

Qualcosa per cui vale lottareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora