D'amore e di turbamenti

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Avviso, per correttezza: 🔞😂

Albus strinse più forte le braccia attorno alla vita di Alice. Respirò sulla sua pelle, riempiendosi le narici del suo odore, quell' odore di cui, lo sapeva, non si sarebbe mai stancato. Lei dormiva, con la testa appoggiata alla sua spalla e un adorabile broncio sulle labbra appena schiuse. E come sempre, quando si scopriva così preso e così assorto da lei da riconoscere ogni dettaglio del suo viso, si sentì euforico e vulnerabile allo stesso tempo.

Lasciò scivolare lo sguardo dai suoi capelli scomposti sul cuscino, fili d'oro e di bronzo intrecciati alle sue dita, al contorno delle sue labbra piene, e alle ciglia di velluto che le accarezzavano le guance. Più la guardava, più sentiva una parte di sé aggrapparsi a lei sempre più forte e tenace. Alice era la cosa più bella che gli fosse mai successa, e non riusciva neppure a spiegare a parole che cosa davvero significasse per lui: dopo aver passato una vita intera pervaso da quel senso di opprimente inadeguatezza che gli scivolava addosso, ricoprendolo come un mantello del quale non riusciva a liberarsi, lei gli aveva graffiato l'anima. Aveva scavato, con gentilezza e col sorriso, fino a farlo sentire libero di mostrarsi veramente sé stesso, come riusciva a fare con pochi.

Allungò lo sguardo sulle sue gambe, lasciate scoperte dalla gonna della divisa, che le era scivolata su per i fianchi rivelando più pelle di quanta avrebbe dovuto. Ringraziò Merlino di essere solo in dormitorio, e di aver tirato le tende del suo letto a baldacchino, e si sentì arrossire quando poggiò una mano sulla sua pelle bianca, accarezzandola piano, col timore di svegliarla. Le palpebre le tremolarono appena, e lei sospirò prima di voltarsi e dargli le spalle, accoccolandosi contro il suo petto. La strinse più forte, affondando il viso nell'incavo del suo collo e cercando di non pensare all'orlo della biancheria rosa pallido che quel movimento aveva scoperto. La verità era che si sentiva improvvisamente accaldato, e si impose di respirare ritmicamente e di lasciar correre altrove i suoi pensieri. Cominciò a contare al contrario, ma non riusciva a smettere di pensare che avrebbe solo voluto baciarla e affondare le mani fra i suoi capelli, e lasciarle correre su quella pelle bianca. Voleva sentirla rabbrividire sotto le sue dita, come faceva sempre quando le cose tra loro diventavano troppo intense, troppo vere. Sospirò, lasciando perdere il conto alla rovescia, che sembrava non sortire alcun effetto.

La sentì sospirare mentre distendeva le gambe e si voltava nuovamente verso di lui. La vide increspare le labbra in un sorriso quando aprì appena i suoi occhi d'ambra e incontrò i suoi, fissi sul suo volto. Le sorrise di rimando, ben consapevole della faccia da ebete che doveva avere in quel momento, e sentendo il sangue rifluire pericolosamente sulle guance – e altrove. La sua vicinanza l'avrebbe fatto impazzire, prima o poi.

Lei allungò una mano, accarezzandogli il viso e scostandogli i capelli dalla fronte.

"Quanto ho dormito?"
"Non troppo, un'oretta al massimo."
Lei annuì, stringendosi nuovamente contro di lui. Albus lasciò scivolare una mano sui fianchi di lei, sotto l'orlo del maglione, quasi distrattamente. Inspirò nuovamente quell'odore dolce e familiare ad un tempo, e le sue labbra si schiusero timorose lasciando scivolare parole che forse non intendeva pronunciare ad alta voce, non davvero:

"Ali...vorrei dirti una cosa..."

Lei fissò gli occhi nei suoi, in uno scintillio curioso, una domanda inespressa. Sorrise appena, e Al la conosceva abbastanza da capire che stava tentando, come sempre, di metterlo a suo agio.

"Non vorrei che...insomma...che ti spaventasse..."

Lei aggrottò un attimo le sopracciglia. Vide la sua fronte coprirsi di mille increspature, un disegno che avrebbe voluto tracciare con le dita fino ad impararne a memoria i contorni, a saperne decifrare ogni anfratto. Poi sorrise, ancora, in un lieve baluginio di denti candidi e di labbra rosee, vellutate.

Qualcosa per cui vale lottareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora