Scorpius si rigirò fra le lenzuola del suo letto a baldacchino, socchiudendo a malapena gli occhi. Era ancora troppo presto, lo intuì dalla luce fredda che filtrava dai vetri delle finestre. Sentiva il respiro profondo e regolare di Al, che ancora dormiva, nel letto accanto al suo. Nonostante fosse presto, si sentiva più sveglio che mai, mentre si sforzava di riportare alla mente il sogno che aveva lasciato a metà...era quasi sicuro di ricordare una chioma rossa e fiammeggiante. Si passò una mano tra i capelli, mentre si scopriva a sorridere. Quella rossa gli aveva letteralmente mandato in fumo il cervello. Ricordò il giorno prima, il viso di lei così perso e confuso, le guance rosse, quando si era finalmente deciso a smetterla di giocare e cercarla davvero. Sentì lo stomaco contrarsi, ripensando al suo profumo, così intenso e vicino, e al contatto delle sue labbra, finalmente, con la sua pelle. La morsa allo stomaco si fece più insistente, mentre si rendeva conto che non gli era bastato, non ancora...e non riusciva a pensare che ne avrebbe mai avuto abbastanza. Aprì definitivamente gli occhi, mettendosi a sedere, rabbrividendo al contatto dei piedi nudi sul pavimento di pietra. Si avvicinò alla finestra, socchiudendola leggermente, perdendosi a osservare il riflesso del pallido sole appena sorto sulle acque del Lago Nero; gli ultimi giorni di Novembre erano stati incredibilmente più freddi, e l'aria frizzante del primo mattino lo costrinse a richiudere quasi immediatamente le imposte. Era sabato, e probabilmente la sua Rossa se ne sarebbe stata rintanata in Biblioteca, tra volumi polverosi e rotoli di pergamena. Storse il naso: il cielo era troppo limpido e terso per starsene al chiuso, quel giorno. Un gran sorriso si allargò sul suo volto, e seppe esattamente cosa fare. Aveva solo bisogno di un Grifondoro.
Un paio d'ore più tardi, Lily fu svegliata dal beccare insistente di un Gufo reale sul vetro della finestra del suo dormitorio. Sbuffò, perplessa e infastidita, chiedendosi chi mai avesse così urgenza di parlarle. Aprì la finestra, mentre Alice si rigirava nel letto e Roxanne mugugnava, infastidita. Si stiracchiò, mentre srotolava il biglietto e il gufo cominciava a lisciarsi le penne, appollaiato sul davanzale di pietra. Mentre leggeva in fretta le poche righe, un gran sorriso fece capolino sul suo volto. Si precipitò a prendere penna e calamaio, scrivendo sul retro dello stesso biglietto una sola parola: Ippogrifo. Scosse la testa, divertita, accoccolandosi nuovamente tra le lenzuola, mentre il gufo grigio spiegava un'altra volta le grandi ali.
***
Non appena aprì gli occhi, quel sabato mattina, Rose si ripromise di stare lontana dai guai. Per la precisione, si ripromise di stare lontana da quel guaio umano incredibilmente biondo ed incredibilmente bello che rispondeva al nome di Scorpius Malfoy. Sospirò, rigirandosi nel letto, mentre sbirciava dalle tende del suo letto a baldacchino, scorgendo la chioma bionda di Dominique che già si aggirava per la stanza. Ripensò ancora una volta a quanto successo il giorno precedente, e come sempre le accadeva quando si trattava di lui, avvertì una familiare stretta allo stomaco, la stessa che tentava di ignorare ormai da settimane senza alcun risultato...ma quel giorno, i capricci del suo stomaco le fecero venire voglia di sorridere. Si sentiva nervosa, irritabile, ma anche carica di un entusiasmo sconosciuto. Cominciò a tormentarsi il labbro inferiore, tentando di impedire agli angoli delle sue labbra di sollevarsi senza il suo controllo. Quel biondo le aveva fuso i neuroni, non c'era alcun'altra spiegazione logica. Arrossì, pensando che ci erano volute notti agitate, e settimane di reazioni sconnesse e fino a quel momento inspiegabili, e il rischio di essere sorpresa da Gazza, o da chiunque altro, chiusa in un armadio con quella irritante e bellissima serpe, e una lezione di Pozioni completamente inutile, e parecchie occhiatacce da parte di Lily, e svariate, patetiche scene imbarazzanti...e tanto altro, per riuscire almeno ad ammettere a sé stessa che forse un pochino, un pochino era attratta da lui. Si passò una mano sul viso, mentre per l'ennesima volta ricordava la sensazione delle sue dita intrecciate a quelle di lui, e di quelle labbra incredibilmente calde che, per un attimo, si erano posate sulla sua pelle. E quello sguardo, quello sguardo così intenso da farle male, che per la prima volta le aveva fatto desiderare di essere un'altra Rose, una Rose che avrebbe avuto il coraggio di andare in fondo a quella storia e provare a capire che cosa sarebbe successo se lei si fosse, per un attimo, lasciata andare. Ma la verità era che tutto quello che le stava accadendo aveva dell'assurdo, e lei non era assolutamente pronta ad affrontarlo...e ancora di più, aveva una paura matta di scoprire che era tutta una grande, patetica illusione, e che Malfoy stesse solo giocando, per l'ennesima volta.
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Qualcosa per cui vale lottare
FanfictionRose Weasley è al suo settimo anno ad Hogwarts, l'ennesimo che condividerà con suo cugino Albus, per lei più che un fratello, l'unico Serpeverde di casa, e amico fraterno di Scorpius Malfoy, con il quale Rose non è mai riuscita ad andare d'accordo...