Kisses

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Roxanne se ne stava avvolta in un vecchio mantello, raggomitolata sotto la piccola, traballante tettoia di legno della Tana. La neve aveva smesso di cadere, e il sole rifletteva sul manto bianco una luce fredda e abbagliante.

I giorni passavano, e di Lorcan nessuna traccia.

Le vacanze di Natale alla Tana non erano mai state così deprimenti: suo fratello, quell'idiota immaturo, continuava a tenerle il broncio dopo aver rotto il naso al suo ragazzo, come se fosse colpa sua. Lorcan, dal canto suo, era perfettamente consapevole che sarebbe stato inutile intrufolarsi alla Tana e rischiare qualche arto, e che non avrebbe in alcun modo risolto i suoi problemi con Fred.

Si sentiva terribilmente in colpa, ma non riusciva proprio a capire perché la sua relazione con Lorcan riguardasse suo fratello: le solite storie di solidarietà maschile e di codici d'onore, che le stavano sostanzialmente impedendo di trascorrere del tempo insieme al suo ragazzo. Aveva provato a parlare con Fred, ma sembrava incapace di comunicare con lui: tutti i loro discorsi cominciavano con le migliori intenzioni, e si concludevano inevitabilmente in urla sconnesse e sua madre che minacciava di chiuderli in uno scantinato per ore, fino a quando non avessero risolto i loro problemi.

Per la verità, Roxanne aveva anche pensato di mettere in atto le minacce di sua madre, ma con Lorcan e Fred, ma aveva rinunciato, pensando che, probabilmente, chiuderli in uno scantinato sarebbe solo servito a farne uscire uno dei due, se non entrambi, coperti di sangue. E lei non aveva intenzione di essere la causa di scenari apocalittici ed estenuanti battaglie in difesa del suo onore.

Aveva dovuto persino nascondere a tutti il regalo di Natale per lei da parte di Lorcan, due biglietti per la prossima partita di Quidditch della stagione, le Holyhead Harpies contro i Cannoni di Chudley, cercando di frenare l'entusiasmo, per non sollevare altre questioni sulle ragioni della loro faida e della misteriosa assenza di Lorcan e Lysander.

Neppure Frank, Alice e Scorpius erano ancora arrivati alla Tana, ma erano attesi a giorni, probabilmente prima dell'ultimo dell'anno; dei gemelli, invece, nessuna notizia. Roxanne aveva visto Lily abbastanza giù di tono, in quei giorni, e sospettava fosse per l'assenza di Lysander. Si sentiva in colpa anche verso di lei: era assurdo che sua cugina fosse costretta a star lontana dal suo migliore amico solo per via dei problemi di quel decerebrato di suo fratello, anche se, per la verità, aveva l'impressione che tra Lily e Lysander ci fosse aria di tempesta.

"Ehi, Rox."

Roxanne sussultò, sollevando lo sguardo: James le sorrideva, con un vassoio carico di biscotti allo zenzero. Le si sedette accanto, mentre lei ricambiava con un sorriso tirato.

"Ciao, J."

"Come mai qui da sola?"

"Ce l'ho col mondo intero."

James ridacchiò, mentre allungava una mano per prendere un biscotto.

"Anche col tuo cugino preferito?"

Suo malgrado, Roxanne sorrise. James era davvero il suo cugino preferito, quello delle migliori partite di Quidditch e dai sorrisi spontanei. Le era mancato molto, ad Hogwarts, quell'anno, il primo senza di lui, che si era diplomato l'anno precedente e aveva iniziato un tirocinio come Spezzaincantesimi, alla Gringott. Il genere di lavoro in cui puoi spezzarti l'osso del collo ogni mezz'ora, il genere di lavoro che mandava zia Ginny fuori di testa ma che era fatto esattamente per lui. Per la verità, James era mancato a tutti, a scuola: era impagabile vedere la faccia della McGranitt tutte le volte che lo incrociava per i corridoi, quasi temesse di vedergliene combinare una delle sue proprio sotto i suoi occhi, e aveva anche rischiato l'espulsione per qualche stupidaggine, un paio di volte. Frank Paciock, il suo migliore amico, era l'unico che riuscisse a farlo ragionare un po': calmo, affabile e riflessivo, era esattamente il suo opposto.

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