Are you in love with me?

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Nota autrice: Lo so, è passato tanto tempo. Molte cose sono cambiate nella mia vita, e sono sicura anche nelle vostre. Ma questa storia merita una conclusione...Grazie a quanti saranno ancora qui, curiosi di vedere come va a finire.

***

Your skin, oh yeah, your skin and bones
Turn into something beautiful
And you know, you know I love you so
You know I love you so


Aveva perso il conto di quante volte si fosse ritrovato lì, sul letto di Camille, nella stessa posizione di sempre: sdraiato su un fianco, con l'avambraccio piegato e una mano a sorreggergli il capo, osservava in silenzio ogni suo movimento.

Camille sembrava aver accettato rassegnata la sua costante presenza, e lui, d'altro canto, non aveva intenzione di darle tregua. Non se le sue ragioni continuavano ad essere totalmente inconsistenti. Attendeva paziente un suo passo falso, conscio del fatto che, indipendentemente da quello che dicevano le sue labbra, il corpo di Camille urlava il suo nome. Lo faceva quando lei distoglieva lo sguardo incrociando i suoi occhi, quando si torturava le mani se lo aveva troppo vicino e la smania di toccarlo si faceva troppo forte. Lo faceva quando si voltava dall'altra parte pur di non inalare il suo profumo. E Hugo sentiva montare la rabbia, tutte le volte, per l'assurdo sforzo che lei faceva pur di stargli lontano. Ma insieme alla rabbia, non poteva fare a meno di sentire un'assurda tenerezza sconvolgergli le viscere: perché era così impaurita da quello che sentiva? Perché si costringeva in quel modo a stargli lontano, se ogni particella di sé chiamava il suo nome come un imperativo?

L'aveva baciato, qualche giorno prima. Di nuovo.

Ma dopo quel bacio, Camille si era limitata ad accettare la sua presenza con muta rassegnazione, continuando a tenerlo a distanza. Sospirò silenzioso, ma lei parve udirlo lo stesso. Sollevò il viso dal libro che stava leggendo, a distanza di sicurezza, appollaiata sul davanzale della finestra. Incrociò i suoi occhi solo per un brevissimo istante, ma Hugo non poté fare a meno di notare le sue dita stringersi impercettibilmente attorno alla copertina di quel dannato libro.

Si alzò, in silenzio. Chiamò il suo nome solo quando fu ad un passo da lei, con un suono stanco e spezzato.

"Camille..."

Lei sollevò gli occhi, fissandoli nei suoi. Le era troppo vicino perché potesse distoglierli.

Le spostò una ciocca di capelli dal viso, e lo sguardo di Camille virò impercettibilmente verso la fioritura di vene bluastre all'interno del suo avambraccio, lasciato scoperto dalla t-shirt che indossava. Rimase in silenzio, riportando sul suo viso tutta la sua attenzione. I suoi occhi, come sempre, erano dilaniati dal dubbio: dentro di lei si consumava una lotta sulla quale lui non aveva alcun potere. Rimase lì, a fissarla stancamente.

"Mi manchi, Camille."

Le parole gli sfuggirono in un sussurro. Era la verità: gli mancava da morire, da quando si ostinava a tenerlo a distanza. Passavano insieme tutto il loro tempo, eppure sentiva come se lei gli scivolasse tra le dita, impercettibilmente, ogni giorno di più.

"Ma sono qui, Weasley..."

Il suono del suo cognome sulle sue labbra lo infastidì. Era solo l'ennesimo modo di tenerlo a distanza, di far finta che le quattro lettere del suo nome non fossero incise a fuoco sulla sua pelle, e Hugo lo sapeva. Camille tentò di sorridere, di sciogliere quell'aria densa di tensione, ma non riuscì del tutto a dissimulare la sorpresa nei suoi occhi. Il suono della sua voce fu solo un debole sussurro, Hugo vide le sue guance colorarsi appena, le sue palpebre battere, le pupille dilatarsi. Merlino, riusciva a leggere quel corpo meglio del proprio. E si chiese come sarebbe stato affondare le dita nella sua pelle nuda, se già solo guardandola sentiva le proprie terminazioni nervose tendersi in quel modo verso di lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 25 ⏰

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