Di ronde e appuntamenti notturni

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Rose era rannicchiata nella sua poltrona preferita, nella Sala Comune di Grifondoro, con un grosso libro sulle ginocchia. Guardò l'orologio, sospirando. Erano le dieci e mezzo, entro mezz'ora avrebbe dovuto raggiungere Malfoy all'ingresso della Sala Grande, per i loro turni di ronda, e sapeva perfettamente che sarebbe stata una tortura. Che lui sarebbe stato una tortura.
Chiuse il libro, e sollevò lo sguardo giusto in tempo per vedere una testa rossa avvicinarsi. Sorrise.
"Ciao, Lily!"
"Rosie..." la cugina le sorrise di rimando "Aspettavo da un po' che chiudessi quel librone!"
"Scusami, non ti avevo vista!"
"Lo credo bene, te ne stavi appollaiata su quella poltrona come una copia più giovane della Preside sul suo scranno...o peggio, di tua madre."
"Grazie, Lily. La tua schiettezza è veramente disarmante."
Scoppiarono entrambe a ridere.
"Beh, ma è vero!"
Lily era un anno più giovane di lei e Albus. Rose osservò i suoi lunghi capelli rossi, che scendevano morbidi sulle spalle, e i suoi occhioni verdi, proprio come quelli del fratello. Lily aveva preso il meglio di entrambi i genitori, ma il suo caratterino...Oh, quello era sicuramente merito di Ginny Weasley. Era un asso nel Quidditch, una delle migliori Cacciatrici della scuola, e aveva un indiscutibile successo con la popolazione maschile di Hogwarts, ma lei sembrava proprio non accorgersene, come se non le importasse affatto. Lily faceva esattamente quello che le andava di fare, né più, né meno. Era indipendente, socievole, allegra, brillante, ed aveva quel tipo di coraggio che Rose sentiva mancarle: il coraggio di essere sempre e comunque sé stessa, nel bene o nel male.
"Volevi parlarmi?"
"No, niente di particolare, Rosie. Era solo che non parlavo con te da quando abbiamo lasciato la Tana. Tutto bene?"
Scrutò con una certa apprensione gli occhioni blu di Rose: il fatto che lei avesse avuto il morale sotto i tacchi per settimane non era passato inosservato.
Rose sorrise "Sì, tutto bene...anzi, per la verità, non va bene per niente, dato che Malfoy mi aspetta proprio adesso all'ingresso della Sala Grande."
"Malfoy?" chiese la cugina, perplessa
Rose indicò la sua spilla da Caposcuola "Le ronde. La Preside ha pensato bene di farmi questo immenso e graditissimo favore."
Lily scoppiò a ridere "Ahhh, Rosie..." poi tornò per un attimo seria, come riflessiva "Bah, almeno ti godrai una bella vista."
"Lily! E da quando in qua consideri Malfoy una bella vista?"
"Mah, direi...da sempre?" e scoppiò a ridere "Dai, Rosie, per me è come un fratello, ma oggettivamente non si può negare che sia un gran bel ragazzo. Mezza scuola gli muore dietro."
"E l'altra mezza muore dietro a tuo fratello!"
Risero entrambe. Era facile ridere, con Lily, e Rose le fu grata per quel momento: Al aveva ragione, aveva bisogno di sorridere di più. Dovette ammettere a sé stessa che ciò che diceva Lily non era del tutto sbagliato: Malfoy non l'aveva mai attratta, non aveva neppure mai pensato a lui in quel modo, e d'altra parte i ragazzi non erano mai stati il centro delle sue preoccupazioni, ma Rose conosceva la popolarità di cui lui godeva con le ragazze, e anche Malfoy stesso ne era ben consapevole. Al, dal canto suo, proprio come sua sorella, sembrava non badarci affatto.
Guardò nuovamente l'orologio, e sospirò "Devo andare, Lily."
"Ciao Rosie! Divertiti..." rispose Lily, divertita, e Rose alzò gli occhi al cielo "Oh sì, sarà sicuramente uno spasso."
Rose la sentì ridacchiare, mentre lasciava la Sala Comune.

Malfoy la stava già aspettando: era lì, appoggiato al portone d'ingresso della Sala Grande, con la gamba sinistra sollevata, la testa gettata indietro, e gli occhi chiusi. Rose studiò per un attimo le lunghe ciglia, più scure dei suoi capelli biondissimi di almeno due toni, che gli accarezzavano le guance leggermente abbronzate. Lui la sentì arrivare e si voltò verso di lei quasi immediatamente, aprendo gli occhi grigi e riservandole il suo solito ghigno:
"Weasley, ti godi lo spettacolo?"
"Sono appena arrivata, Malfoy, e anziché sprecare le tue energie per mantenere le tue pose studiate da modello da strapazzo, faresti meglio a sbrigarti" ringhiò Rose, piccata, cominciando a risalire le scale.
Malfoy ridacchiò e la seguì, perfettamente a proprio agio.
"Propongo di dividerci. Lascio a te in primi tre piani, Malfoy, mentre io mi occupo dei piani dal quinto al settimo, gli ultimi. Il quarto, insieme" disse Rose, senza guardarlo in viso.
Lui scosse la testa, con il suo solito, irritante sorriso "Ah, non credo proprio, Weasley. Io credo sia il caso di restare insieme... sarà sicuramente più divertente."
"Divertente per te, Malfoy! Dividendoci, finiremo prima... e prima ti levi di torno, prima io potrò tornare a respirare."
"Weasley, è un modo per dirmi che ti tolgo il respiro?"
Rose restò immobile, incapace di rispondere. Malfoy le si era piazzato di fronte, costringendola a fermarsi e ad alzare il viso per guardarlo negli occhi. Il ghigno canzonatorio che le riservava, anche stavolta, era scomparso. I suoi occhi la osservavano con intensità, e solo un'accenno di sorriso gli increspava le labbra. Rose osservò l'arcata delle sopracciglia di lui, le ciglia lunghe e perfette, e si sentì arrossire quando incontrò i suoi occhi grigi, venati da striature verdi e azzurre, che la fissavano in un modo che la metteva in imbarazzo, che non riusciva a decifrare. Ripensò inspiegabilmente alle parole di Lily, poco prima "Bah, almeno ti godrai una bella vista..." e arrossì ancora più furiosamente, a causa dei suoi stessi pensieri. Distolse lo sguardo, in fretta, mentre Malfoy gettava la testa all'indietro e scoppiava a ridere, sinceramente divertito.
"Oh, lo prenderò come un sì", disse, prima di accarezzarle una guancia con l'indice bianco e affusolato.
Rose avrebbe voluto sprofondare per l'imbarazzo, ma si riscosse, infuriata:
"Che stai cercando di fare, Malfoy? Se credi di avere di fronte una di quelle che cadono ai tuoi piedi con uno dei tuoi sorrisi tattici, beh, hai sbagliato persona."
Lo spinse via, e continuò a camminare. Lui la seguì, ridacchiando, mentre Rose sbottava di nuovo:
"E poi scusa, che cos'è che prenderesti come un sì? Io non ho fatto né detto niente!"
"Il colore delle tue guance è lo stesso dei tuoi capelli, Weasley."
Se n'era accorto. Rose era furiosa: avrebbe preferito affrontare uno Schiopodo Sparacoda, piuttosto che dargli ad intendere che fosse arrossita per colpa sua. Semplicemente, era una reazione che non riusciva a controllare: arrossiva quando qualcosa la metteva in imbarazzo, quando mostrava entusiasmo, quando si ritrovava a dover dire qualche bugia...a fin di bene, ovviamente.
Si limitò a ignorarlo:
"Dividiamoci, Malfoy. Ti aspetto al quarto piano."
Continuò a salire, senza aspettare una risposta, ma questo non le impedì di sentirlo ridacchiare:
"Concordo, Weasley, non vorrei mandarti a fuoco, fino alla fine della ronda."
Rose accelerò il passo, giocherellando nervosamente con la bacchetta, facendone uscire scintille di luce bianca. Continuava a chiedersi che cosa avesse in mente Malfoy, continuando a comportarsi in quel modo. Si erano sempre limitati a scambiarsi frecciatine velenose, oppure, nel migliore dei casi, a ignorarsi completamente. Erano sempre rimasti a distanza di sicurezza, non meno di due metri l'uno dall'altra, e invece ultimamente lui sembrava cogliere ogni occasione per starle pericolosamente vicino. Si fermò, lungo le scale che conducevano al terzo piano, portandosi istintivamente una mano alla guancia che lui le aveva sfiorato poco prima. Tentava di analizzare razionalmente il comportamento di Malfoy, ma non vi trovò una ragione, se non considerandolo uno dei suoi stratagemmi per mandarla in bestia.
Continuò a vagare per i corridoi, persa tra i suoi pensieri e vagamente irritata, controllando di tanto in tanto le aule vuote. Non incontrò nessuno, se non Gazza con la sua odiosa gatta, che doveva avere più anni di Pix il Poltergeist. Rose pensò che, probabilmente, anche Gazza dovesse avere più anni di Pix il Poltergeist.

Qualcosa per cui vale lottareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora